Martina Oppelli: "Perdo il mio corpo pezzo dopo pezzo"

Suicidio assistito, Martina Oppelli: “Ogni giorno perdo il mio corpo pezzo dopo pezzo”

Daniela Vitello

Suicidio assistito, Martina Oppelli: “Ogni giorno perdo il mio corpo pezzo dopo pezzo”

| 19/07/2024
Suicidio assistito, Martina Oppelli: “Ogni giorno perdo il mio corpo pezzo dopo pezzo”

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Martina Oppelli, 49 anni, affetta da sclerosi multipla, aveva chiesto un anno fa all’Asl universitaria Giuliano Isontina di poter accedere al fine vita. La donna è costretta su una sedia a rotelle e non riesce a muovere le dita delle mani. Da sola non può mangiare, bere, muoversi né assumere farmaci. Otto mesi fa, l’Asl aveva rigettato la richiesta negando che fosse dipendente da trattamento di sostegno vitale. Mercoledì 17 luglio il Tribunale di Trieste ha “affermato il diritto di Martina Oppelli a ricevere, dall’Azienda Sanitaria Universitaria Giuliano Isontina, una rivalutazione delle sue condizioni per verificare se soddisfa o no il requisito del trattamento di sostegno vitale – ‘sentenza Cappato’ – per accedere a morte volontaria assistita”. Ad annunciarlo è l’associazione Luca Coscioni. Adesso il Tribunale obbliga l’Asugi a una nuova verifica delle condizioni di Martina Oppelli che nel frattempo sono peggiorate.

Martina Oppelli (Foto Instagram)

Affetta da sclerosi multipla da quando aveva 28 anni

Martina Oppelli ha raccontato la sua storia al quotidiano “La Repubblica”: “Un quarto di secolo di incurabilità: metà della mia vita è stata dominata dalla malattia. Avevo 28 anni, mi ero da poco laureata a Venezia e avrei voluto vivere lì ma lì non ci sono potuta rimanere. Come potrebbe una nelle mie condizioni sopravvivere a una città di ponti e calli?”. Ha chiesto il suicidio assistito “il 6 aprile 2023, era il giovedì santo. Io sono cattolica. Stavo guardando la messa del Papa in televisione, parlava delle schiave. E io mi sentii la più grande delle schiave. Passai i tre giorni successivi a informarmi e compilare richieste. Ho firmato i moduli reggendo la penna con la bocca”. La donna assiste giorno dopo giorno alla perdita del suo corpo “pezzo dopo pezzo. Mi rimane la mente e per ora anche il sorriso”.
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Martina Oppelli (Foto Instagram)

Il videoappello che Martina Oppelli aveva registrato

“Onorevoli senatrici e onorevoli senatori tutti, sono Martina Oppelli, architetto, ma anche tetraplegica dal 2012 con necessità di assistenza nelle 24 ore – dice Martina Oppelli in un videoappello registrato prima che il Tribunale di Trieste le desse ragione – Sono affetta da una patologia neurodegenerativa progressiva devastante da un quarto di secolo. Eppure lavoro utilizzando i programmi vocali e lavoro proprio per mantenere l’assistenza indispensabile per sopravvivere coadiuvata da appositi sostegni pubblici che in questa regione funzionano molto bene. Sono però esausta, esaurita. Sto perdendo anche la voglia di andare avanti. Quest’estate ho presentato l’istanza per appellarmi presso la mia regione alla cosiddetta sentenzia Cappato in merito al suicidio assistito. Termine che io abborro perché non sono una suicida. Altrimenti non sarei qui a parlarvi. In ogni caso, questo diritto mi è stato negato dal Comitato Etico perché secondo loro, non rispondo ad uno dei quattro requisiti indispensabili. Ovvero essere mantenuta in vita da trattamenti vitali”.
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“Vorrei morire col sorriso sul viso nel Paese dove ho scelto di vivere”

“Ma secondo voi, io come mangio? Come bevo? Come mi lavo? Come vado in bagno? Come sopravvivo? Come assumo i farmaci? Io non sopravvivo senza una persona vicino – sottolinea Martina Oppelli – Certo non sono macchine, sono persone. Nella legge che state discutendo adesso in merito al fine vita, vi chiedo di tenere presente ogni aspetto, ogni dolore nel momento in cui viene vissuto. E va rispettato. E non parlate più di suicidio perché non lo è. Si parla di eutanasia, di buona morte. Ammetto di aver anche fatto domanda all’estero proprio perché non ce la faccio più ma i mezzi economici e soprattutto la fatica fisica per arrivarci sarebbe tanta (…) Io vorrei morire col sorriso sul viso nel Paese dove ho scelto di vivere e dove ho pagato le tasse. Grazie”.

Pubblicato il 19/07/2024 08:51

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