Morto Cesare Ragazzi. Il noto imprenditore e personaggio televisivo, diventato famoso dagli anni ‘70 per l’invenzione e la pubblicità di una protesi tricologica, è stato stroncato da un malore improvviso a Bologna. Aveva 83 anni. Lascia la moglie Marta e tre figli: Nicola, Simona e Alessia. Nato il 22 agosto 1941 a Bazzano, aveva ideato un metodo contro la calvizie ed era partito dalla sua città natale nel 1968 con il suo primo laboratorio. La sua invenzione era “un parrucchino di capelli naturali”, ovvero un impianto non invasivo che veniva applicato direttamente sul cuoio capelluto attraverso un nastro bioadesivo. Cesare Ragazzi aveva aperto 80 centri in Italia e 8 all’estero. Il suo progetto era arrivato anche a New York. “Per 40 anni abbiamo avuto 700 stipendi – spiegò – Ma prima di arrivarci ho sofferto la fame e lavorato come un pazzo”. Nel 2009 la Cesare Ragazzi Company fu dichiarata fallita dal tribunale di Bologna. “I pelati sono brutti, non credete a chi afferma il contrario. Anche la volpe dice che non le piace l’uva perché non riesce a coglierla”, disse. Alla fine degli anni ’60 era diventato calvo. Da qui l’idea di trovare validi rimedi contro la calvizie. Il suo saluto “Salve! Sono Cesare Ragazzi”, oltre che un marchio di fabbrica, è diventato una battuta di spirito entrata nel nostro lessico.
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Morto Cesare Ragazzi, dal successo al crac
In Italia Cesare Ragazzi fu uno dei primi a farsi pubblicità in televisione. “Nell’80 ci fu lo spot della sirena – raccontò in un’intervista a “Oltre” – Testa mi disse che quella era la più bella idea pubblicitaria degli ultimi anni. Costò pochissimo eppure entrò nell’immaginario collettivo: ‘Salve, sono Cesare Ragazzi, cosa c’è di strano? Che io sono calvo! Sì, calvo, ma con in testa la mia idea meravigliosa…’. E poi il tuffo in mare e la sirena con la voce fuori campo che diceva: ‘Tutto può succedere a un calvo che si è messo in testa un’idea meravigliosa’”. “Ma quali capelli finti! – tuonò Cesare Ragazzi in un’intervista rilasciata al “Corriere della Sera” dopo il crac della sua società – Quelli li vendono i cinesi. Io e la mia azienda ricostruiamo il cuoio capelluto sul quale poi innestiamo capelli provenienti da donatori: in un centimetro quadrato ci stanno dai 120 ai 150 capelli. Tutto registrato, tutto brevettato a mio nome. Perché, questo sia chiaro, io non sono fallito come persona (…) Il nostro progetto era quello di espanderci, ma siamo rimasti senza denari, non era il momento giusto. Ma non è il mercato che ci manca: il mondo è pieno di calvi…”.
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Anche Lucio Dalla e Massimo Boldi tra i suoi clienti famosi
Tra i suoi clienti famosi anche Lucio Dalla. Tra i pochi vip che ammisero di essersi rivolti a lui per un problema di calvizie c’è Massimo Boldi. “Sì. Sono stato uno dei primi clienti di Cesare Ragazzi, che aveva la parrucca – ha confessato l’attore al “Corriere della Sera”. “‘Tira, tira’, mi diceva, per dimostrarmi che non si staccava. ‘Ci faccio pure il bagno’. Provai. La prima parrucchetta andò bene. Poi la pelata si allargò e cambiai impianto. Dopo una settimana mi svegliai di notte con un bruciore tremendo, la plastica faceva ‘cri cri’, mi sanguinava la testa, dovetti toglierla. Rinunciai”.