Lorenzo Fragola e gli attacchi di panico dopo "X Factor"

Lorenzo Fragola e gli attacchi di panico dopo “X Factor”: “Fedez non mi diede supporto”

Daniela Vitello

Lorenzo Fragola e gli attacchi di panico dopo “X Factor”: “Fedez non mi diede supporto”

| 04/03/2024
Lorenzo Fragola e gli attacchi di panico dopo “X Factor”: “Fedez non mi diede supporto”

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Che fine ha fatto Lorenzo Fragola? Il cantautore catanese che nel 2014 vinse l’ottava edizione di “X Factor” è sparito dai radar da anni. Il 28enne è riapparso nelle scorse ore e ha rilasciato un’intervista al quotidiano “Il Messaggero” in cui parla di salute mentale, punta il dito contro un “sistema” che lo ha logorato e descrive il suo rapporto con Fedez che gli fece da coach nel talent di Sky. L’artista catanese entrò a far parte della Newtopia, la società di management del rapper. Lorenzo Fragola racconta di non aver saputo gestire il successo arrivato all’improvviso: “Mi ritrovai in gara al Festival di Sanremo a soli 19 anni, subito dopo X Factor. Ero stato in studio di registrazione una volta. Non sapevo neppure cosa stessi facendo. Ma la minaccia che si prospettava da parte di chi lavorava con me in quel momento suonava più o meno così: ‘Se non vai a Sanremo rischi di non poter fare questo lavoro a lungo termine’. Mettetevi nei panni di un diciannovenne: cosa avrei dovuto fare?”.

Lorenzo Fragola (Foto Instagram)

“Quando cominci a dire tanti ‘no’, alla fine vieni percepito come uno difficile”

“Non mi veniva dato neppure il tempo di ragionare su quello che stavo facendo – afferma – Mi facevano proposte e pretendevano risposte secche: ‘Sì o no’. Io non avevo neppure gli strumenti per capire a cosa stessi dicendo ‘sì’ o ‘no’. Alla fine sulle cose che andavano bene non potevo prendermi dei meriti, mentre la colpa delle cose che andavano male ricadeva puntualmente sui miei ‘no’. Mi proposero di fare la pubblicità di un’automobile. Dissi: ‘Ma che c’entro?’. Io volevo scrivere canzoni. Un’altra volta mi proposero di scrivere un libro sulla mia vita. Ma che dovevo raccontare, a 20 anni? Quando cominci a dire tanti ‘no’, alla fine vieni percepito come uno difficile. Non te lo dicono in maniera esplicita, ma ti fanno capire che la rinuncia a quella cosa potrebbe avere gravi conseguenze, soprattutto quando girano tanti soldi”. Lorenzo Fragola parla in termini poco lusinghieri del suo manager Fedez: “Il rapporto, pessimo, durò pochissimo. Non aveva niente a che fare con il mio modo di vedere le cose. Era stato il mio giudice e in un momento in cui non sapevo di chi fidarmi mi aggrappai a lui. Non avevo molta scelta. Da parte sua non ricevetti supporto”.
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Fedez (Foto Instagram)

“Andai in terapia per risolvere gli attacchi di panico”

Nel 2021 Lorenzo Fragola ha perso il padre Davide. L’uomo, in forza alla Squadra Mobile di Catania, è morto a 56 anni dopo aver lottato contro una grave malattia. In quel momento, il cantautore catanese è crollato. “Andai in terapia per risolvere gli attacchi di panico: ma quelli erano gli effetti di qualcosa di più profondo, una forma di depressione. E naturalmente c’entrava anche il lavoro”, confessa. Nel 2022 arrivò a mostrarsi su TikTok dopo essere stato colpito da un attacco di panico. “È un’esperienza terribile, ma volevo mostrarlo per dire a tutti quelli che soffrono che bisogna parlarne e farsi aiutare. È un disturbo e non c’è vergogna alcuna”, disse al fine di sensibilizzare persone con lo stesso disturbo.

Lorenzo Fragola (Foto TikTok)

“Il 90% dei colleghi usciti da un talent sono finiti in terapia: c’è qualcosa di endemico”

Nell’intervista a “Il Messaggero”, Lorenzo Fragola spiega perché per molto tempo il tema della salute mentale è stato un tabù tra gli artisti: “Prima c’era la paura di essere giudicati, percepiti come membri di una casta di privilegiati che non avevano il diritto di mostrare le proprie debolezze. Ora si è capito che essendo così esposti, siamo più esposti anche alle pressioni. In questo ambiente si è soli. C’è tanta competizione. Le posso garantire che il 90% dei colleghi usciti da un talent sono finiti in terapia: vuol dire che c’è qualcosa di endemico. Chi è ai vertici di questo sistema, a partire dai discografici, dovrebbe farsi un esame di coscienza: così ci portate all’esaurimento”. “Grazie alla terapia sono tornato ad amare la musica: per molto tempo era diventata un nemico – conclude – Sto lavorando all’ultimo disco previsto dal contratto firmato dieci anni fa con Sony, quando ero un ragazzino alle primissime armi. Poi vedrò cosa succederà”.


Pubblicato il 04/03/2024 18:02

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