Affetta dalla "malattia del suicidio", la storia di una 28enne

Affetta dalla “malattia del suicidio”, la storia di una 28enne

Germana Bevilacqua

Affetta dalla “malattia del suicidio”, la storia di una 28enne

| 04/01/2025
Affetta dalla “malattia del suicidio”, la storia di una 28enne

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Emily Morton, una ragazza di 28 anni, è affetta dalla cosiddetta “malattia del suicidio”, una sindrome così chiamata perchè provoca un dolore talmente atroce da spingere chi ne è affetto a desiderare la morte per mettere fine a quella sensazione. Più che un dolore, una scossa elettrica che colpisce il viso e condiziona i gesti più comuni come parlare, sorridere, masticare. Si tratta della nevralgia bilaterale del trigemino. Alla donna è stata diagnosticata la forma più severa della malattia. La sua esistenza è stata distrutta dal dolore che ha cambiato la sua vita nel profondo. Emily Morton si era appena sposata, ma il suo progetto di mettere su famiglia è naufragato a causa dell’insorgere di questa sindrome.  Sulla pagina di GoFundMe dove è stata organizzata una raccolta per lei, si legge: “Emily era in salute e viveva una vita felice insieme a suo marito (da poco)”.
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Emily Morton (Foto Gofundme)

Affetta dalla “malattia del suicidio”, non può sfiorarsi la faccia senza soffrire

Rachel, la sorella della donna, spiega: “Tutto è iniziato con un forte dolore al dente. Si è immediatamente rivolta a un dentista, ma tutti i test e le radiografie erano inconcludenti, mentre la sofferenza era reale e sempre più intensa”. La donna le ha provate tutte, ma nessun antidolorifico funzionava. Poi è sopraggiunta anche la perdita del padre. “Nelle settimane successive il dolore è aumentato rapidamente – continua la sorella -. Immaginate che i vostri denti vengano schiacciati e strappati da un dentista invisibile per tutto il giorno. Riusciva soltanto ad agitarsi nel letto, urlando tutto il giorno. Poi sono arrivati nuovi sintomi: scosse elettriche, una sensazione bruciante e tagliente su tutto il viso. Emily aveva paura e anche la sua salute mentale ha iniziato a declinare. Non può sfiorarsi la faccia senza soffrire tanto da rimanere in ginocchio. Non può parlare, sorridere, mangiare, dormire, lavarsi i denti”.
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Emily Morton (Foto Gofundme)

La donna e la famiglia sperano ora in un nuovo tipo di neurochirurgia a ultrasuoni

La sorella della donna rivela inoltre che Emily “ha dovuto abbandonare il lavoro che amava, ha perso la casa. Lei e suo marito, sempre al suo fianco, vivono con me e la mamma. Anche lui ha dovuto lasciare il lavoro per dedicarsi a Emily”. Da quando è iniziato il calvario di Emily Morton sono trascorsi due anni e mezzo e la donna si è sottoposta a diversi e costosi trattamenti in Australia. La 28enne è volata fino in Europa per provare altre cure, ma senza successo. La donna e la famiglia sperano ora in un nuovo tipo di neurochirurgia chiamata MRI Focused Ultrasound: onde ultrasoniche sarebbero focalizzate con precisione in una regione del cervello chiamata talamo per interrompere i segnali del dolore. Per affrontare le enormi spese di questo trattamento, oltre 20mila dollari, sua sorella Rachel ha aperto una raccolta fondi che ha già superato i 20mila.

Pubblicato il 04/01/2025 09:57

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