15 Luglio 2023, 12:40
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Ospite di Peter Gomez a “La Confessione”, Marco Giallini, 60 anni, ripercorre la sua vita e la sua carriera. Famiglia operaia, sin da ragazzo fa tanti lavori: lo scaricatore, il venditore di bibite, l’imbianchino. A 22 anni entra nel mondo della recitazione frequentando la scuola teatrale La Scaletta ma per il primo ruolo importante bisogna attendere il 1998 quando recita ne ‘L’ultimo Capodanno’ di Marco Risi. La vera svolta arriva nel 2012 con il Nastro d’argento vinto con ‘A.C.A.B. – All cops are bastards’ con la regia di Stefano Sollima e la nomination ai David per ‘Posti in piedi in Paradiso’ di Carlo Verdone.
Il successo di pubblico arriva anche con l’interpretazione de ‘Il terribile’ nella serie tv ‘Romanzo criminale’ e con il film ‘Perfetti sconosciuti’ di Paolo Genovese che gli vale la candidatura come migliore attore protagonista ai David di Donatello 2016. A partire da quell’anno Marco Giallini interpreta anche il ruolo di Rocco Schiavone, serie televisiva su Rai2 giunta alla quinta stagione. Grande appassionato di moto e musica, l’attore ha due figli, Rocco e Diego, avuti dalla moglie Loredana morta per un’emorragia cerebrale nel luglio del 2011.
Marco Giallini si è laureato in Lettere ma il suo rapporto con la scuola è stato altalenante. “Ho ricominciato a studiare a 28 anni – svela a Peter Gomez – Avevo fatto due anni di superiori, mi piaceva molto studiare ma non era aria. Poi ho ripreso, mi sono diplomato e mi sono iscritto all’università. A 28 anni lavoravo, facevo l’imbianchino. Il pomeriggio andavo a scuola, la sera andavo dalla mia ragazza. Non pensavo di potercela fare, sono uno abbastanza pigro. Però quando mi lancio, posso fare qualsiasi cosa”. L’attore romano parla della sua famiglia d’origine, in particolare del padre e del fratello Giuseppe a cui “è mancato l’ossigeno al momento del parto”. “Per noi era il fratello preferito”, confida. Il suo cruccio più grande è che il padre, come del resto sua moglie Loredana scomparsa prematuramente, non abbiano fatto in tempo a vedere la sua ascesa.
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“Mio padre faceva l’operaio ed è morto di fatica senza lamentarsi – racconta – Come tanti, anche se adesso li vedo di meno. La mia era una famiglia di sinistra. Papà ha votato per il partito socialista, poi per il Pd. Amava il cinema, è stato lui a trasmettermi questo amore. Mi scoccia molto che non abbia visto il mio successo. Neanche mia moglie l’ha visto. Lo vedono i miei figli, a suon di 100 euro. Godono solo loro fondamentalmente. Se guadagno molto? Sì, non quello che mi meriterei (ride)”. Tra le amicizie strette nell’ambiente cinematografico annovera quella con Valerio Mastandrea: “E’ un grande amico, forse un fratello. Parliamo poco. E’ uno che mi ha sponsorizzato molto. E’ il padrino di Rocco”.
La conversazione si sposta sulla moglie Loredana. Il loro amore è durato quasi 30 anni. “Sono passati 12 anni (dalla sua scomparsa, ndr.) ma un lutto del genere non si può metabolizzare – confida – Ma poi perché lo si deve metabolizzare? Lo metabolizzi, ma poi rimane. Quando avevamo 300 euro in banca, ridendo con le amiche, lei diceva che ero un investimento perché in qualche modo sapeva che qualcosa avrei combinato. Un po’ ha visto… giravo il film con Carlo Verdone e ‘A.C.A.B. è l’ultimo mio film che ha visto, non proiettato”. Il più grande dispiacere, rivela l’attore, non è per la sua carriera ma per i suoi due figli: “Non voglio far piangere nessuno in televisione, ma insomma per due ragazzini, uno di 5 anni e uno di 12, che stanno andando al mare, una cosa così improvvisa è qualcosa di terribile. Questo è terribile per me, è terribile per chi l’ha subito ieri e per chi lo subirà. E speriamo che non succeda più a nessuno, ma è un augurio inutile. Insomma, uno la deve metabolizzare, non è che non la metabolizzi. Vivi con tua moglie vicino, come Rocco Schiavone con Marina”.
A fine intervista, come da tradizione, l’ospite ha un minuto per fare una confessione guardando la telecamera. Marco Giallini si rivolge alla moglie: “Cara Loredana, in questo caso Dio c’è ed essendoci Dio i ragazzi li puoi vedere e stanno bene. Quanto a me, finalmente hai scoperto che ti amo e ti ho amata. Beh…25 anni. Ciao”. “Morire è prassi ma non a 40 anni – disse Marco Giallini in un’intervista rilasciata due anni fa al “Corriere della Sera” – Non fra le mie braccia, mentre prendiamo le valigie per le vacanze. Ma non sono l’unico a cui è successo. Fare a meno è questione di testa, anche fare a meno delle menti dei bimbi non più chiare, del loro pensiero: vorresti sapere che pensano il giorno della festa della mamma o quando spegni la tv e quello, a 5 anni, strilla: mamma mamma”. Con Loredana “ci parlo ancora. Quando sto solo e qualcosa non va. Dico: Eh amore mio…”.
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15 Luglio 2023, 12:40