“Sa cosa ho fatto con parte del legato che mi ha lasciato Silvio? Ho comprato il manoscritto originale del ‘Mastro Don Gesualdo’ di Verga. Sarà esposto nella biblioteca siciliana che sto costruendo ad Agrigento”. A parlare così in un’intervista a “Il Foglio” è Marcello Dell’Utri, amico storico di Silvio Berlusconi e fondatore, insieme al Cavaliere, di Forza Italia. L’ex senatore, destinatario di un lascito di 30 milioni di euro, parla nel giorno in cui si celebrano i 30 anni del partito. Un compleanno che, a suo dire, andava festeggiato in sordina.
“Mi hanno invitato (alle celebrazioni, ndr.). Mi ha telefonato Maurizio Gasparri – confessa – Ma che cosa vuole che si dica in una giornata come questa? Quali parole sarebbero adatte? Solo il silenzio. Io avrei organizzato una giornata di silenzio. E poi non sono stati invitati tutti i veri fondatori di Forza Italia, gli uomini di Publitalia. Miccichè, Ghigo, Galan… per citare i primi che mi vengono in mente. Non vado anche per rispetto nei confronti di queste persone. Quelli che c’erano sul serio”. “Io avrei fatto una cosa breve – insiste – Di mezz’ora. Avrei letto dei pensieri del Cavaliere e detto: ‘Riflettiamo in silenzio’. Magari sbaglio, ma cosa diranno oggi? Cosa dirà Letta? Cosa c’è da dire?”.
“Pier Silvio in politica? Una sciocchezza che scrivono alcuni”
Marcello Dell’Utri parla del post Berlusconi: “Di Silvio restano le ceneri. Resta un partito che vive nel suo nome e resta un’azienda che, questa sì, è saldamente in mano ai suoi figli. E funziona”. Con i figli del Cavaliere ha “un rapporto di affetto vero e sincero”. “Mediaset – afferma l’ex senatore – è un lascito ben raccolto. Pier Silvio ha preso le redini in maniera decisa. E’ presente. Fininvest e Mondadori con Marina sono in buone mani. Tutto questo rimane. Purtroppo non rimane Silvio, ma ha lasciato una bella eredità: la sua azienda e la sua famiglia. I figli, i primi e i secondi, non hanno litigato. Si tengono tutti insieme in un vincolo che è la loro forza. Guardate i Del Vecchio, guardate i Caprotti. Ci sono famiglie che sono esplose intorno all’eredità del padre. Invece i figli di Silvio hanno fatto tutto in grande armonia. E intelligenza. Non è poca cosa. E penso che il merito sia di Berlusconi”. E dei rumors su un ingresso in politica del secondogenito del Cavaliere dice: “E’ una sciocchezza che scrivono alcuni. Non ci credo. Pier Silvio è troppo intelligente per fare una cosa del genere. Anche Marina. Non esiste”.
“Oggi Forza Italia è un bel marchio che ricorda Silvio Berlusconi”
Marcello Dell’Utri torna indietro con la memoria al 1994, al giorno in cui Silvio Berlusconi scese in campo: “A Macherio registrò quel videomessaggio di cui aveva studiato l’effetto d’ogni parola”. Tutti, compresa la madre del Cavaliere, erano contrari. Oltre a Marcello Dell’Utri, l’unico favorevole era Ennio Doris. “Letta un giorno mi prese da parte – ricorda – dicendomi con forza che dovevo smetterla di aiutare Silvio con questa idea suicida. E io gli rispondevo: ‘Ma secondo te io posso non fare quello che mi dice Silvio?’. Ma lui insisteva. Finì che il giorno dopo la vittoria alle elezioni Letta era già a Palazzo Chigi. E di fatto è stato lui il capo dei governi nella gestione corrente”. “Oggi Forza Italia è un bel marchio che ricorda Silvio Berlusconi – sentenzia l’ex senatore – Alle elezioni europee è tanto se terrà. Ma non crescerà come pensano alcuni dirigenti. Ci sono persone che la voteranno, sì. Perché è ancora vivo il ricordo di Silvio. Ma nulla più. Antonio Tajani è l’unico che era rimasto disponibile e spendibile in quel partito. E poi è anche uno storico, Tajani. C’era dall’inizio. E ha fatto la sua dignitosissima carriera nelle istituzioni”.
“Antonio Ricci faceva inca**are anche Silvio ma se lo teneva perchè è bravo”
Marcello Dell’Utri nega frizioni tra la famiglia Berlusconi e Giorgia Meloni. E a proposito dei fuorionda di Andrea Giambruno trasmessi da “Striscia La Notizia” dice: “Quello è Antonio Ricci. Ricci ha sempre fatto quello che voleva. Faceva inca**are anche Silvio. Qualche volta lo danneggiava pure, sul piano politico. Perché se lo teneva? Perché è bravo e perché lo ha sempre fatto guadagnare. Guardi che Berlusconi è l’unico al mondo che ha monetizzato anche gli sputi che riceveva. Un genio. Ricci lo attaccava? Ebbene Silvio in prima battuta s’innervosiva, poi però ci ripensava su, e con un sorriso esclamava: ‘Però hai visto quanti ascolti ha fatto?’. Lei sa cosa vuol dire fare audience?”. L’ex senatore dice la sua sul passaggio di Bianca Berlinguer a Mediaset: “Quei programmi sono tutti uguali. Uno manco si accorge se sta su Rete 4 o su un altro canale. È la Berlinguer che fa esattamente quello che faceva anche prima. A me questi talk-show sembrano l’orrore puro. L’unica che si distingue un po’ è La7, quella più moderna da questo punto di vista”.
Il plauso a Giorgia Meloni: “Non si atteggia, non copia un modello straniero”
Secondo Marcello Dell’Utri, Giorgia Meloni potrebbe essere l’erede di Berlusconi in politica: “E’ stata ministra di un governo di Silvio. Le consiglierei di continuare a essere sé stessa. Che è la sua forza. Lei non si atteggia, non copia un modello straniero. Guardi, se Silvio fosse ancora qui tra noi penso che suggerirebbe a Meloni di fare un partito unico del centrodestra. Di costruire quella cosa che Silvio non è riuscito a fare con il Pdl, perché era un genialissimo impolitico (…) Certamente ha le carte in mano, pronte. Vedremo se saprà giocarle. Anche individuando il momento giusto in cui lanciare questo nuovo partito”.
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“Mi manca la voce di Silvio, la sua telefonata notturna, il suo invito a pranzo”
“Credo che il problema oggi sia che le persone in gamba non la vogliono fare la politica – afferma il fondatore di Forza Italia – Oggi la politica è screditata, quello stesso discorso non si potrebbe rifare. Non gliene frega niente a nessuno di fare il senatore. Quindi il problema è grosso, anche per Meloni. Che comunque ha anche gente in gamba attorno”. Il finale dell’intervista è nostalgico: “Cosa mi manca di più di Berlusconi? Mi manca la sua voce. La sua telefonata anche notturna. Il suo invito a pranzo. La sua conversazione”. “Che avrebbe detto il Cav. del fatto che lei con parte del lascito testamentario ci ha comprato dei libri?”, chiede il giornalista de “Il Foglio”. “Silvio faceva una battuta che non posso ripetere a proposito della mia passione per i libri, che era diversa dalla sua passione. Non la dirò neanche sotto tortura”, conclude Marcello Dell’Utri.