Marco Tardelli, ex centrocampista della nazionale italiana di calcio, si è raccontato in un’intervista rilasciata a “Il Messaggero” e tra le altre cose ha parlato del suo flirt con Moana Pozzi. Un racconto contenuto nel suo ultimo libro dal titolo “Tutto o niente: la mia storia”. Marco Tardelli è stato un grande calciatore e allenatore. Oggi è anche un opinionista televisivo. Ma è ricordato da tutti per la sua corsa irrefrenabile e l’urlo liberatorio di sette secondi dell’11 luglio 1982 dopo aver segnato ai Mondiali di calcio. “Il mio avversario più duro è stata mia madre – svela l’ex campione – Che non voleva assolutamente lasciarmi fare il calciatore: per lei ero mingherlino, sudavo troppo, e rovinavo i pochi vestiti che avevo. Mamma era anche manesca, al contrario di papà – operaio Anas e contadino – ma quando capì che potevo fare qualcosa mi lasciò giocare”. Cosa sognava da ragazzino? “Io volevo solo giocare nel Pisa, la squadra della città, perché così in vista avrei potuto agganciare qualche ragazza in più”.
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“Moana è stata il sogno proibito di generazioni di italiani”
Su di lei e sulle sue conquiste si racconta che nel 1983 ebbe una relazione con Moana Pozzi e durante un ritiro le prese una stanza nello stesso albergo della squadra. Per raggiungerla usò le scale antincendio e salì sul tetto ma rimase bloccato fuori. “Tutto vero – conferma – Moana era bellissima”. “Moana è stata il sogno proibito di generazioni di italiani, e negli anni Ottanta le sue trasgressioni non erano solo pornografia. Ha rappresentato una sorta di rivoluzione sessuale”, ha scritto Marco Tardelli nel suo libro. “Un giorno, durante una telefonata Moana mi ha detto: ‘Ho tanti uomini che mi riempirebbero d’oro per stare al telefono con me’ – ricorda – Forse cercava di farmi capire che voleva qualcosa di più, voleva l’amore, e quello, da parte mia, non c’era”. Alla fine, però, il cuore di Marco Tardelli batteva per la consorte: “Con tutte le mie contraddizioni, amavo mia moglie Alessandra e allora abbiamo capito che era arrivato il momento di dirci addio”. Della vita fuori dal campo racconta: “Ho avuto i problemi della vita come tutti: separazioni, errori di valutazione, ma niente di gravissimo”.
“Soffrivo di ansia da prestazione, superai con il training autogeno”
Marco Tardelli confida anche che, arrivato alla Juventus, prima di ogni partita vomitava l’anima: “Sì è vero, ansia da prestazione. Avevo 20 anni e mi avevano preso dal Como spendendo un sacco di soldi: 950 milioni di lire. Da me si aspettavano grandi cose e io pativo la pressione psicologica”. E aggiunge: “Superai tutto con il training autogeno. Un professore nello spogliatoio mi fece fare esercizi per rilassarmi con la respirazione e la concentrazione. Superai il problema dopo una decina di partite”. Il bilancio della seconda parte della sua vita professionale, quella da allenatore, com’è? “È andata come doveva andare. Non sono mai stato un grande patteggiatore, quello è sicuro: quando avevo le mie idee le esternavo ai dirigenti e ai presidenti e quindi con me c’è sempre stata una certa tensione”. Poi racconta un incontro con Silvio Berlusconi: “Anni fa lo contattai perché volevo organizzare un torneo di vecchie glorie. Lui mi disse: ‘Se viene da me le giro tutto il materiale che ho già preparato per un progetto simile al suo. Le devo dire però che non sta funzionando… Nessuno sponsor ci mette i soldi’. Ho lasciato perdere: se non funzionava con lui, figuriamoci con me”. Oggi Marco Tardelli è fidanzato con Myrta Merlino, la giornalista cha ha appena lasciato La7 per Rete 4. All’orizzonte forse ci sono le nozze. “C’è una possibilità, ma ancora non è fissato niente”, precisa.