05 Marzo 2022, 12:34
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Si intitola “El hijo del Capitan Trueno” (“Il figlio di Capitan Tuono”) la biografia in cui Miguel Bosè svela i lati oscuri dei suoi genitori, entrambi defunti. Il cantante e attore è nato dal matrimonio tra il torero e tombeur de femmes Luis Miguel Dominguín e Lucia Bosè, che a soli 16 anni – mentre lavorava come commessa in una pasticceria di Milano vinse il concorso di “Miss Italia”.
Che bambino era Miguel Mosè? “Miguelino, Miguelon, Miguelito mi chiamavano – racconta lui stesso in un’intervista rilasciata a “7”, il magazine del “Corriere della Sera” – Ogni giorno si svegliava chiedendosi come sopravvivere ai due mostri, mio padre e mia madre. La famiglia era un branco di leoni che andavano a caccia, e i cuccioli cercavano di essere all’altezza, di tenere il passo senza venire pestati da un bufalo!”.
A pagina 132 del libro, il 60enne ricorda le preoccupazioni del padre – tipico macho iberico – per l’orientamento sessuale del figlio. Dominguín confessò i suoi timori alla moglie: “Lucia, mi è stato detto che il bambino legge, molto, senza fermarsi. Frocio, Lucia, il bambino sarà frocio”. Fu il padre ad “occuparsi” dell’iniziazione sessuale di Miguel spingendolo tra le braccia di Amanda Lear. Nell’estate del 1970, i due fecero un giro in barca e approdarono sulla Costa Brava catalana, per incontrare Dalì.
“Dalì ci manda il suo emissario: una donna bionda, che sale in barca, in topless, con una corona di spine e occhi disegnati sanguinanti – ricorda – Una visione, una sirena. Sbarcammo, e si creò una situazione credo provocata da mio padre e Dalì, che voleva vedere la mia faccia quando hanno invitato Amanda a mostrarmi il giardino… Io non la conoscevo, ma sono stato attratto dal suo magnetismo e quando lei mi portò in giro per il giardino… accadde quello che accadde. Avevo 14 anni, ero stato trattato in un modo rispettosissimo, tenerissimo, educatissimo, niente di sporco. Non sapevo nulla del sesso e, beh, se era quello, era un’esperienza fantastica”.
Uno dei periodi più bui della sua vita fu quello in cui i genitori decisero di separarsi e “tutte le bugie che venivano dette”. “Nella Spagna di Franco – spiega – bisognava salvare le apparenze… non capivo. Capitan Tuono era andato via, mia madre doveva rifarsi una vita e riprendere a fare l’attrice, cosa c’era di male? Perché nasconderlo? Quando a scuola hanno scoperto che i miei erano divorziati hanno iniziato a chiamarmi orfano”. Miguel Bosè riacquistò la serenità grazie a Pablo Picasso, amico di famiglia e padrino di Paola, una delle due sorelle del cantante.
“Aveva un’incredibile capacità di ascolto e le cose che ti diceva credevi di averle pensate tu – confessa – Perché il genio è sovrappopolato di idee, è generoso, deve scaricarle. Ascoltandomi, mi dava un valore che in famiglia nessuno mi dava, creava dal nulla l’autostima. E curava i traumi. Una volta, a una recita, interpretavo assieme ad altri una nuvola e mi sono fatto la pipì addosso. Mio padre per fortuna non c’era, mi avrebbe insultato… Ero mortificato, e Pablo disse: ‘Ma come? Non è pipì, è pioggia, sei una nuvola, è normale, sei l’unico che è riuscito a far piovere, a far bene la sua parte, bravo’. Era vero? Forse no, ma detto da lui, che aveva subito visto in me l’anima del ballerino, diventava vero”.
Pur essendo cresciuto in quello che lui stesso ha definito “un branco di leoni”, Miguel Bosé ha fatto pace con i suoi. “Rileggendo il libro, scritto perché non c’era più rabbia, ho capito l’amore bestiale, carnale che provavo sia per mia madre che per mio padre”, confida.
Infine, l’attore e cantante svela che Giannina Facio è stata il più grande amore della sua vita: “Non mi sono mai sentito così normale come con lei. Il vero Miguel. Fu amore a prima vista, a casa di Julio Iglesias a Miami. Lui diceva che ero il suo erede, ma perché voleva qualcuno che leccasse il suo narcisismo. Ricordo quando vivevo all’Hotel Diana a Milano, una specie di soffitta. Passavamo dei pomeriggi interi ad ascoltare musica o leggere in silenzio, uno vicino all’altra, nella luce tiepida, il cielo di un blu raro, tutto il resto non esisteva perché non c’era bisogno di nient’altro. Quando ci parlavamo, le cose che dicevamo sembrava di averle già dette, erano già sapute, in qualche momento, come se appartenessero a noi già da prima. Un Paradiso”.
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05 Marzo 2022, 12:34