La musica di oggi sembra non essere destinata ad essere ricordata, come invece accade per le canzoni intramontabili dei grandi autori dagli anni Sessanta in poi. Questo è quello che si evince da un’analisi condotta dal giornalista e critico musicale Gino Castaldo su “La Repubblica”. Partendo dal dilemma che attanaglia i fan dei cantanti contemporanei che si chiedono: “Tra venti, trent’anni sentiremo ancora parlare delle canzoni di Elodie, Tedua, Geolier, Rhove, Annalisa e di tutta la generazione attualmente al comando?”. Una domanda che si pongono in tantissimi. Perché? “La risposta, credo, sia nella natura stessa delle canzoni e del rapporto sentimentale-affettivo che stabiliamo con le melodi – spiega il giornalista – Ci ricordiamo canzoni di venti, trenta, quarant’anni fa, sembrano ancora valide, attuali, ci emozionano, ci fanno godere, ma quelle di oggi? Dureranno?”.
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“La musica di oggi non durerà, contano solo i numeri e il ‘tutto e subito'”
Il critico musicale sembra non avere dubbi: “Le canzoni di oggi nella gran parte dei casi non dureranno, ma per un motivo che è tutt’altro che offensivo nei confronti della nuova leva musicale. Il fatto è che molti protagonisti della scena contemporanea hanno un approccio che è già in sé, deliberatamente e scientificamente, effimero, come dire che per i nuovi artisti, o meglio per una buona parte di loro, il tema è irrilevante. In pratica quello che interessa ai cantanti di oggi non è restare nel tempo, non è proprio nel loro intento, quello che voglio è ‘tutto e subito”’ “A contare sono i numeri, gli streaming, i biglietti dei concerti, numeri, e soltanto numeri, che per definizione sono un parametro di attualità. Quindi perché durare se a loro stessi non interessa durare? E’ una parte della spiegazione, ma c’è sicuramente dell’altro”, spiega ancora Gino Castaldo.
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“Non è giusto né corretto fare paragoni col passato. Sono figli di un’altra epoca”
Il critico musicale fa notare che quello che è cambiato è il motivo per cui si fa musica. Oggi lo scopo principale è vendere dischi e fare numeri, prima invece si partiva da quella che lui stesso definisce “un’esigenza artistica, un impulso interiore”. Gino Castaldo cita come esempio il fenomeno musicale dei Beatles: “Pubblicavano successi a raffica, eppure a ogni uscita cambiavano completamente stile, osavano, non si ripetevano, e avrebbero potuto farlo, rischiavano, perché al di là del successo sentivano il bisogno di creare qualcosa di nuovo. Lo stesso vale per gli eroi della nostra canzone: Battisti, Pino Daniele, Lucio Dalla, Battiato e gli altri”.
In conclusione, Gino Castaldo sottolinea che non si possono fare confronti e in un certo senso “assolve” la generazione di artisti di oggi: “Non è giusto né corretto fare paragoni col passato. Sono figli di un’altra epoca, di un periodo storico che non riesce a guardare al domani, che non offre grandi speranze di futuro”.