Altro che candidata “senza voce”. Marta Fascina, “quasi moglie” di Silvio Berlusconi, fa sentire la sua in un’intervista esclusiva rilasciata a Pietro Senaldi per “Libero Quotidiano”. Il giornalista ha intercettato la candidata alla Camera per il centrodestra nel collegio “super sicuro” di Marsala dietro le quinte di “Dritto e Rovescio” dove ha scortato il leader di Forza Italia da cui è inseparabile.
“La Sicilia è una regione dalle innumerevoli potenzialità”
“La mia candidatura nel collegio uninominale di Marsala è stata una decisione del partito condivisa con il nostro instancabile coordinatore regionale, Gianfranco Miccichè, una decisione che ho accettato con entusiasmo e orgoglio – esordisce – La Sicilia è una regione meravigliosa, che conosco sin dai tempi in cui, da piccola, mio padre mi ci portava in vacanza. Una regione dalle innumerevoli potenzialità (penso al turismo, alle bellezze naturalistiche, all’arte ed alla cultura) ma che andrebbe sostenuta e aiutata a essere resa più attrattiva. Penso in particolare alla atavica carenza di infrastrutture materiali e immateriali per i quali il prossimo governo dovrà necessariamente intervenire anche grazie alle opportunità dei fondi del PNRR. È una terra che ha regalato sempre grandi soddisfazioni a Forza Italia, confido che continuerà a farlo”.
Di cosa si è occupata nell’ultima legislatura
“Nella legislatura che volge al termine – spiega – in qualità di segretario della Commissione Difesa, mi sono occupata principalmente del settore della sicurezza e della difesa. Mi piacerebbe, quindi, continuare a occuparmi di coloro che quotidianamente difendono la nostra libertà, la nostra incolumità, la nostra sicurezza e che portano alta la bandiera dell’Italia anche all’estero in missioni difficili e rischiose. L’aumento degli organici, i rinnovi contrattuali, l’ammodernamento degli strumenti difensivi, gli aumenti salariali devono essere una priorità del prossimo governo di centrodestra”.
Marta Fascina: “Ecco cosa penso della Meloni e di Salvini”
Lady Berlusconi svela cosa pensa di Matteo Salvini e Giorgia Meloni: “sono storici e leali alleati di Forza Italia. Insieme governiamo la maggioranza delle regioni italiane e centinaia di comuni. L’alleanza di centrodestra, che il nostro presidente ha creato e coltivato sin dal 1994, è forte, coesa e apprezzata dal popolo italiano”.
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“Berlusconi ha posto fine alla guerra fredda”
Marta Fascina elenca gli innumerevoli meriti del “quasi marito”: “Mi risulta davvero difficile individuare un ordine di importanza tra gli innumerevoli successi ottenuti dal presidente Berlusconi nella sua veste di politico. Aumento delle pensioni minime, abolizione dell’Ici sulla prima casa, accordo Nato-Russia a Pratica di Mare, che ha posto di fatto fine alla guerra fredda, riduzione drastica dell’immigrazione clandestina attraverso accordi con i Paesi del Nord Africa, riduzione della pressione fiscale sotto il 40% (mentre oggi supera il 43%), divieto di fumo nei locali pubblici, abolizione della leva obbligatoria. Potrei continuare a lungo… Il nostro presidente ha raggiunto risultati, in tutti i campi nei quali si è cimentato, che nessun altro premier ha mai conseguito”.
“I traditori di Forza Italia? Ogni voto dato a loro è per il Pd”
Infine, una battuta sui cosiddetti “traditori di Forza Italia”. Nell’elenco figurano Maria Stella Gelmini, Mara Carfagna e Renato Brunetta. “Mi lasci dire che i personaggi da lei richiamati hanno per anni ricevuto prebende e incarichi apicali nel partito e nelle istituzioni grazie al presidente Berlusconi e ciononostante, oltre all’incoerenza e al tradimento del patto elettorale, hanno manifestato anche una grave irriconoscenza umana e politica nei confronti di chi li ha politicamente creati – sentenzia – Queste persone oggi sono candidate con partiti guidati da ex segretari del Pd o europarlamentari eletti sotto le insegne del Pd. Dunque ogni voto dato loro è un voto regalato alla sinistra”.
La battaglia di Marta Fascina contro i “cambi di casacca”
“Sono stata la prima firmataria, in questa legislatura, di una proposta di legge di revisione costituzionale finalizzata a impedire i cambi di casacca parlamentari – conclude – Chi è eletto sotto le insegne di un partito e poi, per ragioni più o meno comprensibili, decide di cambiare idea, deve avere il coraggio di dimettersi e di lasciare il Parlamento. Non è possibile assistere a fenomeni di transumanza che altro non fanno che ingrossare il solco che divide elettori ed eletti incidendo negativamente anche sulla fiducia nei confronti della politica”.