Morte Michele Merlo, si va verso l’archiviazione

Morte Michele Merlo, si va verso l’archiviazione: “Impossibile dimostrare responsabilità”

Germana Bevilacqua

Morte Michele Merlo, si va verso l’archiviazione: “Impossibile dimostrare responsabilità”

| 06/09/2023
Morte Michele Merlo, si va verso l’archiviazione: “Impossibile dimostrare responsabilità”

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Michele Merlo probabilmente non avrà giustizia. Non c’è un responsabile per la morte del giovane artista deceduto il 6 giugno 2021 a causa di una leucemia fulminante non diagnosticata per tempo. La Procura di Vicenza ha chiesto l’archiviazione in quanto, secondo i magistrati, non è stato possibile dimostrare il nesso di casualità. Unico indagato per la morte del giovane cantante di “Amici” era Vitaliano Pantaleo, il medico di base della famiglia che secondo i legali dei genitori sarebbe stato responsabile per non aver ipotizzato che gli ematomi del ragazzo potessero non avere un’origine traumatica. Impossibile quindi accertare con certezza che Michele Merlo, scomparso a 28 anni, si sarebbe potuto salvare se il medico avesse immediatamente intuito la malattia.
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Michele Merlo (Foto Instagram)

Per la famiglia il medico è responsabile di non aver richiesto approfondimenti diagnostici

I legali della famiglia insistono sulla circostanza che il medico di famiglia fosse responsabile non tanto per non aver diagnosticato la malattia quanto per non aver approfondito la causa del grosso ematoma che Michele gli fece vedere durante la visita del 26 maggio 2021. Il professionista dichiarò di essersi sbagliato in quanto lo stesso Michele Merlo gli riferì di avere accusato una “botta” durante un trasloco. La famiglia è convinta che se il medico avesse chiesto un approfondimento si sarebbe potuto avviare un percorso terapeutico che avrebbe permesso di scoprire la malattia. Domenico Merlo, il padre del giovane in un’intervista a “La Repubblica”, ha voluto precisare: “Il punto non è un giovane medico di base che ha commesso un errore madornale. Il punto è il sistema che per anni ha promosso i tagli e le politiche che hanno prodotto le condizioni perché un errore del genere fosse commesso”.

Michele Merlo con la madre (Foto Instagram)

Michele Merlo rimandato a casa dal pronto soccorso con una diagnosi di tonsillite

Il giovane cantante, però, sarebbe stato vittima di più di un errore diagnostico. Il 2 giugno l’ex allievo di “Amici” si recò al pronto soccorso dell’ospedale di Vergato, un paese in provincia di Bologna. Anche in quel caso non ci fu alcun approfondimento diagnostico, Michele Merlo fu rimandato a casa con una diagnosi di tonsillite. Poi il tragico epilogo: nella notte fra il 2 e 3 giugno il cantante tornò in pronto soccorso con forti dolori alla gola. Un’ambulanza lo trasportò in condizioni disperate all’Ospedale Maggiore di Bologna, dove una tac alla testa rivelò un’emorragia cerebrale provocata da una leucemia fulminante. Il ragazzo morì la sera del 6 giugno. La vicenda giudiziaria sembrerebbe volgere al termine ma resta il dolore di una famiglia che non riesce a rassegnarsi alla morte tragica e prematura del figlio. Il papà di Michele Merlo ha ammesso: “La nostra non è più vita. Io e mia moglie avevamo un unico figlio che aveva appena iniziato una carriera brillantissima nella musica e nel cinema. Però le dico che io, personalmente, non ho nulla contro quel medico. Sbagliare è umano, ha fatto un errore madornale, con conseguenze disastrose, e certamente deve pagare. Ma Vitaliano Pantaleo è tuttora il mio medico di famiglia, se dovessi aver bisogno di una ricetta è ancora a lui che mi rivolgerei, capisce questo cosa significa? La mia battaglia è più alta”. E ha aggiunto: “Vorrei che si lavorasse perché quello che è successo a Michele non possa avvenire mai più”.

Pubblicato il 06/09/2023 17:40

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