Tra le critiche che gli haters muovono ai Me contro Te c’è quella di ostentare la loro ricchezza. Sofia Scalia e Luigi Calagna, anche noti come Sofì e Luì, rispondono ai detrattori attraverso il loro podcast. “Io già mi sono più volte espressa al riguardo – esordisce Sofì – Secondo me non ha senso questa critica perché non è vero. Quando pubblico una foto su Instagram ci sto anche attenta che non si veda il logo perché adesso ho capito che questa cosa potrebbe ferire alcune persone che magari questa borsa non ce l’hanno e guardando me potrebbero sentire un formicolio di rabbia”. “Io non ce l’ho questo formicolio se vedo un’altra che ha una cosa che mi piace – afferma la youtuber – Anzi dico: ‘Beata lei, piacerebbe anche a me averla, spero un giorno…’. Adesso ci sto anche attenta, se vai sul mio Instagram vedrai un sacco di foto in cui la borsa è girata o talvolta me la tolgo anche per fare la foto. Anche perché io mi vesto da Zara, la borsa è l’unica cosa che ho di marca. Sono la prima che dice che comunque non vale la pena spendere troppi soldi in oggetti che poi magari si rovinano”.
I Me contro Te ostentano ricchezza? “Non vogliamo offendere né far sentire inferiore nessuno”
“Il problema dell’ostentazione non è solo legato alle borse ma anche alle cose che facciamo vedere nei video per fare i video”, osserva Luì. Gli haters li attaccano, ad esempio, anche per il lussuoso appartamento milanese, ubicato nel prestigioso quartiere di CityLife, che fa da sfondo ai loro video (i Me contro Te hanno Diletta Leotta come vicina di casa, ndr). “Noi ci viviamo in questa casa, quindi se dobbiamo fare un video è chiaro lo facciamo qui – afferma Sofì – Da parte nostra non c’è assolutamente voglia di offendere qualcuno o farlo sentire inferiore”. “Ci hanno attaccato anche perché avremmo ostentato di avere un parco giochi dentro casa – le fa eco Luì – Quest’estate abbiamo messo una serie di gonfiabili e giochi per realizzare dei video (…) Noi li abbiamo noleggiati, sono oggetti di scena. Quando facciamo i film, i videoclip, gli oggetti che vedete sono noleggiati, ovviamente non sono nostri (…) Anche la Ferrari era noleggiata per creare intrattenimento”. “Mi dispiace che vi siate offesi e che magari abbiate provato invidia”, sono le ultime parole di Sofì sull’argomento.
“I nostri film sono fatti male? I numeri parlano chiaro, non per vantarci”
Nella stessa puntata del podcast, i due youtuber – legati sentimentalmente e professionalmente da 11 anni – tirano in ballo anche lo streamer Dario Moccia che può essere considerato il loro detrattore numero uno. “Io non sapevo chi fosse, credevo fosse uno scrittore”, ironizza Sofì. Luì le rinfresca la memoria: “Spesso ci ha criticato aspramente dicendo che i nostri film sono fatti male, perché lui saprebbe farli meglio, perché ai suoi tempi si guardavano film importanti (…) Ma ragazzi, noi guardavamo ‘Fantaghirò’ (…) D’ora in poi quando parlate dei nostri film muti dovete stare”. “Ci sono contenuti che si guardavano da piccoli e ora te li ricordi come qualcosa di incredibile, ma se oggi riguardi un video del passato, ad esempio della Melevisione, ti renderai conto che era ben diversa da come ce l’hai in mente. Anche perché i numeri parlano chiaro, i nostri film sono piaciuti. Non per vantarci”, chiosa Sofì.
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Selvaggia Lucarelli sulla “svolta passivo-aggressiva” dei Me contro Te
Da qualche tempo i Me contro Te hanno preso l’abitudine di rispondere agli haters attraverso il loro podcast che, come da loro stessi sottolineato, è diventato un vero e proprio format. In un articolo pubblicato nella sua newsletter “Vale Tutto”, Selvaggia Lucarelli analizza il mostruoso giro d’affari dei due youtuber siciliani e parla di “svolta passivo-aggressiva”. “Il fatturato cala, gli anni passano, e Luì e Sofì cercano di diventare adulti con un podcast. Il risultato è che sembrano diventati i cattivi dei loro film”, dice. Da tempo Selvaggia Lucarelli osserva “con curiosità e inquietudine” il fenomeno dei Me contro Te. Secondo la penna del “Fatto Quotidiano”, l’evoluzione di Luì e Sofì “da semplici produttori milionari di contenuti per bambini a podcaster” è “qualcosa di più di un semplice desiderio di cambiare registro”.
“Cominciano a fatturare di meno, cambiano target per non scomparire”
“Confinati per 10 anni nel loro mondo variopinto di sketch infantili e personaggi di fantasia – scrive Selvaggia Lucarelli – nel 2024 sono usciti da ‘MecontroteLand’ e hanno deciso di entrare nel mondo reale”. Il motivo è presto detto. “Lo fanno per non scomparire e per fare altri soldi, cambiando target – afferma – I Me contro Te hanno cominciato a produrre contenuti 10 anni fa (…) Il target della coppia era composto da bimbi tra i 5 e i 10 anni. Oggi quei bimbi sono tutti adolescenti o più o meno maggiorenni, il che vuol dire che non comprano più biglietti per i loro spettacoli, non vanno più al cinema a vedere i loro film, non acquistano più i loro gadget, non vedono più i loro sketch su Youtube. Ovviamente i Me contro te continuano ad avere piccoli fan tra le nuove generazioni ma i gusti dei bambini si evolvono (…) e loro, nonostante continuino a fare un sacco di soldi, cominciano a fatturare di meno”.
“Stanno cercando di riacchiappare i piccoli fan che ormai preferiscono uscire col fidanzato”
Da qui la cosiddetta “svolta passivo-aggressiva”: “Luì e Sofì, a bordo della Ferrari piena di palline colorate sono scappati da ‘MecontroteLand’ e sono atterrati nel mondo in cui si parla di cose da dulti, cercando di riacchiappare i piccoli fan che ormai preferiscono uscire col fidanzato o devono andare al liceo. Il risultato è che nel 2024 inaugurano il loro primo podcast (inseguendo il trend del momento) e iniziano a sembrare i cattivi dei loro film natalizi”. Non è la prima volta che Selvaggia Lucarelli parla dei Me contro Te. Era già successo quando Luì e Sofì furono contestati per una dichiarazione rilasciata al “Corriere della Sera” in relazione a Partinico, il comune siciliano di cui sono originari.
Quando Selvaggia Lucarelli disse: “Per non fare la fine dei Ferragnez, dovreste chiedervi…”
“Per noi niente è stato facile – dissero i Me contro Te – siamo partiti da zero, da un paesino in Sicilia dove neanche si sapeva cosa fosse Youtube”. Un’affermazione che indignò i loro concittadini e la stessa Selvaggia Lucarelli che tuonò: “Non ho capito: loro su Youtube si rivolgevano al paesino? E signori, vogliamo dire: basta con questa retorica del ‘sono partito dal paesino’? Nel 2014, nel paesino c’era la connessione come a Milano. Il discorso sul partire svantaggiati sarebbe un po’ più complesso, volendo. Ma soprattutto: in che senso NIENTE È STATO FACILE? Nel giro di pochi anni, giovanissimi, si sono ritrovati famosi e milionari creando contenuti per bambini che vabbè…e ‘niente è stato facile’? Per evitare di fare la fine dei Ferragnez bisognerebbe cominciare a chiedersi: ma non è che è stato tutto troppo facile?”.