12 Novembre 2024, 10:18
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Marco Masini è stato protagonista di un intenso monologo a “Le Iene”: dalla morte della madre al successo quasi inaspettato, dalle dicerie sulla sfiga che lo portarono a mollare la musica alla rinascita. Il cantautore e pianista fiorentino racchiude i suoi primi 60 anni in due minuti. “Avevo 19 anni quando morì mia madre – esordisce – Non credo esista un’età giusta per perdere la madre, ma 19 anni sono veramente pochi. A parte il calcio, era la musica la mia passione. E il pianoforte era il mio modo per anestetizzare il dolore. Quando iniziai a lavorare con la musica fu un sogno che si avverava. Facevo il pianista per cantanti famosi, avevo poco più di vent’anni e provavo qualcosa che assomigliava alla felicità. Poi è cambiato tutto velocemente. Si accorsero che cantavo bene, ho partecipato a Sanremo e ho vinto. Il successo, i soldi, un ingannevole senso di onnipotenza”.
“Forse non ero preparato a tutto quello, forse ho fatto degli errori, mi sono comportato in modo sbagliato con persone che non lo meritavano o con persone importanti del mondo dello spettacolo – ammette Marco Masini – Mi sentivo al di sopra di tutti. Macchine costose, una casa nuova, ero convinto che sarebbe stato così per sempre. E invece tutto precipitò in fretta. Quando qualcuno nell’ambiente cominciò a far girare quelle voci fastidiose. Sai, quelle cose odiose che dicevano già da tempo anche di una grande artista che poi si tolse la vita (Mia Martini, ndr). E porta sfiga, emana energie negative. Ma l’unica persona a cui avevo portato sfiga ero io. E non per delle superstizioni stupide ma perché, abbagliato da quel successo troppo veloce, avevo perso di vista quello che veramente era importante per me. La musica”.
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“In poco tempo mi ritrovai senza contratti discografici, senza tv che mi ospitavano, senza radio che mi trasmettevano, senza concerti – racconta il cantautore fiorentino – A un certo punto decisi di smettere. Ero di nuovo al punto di partenza: io, un dolore, e un pianoforte. Sono stato fortunato perché è stato allora che ho ritrovato quella passione che mi muoveva da ragazzo. La voglia di suonare, cercare note e parole, raccontare storie. Poi ci sono tornato a Sanremo e ho anche vinto di nuovo, ma stavolta era diverso. Un secondo calcio di rigore, quando già ne avevo sbagliato uno. E non importa se non sono più i milioni di dischi dei vent’anni, non importa neanche se non ce li ho più vent’anni. Quando capisci che, molto più dei numeri e dei trofei e delle macchine, conta quella passione che ti muove da sempre, allora quel rigore, stavolta, lo segnerai. Con un po’ di fortuna”.
Marco Masini aveva già parlato del suo periodo più buio in un’intervista rilasciata al “Corriere della Sera”. Era il 2000 quando cominciarono a circolare quelle voci assurde. L’anno dopo, l’artista annunciò che non avrebbe cantato più. “Non volevo ritirarmi – spiegò – solo avvisare i miei fan che non era colpa mia se non mi si vedeva più in giro. Le tv non mi volevano ospitare. Quelli della mia casa discografica mi comunicarono: ‘Ci spiace, ma sei un prodotto invendibile’. So chi è stato a mettere in giro la voce. Un addetto ai lavori. Lo stesso che, ogni volta che mi si nominava, faceva le corna o altri scongiuri. I colleghi, gli amici, per fortuna mi sono rimasti vicini. Eros Ramazzotti è tra quelli che più mi hanno difeso”.
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12 Novembre 2024, 10:18