03 Settembre 2024, 11:52
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Matteo Salvini rilancia sui social una vecchia dichiarazione di Domenico Dolce e Luca Trapanese insorge. “Sono gay, non posso avere un figlio – dichiarò lo stilista siciliano nel 2015 in un’intervista a “Panorama” – Credo che non si possa avere tutto dalla vita, se non c’è vuol dire che non ci deve essere (…) La vita ha un suo percorso naturale, ci sono cose che non vanno modificate. E una di queste è la famiglia”. “La penso come Domenico Dolce. Amore, buonsenso, equilibrio, futuro”, comunica il leader della Lega via Instagram. Dallo stesso social network arriva la riflessione di Luca Trapanese, l’assessore al Welfare del Comune di Napoli che nel 2017 da single ha prima preso in affido e poi adottato Alba, una bimba affetta dalla sindrome di Down rifiutata da 30 famiglie. L’uomo è omosessuale dichiarato.
“Rimango incredulo e perplesso dalla affermazione limitante e limitata di famiglia, espressa da Domenico Dolce nel 2015 e ricordata, in modo strumentale e bieco, qualche giorno fa da Matteo Salvini che parla impropriamente e ipocritamente di famiglia – esordisce Luca Trapanese in un lungo post – Il ministro e lo stilista dovrebbero ben sapere quanto sia, invece, innaturale considerare la vita solo come un percorso di natura, escludendo la dimensione culturale che la connota di quelle specificità e unicità rendendola preziosa e singolare proprio come un capo di abbigliamento, reso straordinariamente pregiato non solo dalla qualità della materia prima bensì, da quella variabile culturale, figlia di una genialità che perennemente trasforma, modifica, inventa, crea, generando quei prodotti che sono meravigliosamente diversi, non omologati e per questo, unici e preziosi, proprio come le famiglie che per cultura e tradizione esprimono, nelle diverse e colorate formazioni, una diversità che è ricchezza, bellezza, amore”.
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“Avere un figlio è un dono di natura ma anche un’opportunità che la società e la cultura ti possono donare – continua il papà di Alba – Accogliere un bambino che per natura biologica non è tuo, è l’espressione di un amore al quadrato perché è il frutto non di una relazione di sangue ma di una scelta, pari a quella che due innamorati estranei fanno. È un’alchimia dove entrano in gioco valori che vanno ben al di là della dimensione naturale. Io, pur essendo gay, ho avuto da sempre la vocazione alla paternità che ho realizzato, grazie non tanto alla natura quanto alla cultura, in questo caso legislativa, di poter adottare Alba. Non l’ho partorita, non l’ho generata ma l’ho da subito amata, di un amore incondizionato, ricambiato e quotidianamente alimentato tanto da costituire un nucleo familiare fondato non sul sangue ma sull’amore”.
“Ritengo che la mia famiglia, costituita da me e Alba, generata dall’amore, non sia minoritario, anzi… Lo ritengo egualitario e, per certi versi, superiore perché basato solo sull’amore e non sul vincolo di sangue – conclude – Questa esperienza da me vissuta quotidianamente mi porta ad affermare che SONO GAY E POSSO AVERE DEI FIGLI, PERCHÉ SO AMARE… QUESTO È SUFFICIENTE AD ESSERE PADRE E FAMIGLIA”.
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03 Settembre 2024, 11:52