16 Febbraio 2024, 15:39
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Maria Sofia Federico è un’attivista e porta avanti una battaglia per l’abolizione degli allevamenti intensivi e degli animali nei circhi. La 19enne, famosa per avere partecipato al reality “Il Collegio”, ha partecipato all’azione di Ribellione Animale insieme ad altri tre attivisti, due dei quali si sono incollati al basamento della statua di Marco Aurelio equestre, a Roma. Maria Sofia Federico ha protestato spogliandosi davanti alla statua della Lupa capitolina. Sul suo corpo la scritta: “Milk is murder” (“Il latte uccide”). Su di lei pende ora un Daspo che per sei mesi la terrà distante dalla Capitale. Niente monumenti, niente visite, niente riunioni. In un’intervista al “Corriere della Sera”, la 19enne ha dichiarato: “Sono nata a Valmontone, meno di un’ora dalla Capitale, sono spesso a Roma, ma dopo il divieto d’avvicinamento ho deciso di trasferirmi da amici a Milano. Se violassi il foglio di via che mi hanno dato in mano quando ci hanno portato in commissariato, ci sarebbero ripercussioni legali. Ma non mi preoccupo”.
Poi ha rivendicato il suo gesto: “Il nostro è un atto di protesta non violento come è stato il nostro. Altre vie potevamo scegliere, ma rivendico quel gesto di disobbedienza civile a mio parere bello, fuori dalle righe, non banale. Sono sorpresa: ci si scandalizza per me senza vestiti, e non per le violenze subìte dagli animali. Siamo molto attenti nei nostri interventi. Nessuno si è sentito offeso. Prima di dare il via al blitz, abbiamo aspettato che uscissero dalla sala i ragazzi in gita scolastica e tutti i bambini presenti”.
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L’attivista ha spiegato anche il motivo della sua protesta ai Musei Capitolini. “I musei sono strutture del potere e per questo attirano la nostra attenzione. Per noi la statua della Lupa capitolina ha una valenza totalmente diversa da quella che solitamente le viene attribuita. Quell’essere meraviglioso allatta Romolo e Remo come farebbe con i suoi cuccioli senza che vi siano né sfruttamento né morte, cosa che invece accade in molte aziende agricole, dove il latte è il risultato di una forzatura del ciclo di vita delle mucche. Non era un blitz contro l’opera in sé, che amiamo e rispettiamo”. “Io mi domando perché il corpo degli animali non umani come la Lupa sia valorizzato, mentre il nostro subisce di continuo minacce, oscuramenti, discussioni attorno al nulla – ha continuato – L’essere nudi è anche un simbolo dello svelamento: in questo caso della verità sulle drammatiche condizioni di vita degli animali negli allevamenti e all’interno dei circhi”.
“Se provo imbarazzo? No, mai, e sa perché? – ha aggiunto l’attivista – Perché ho una coscienza storica. Se pensiamo a ciò che ha subìto la partigiana Irma Bandiera, torturata e poi uccisa nel nome di un ideale in cui credeva profondamente, come posso io sentirmi a disagio per il solo fatto di essere nuda? Semmai si sconvolgono i tradizionalisti, ma questo non può che far bene: vuol dire che abbiamo raggiunto lo scopo di far passare la narrativa che ci interessa!”.
Maria Sofia Federico ha un profilo OnlyFans, dove racconta di esercitare la sua professione di “sex worker” senza inibizioni: “Dopo il diploma al liceo scientifico internazionale di Anagni ho seguito la strada del cinema e della tv, ma si è subito rivelata troppo impegnativa. Uno su mille ce la fa. Si arriva tardi a guadagnare per la causa animalista. Eppoi organizzare i blitz non è uno scherzo. Occorrono tempo, dedizione e impegno per studiare la logistica, i tempi dell’azione, i significati simbolici da far emergere durante la dimostrazione, l’arrestabilità…” . L’attivista ha parlato un po’ di sé e del suo rapporto conflittuale con la famiglia. “Sin da piccola ero una bimba solitaria – ha ammesso -. Da piccolissima svenni pensando a Dio e all’infinito, avevo il terrore dell’eternità e della morte. Soffrivo di adefobia. Avevo un’amica del cuore che purtroppo si è allontanata da me definitivamente un aprile, quando avevo 17 anni, durante un viaggio. I miei genitori mi hanno cacciato da casa. Non condividono quello che faccio. Fin da 9, 10 anni però volevo essere d’aiuto al prossimo. Mi sono sempre ritenuta una persona socievole”.
“Mi batto per la libertà sessuale, contro gli stereotipi – ha spiegato – per il miglioramento si se stessi attraverso il veganesimo, e a favore dei lavoratori dei macelli vittime di stress traumatico che esprimono con gesti sconsiderati, perché non è normale la sopraffazione di una specie sull’altra. Lo abbiamo dimostrando ai Capitolini incollandoci alla statua di Marco Aurelio a cavallo, simbolo dell’oppressione dell’uomo sulle altre creature”.
Il suo impegno da attivista si concentra sulla condizione degli animali sfruttati. “Ogni lotta, però richiede un impegno anche economico – ha confessato – Per esempio sono felice di finanziare capre, pecore, cani, asini e tutti gli animali del rifugio Hope, a Viterbo, sottratti allo sfruttamento e all’uccisione e finalmente liberi. Anche per loro ho deciso di guadagnare tanto e in fretta, esponendo il mio corpo su alcuni siti e creando quel personaggio di donna bella, sfrontata, sessualmente libera e attivista che è raro, nel nostro mondo, anche se esistono precedenti di dive del porno politicamente in prima linea, come Cicciolina”. Poi ha aggiunto: “Non escludo di trasferire la mia arte su Pornhub. Da poco ho realizzato un ‘Kebab podcast’ per Radio Kaos Italy. E voglio esportare i miei contenuti multimediali all’estero”.
Maria Sofia Federico ha ammesso di essere spesso vittima di detrattori per le sue battaglie e la sua sfrontatezza ma ha tenuto a precisare: “Non fumo, non bevo, non mi drogo, e credo in valori importanti. Mi mantengo in salute mangiando bene, per questo non ho bisogno né di palestre né di parrucchieri anche se sì, prima dell’azione ai Musei capitolini sono andata a sistemare i capelli. Per ora sto calma, ma se serve sono pronta a varcare il raccordo anulare. Non mi importa niente, mi mettessero in galera chiudendomi per sempre a chiave. Io ci sarò. Non c’è timore che trattenga chi sa di lottare per qualcosa di enorme”.
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16 Febbraio 2024, 15:39