Ospite di Serena Bortone a “Chesarà”, Roberto D’Agostino ha tracciato un bilancio dell’ultimo Festival di Sanremo. “A livello musicale questo Sanremo è ben riassunto dal titolo della canzone che ha vinto: ‘La noia’ – ha esordito – Non c’era nessuna creatività. Ma la cosa che più mi ha colpito è la chiave politica. Sanremo ti dice lo stato dell’arte del Paese. Quest’anno è stato commissariato, era una specie di Castrocaro di canzonette (…) Oggi questi cantanti non veicolano niente, non hanno idee, ideologie e ideali”.
“Napoli è rimasta nella sua napoletanità, Napoli è solo Napoli”
Roberto D’Agostino si è espresso anche sulle polemiche su Geolier: “Tu sai che la lingua è la nostra identità. Vince una di Maratea, più giù di Napoli, però canta in italiano. Geolier canta in napoletano stretto, non è riconosciuto dagli altri e quindi l’Italia si divide. Ecco che ci sta questa ribellione del Nord contro il Sud. Napoli poi è rimasta nella sua napoletanità, non ha un dialetto, ha una lingua, non riconosce quello che sta al di fuori della sua autostrada. Napoli è solo Napoli”.
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“Mengoni che è gay dichiarato ha baciato solo donne”
Nel fare un paragone tra il Festival del 2023 e quello del 2024, l’ideatore di “Dagospia” ha fatto outing a Marco Mengoni. “Noi abbiamo un Amadeus che, la prima puntata, apre il sipario, si fa il segno della croce, scende, saluta la moglie e i figli. Dio, patria e famiglia. A differenza dello scorso anno che ci fu lo scandalo del bacio tra Rosa Chemical e Fedez, quest’anno Mengoni che è gay dichiarato col giochino del preserbacino ha baciato solo donne. Non ha baciato Amadeus”, ha affermato.
Peter Gomez: “Anche Mahmood è gay dichiarato, conosco lui e la sua mamma”
A sua volta Peter Gomez, anche lui ospite a “Chesarà”, ha fatto outing ad Alessandro Mahmoud, meglio come conosciuto come Mahmood. “Io Alessandro lo conosco da tantissimi anni e conosco anche sua mamma – ha raccontato – Io ho visto il suo primo concerto, prima che partecipasse a Sanremo. Anche Alessandro è gay dichiarato, ma c’è una cosa che mi raccontava sua mamma. A un certo punto, quando Alessandro era piccolo, torna a casa da scuola e parla alla madre di un altro bambino, ma la mamma non riesce a capire. Alessandro continuava a dire: ‘Ma è il bambino con la maglia a righe gialle e nere’. Poi la mamma lo vede e il bimbo era cinese. Questo vuol dire che i ragazzi di questa generazione non vedono le differenze”.