Levante: “Sono stata con un uomo che mi ricattava"

Levante: “Sono stata con un uomo che non si è rassegnato al mio ‘non ti amo’, ho denunciato”

Germana Bevilacqua

Levante: “Sono stata con un uomo che non si è rassegnato al mio ‘non ti amo’, ho denunciato”

| 06/03/2024
Levante: “Sono stata con un uomo che non si è rassegnato al mio ‘non ti amo’, ho denunciato”

9' DI LETTURA

Levante, al secolo Claudia Lagona, ha alle spalle un periodo molto buio segnato dalla depressione post partum e da un’esperienza traumatica legata a un rapporto tossico. In Italia in media c’è una vittima ogni quattro giorni, oltre ai reati spia che preludono al femminicidio come lo stalking o gli atti persecutori. “Sì. Anche io ci sono passata – ammette la cantautrice in una intervista a “Vanity Fair – Non posso più continuare a dire di sapere che cosa provano certe donne senza confessarlo. Sto cercando le parole. Sono stata con un uomo che ha deciso di non rassegnarsi al mio ‘non ti amo’”.

Levante racconta come è iniziata: “Proprio una decina di anni fa mi sono infatuata di un uomo. Da subito è stato molto geloso. Mi controllava: ‘Dove sei? Perché non mi rispondi?’. Il più delle volte mi ero solo addormentata sul divano e non avevo sentito il cellulare. Eppure, in una sorta di meccanismo malato, dovevo giustificarmi con lui. Erano segnali, sia i suoi sia i miei. A ogni modo ho capito abbastanza in fretta che non ero innamorata e gliel’ho detto. Non potendomi più avere ha perso le staffe”.

Levante (Foto instagram)

“Ha tentato di ricattarmi: aveva dei nostri filmati, file privati. Mi chiamava in continuazione”

Da lì inizia l’incubo, un baratro in cui l’artista tocca il fondo prima di ritrovare la via d’uscita. “Non mi ha mai picchiata – precisa – Ha tentato di ricattarmi: aveva dei nostri filmati, file privati. Mi chiamava in continuazione: ‘Sto male’, mi implorava, e così passavo ore al telefono a cercare di tranquillizzarlo. Mi ha scritto 980 mail nel giro di un mese, che significa circa 30 ogni giorno. Tutti attorno a me erano preoccupati: i famigliari, le amiche… Io ero spaventata, ma forse non abbastanza, in quel momento. Non pensavo che arrivasse a farmi del male, temevo più per lui, come raccontava alla sorella Giulia Cecchettin”. Poi aggiunge: “A me, a differenza sua, è andata bene. Sono viva”. Levante spiega come ha affrontato la situazione: “A un certo punto ho provato soprattutto vergogna, molta vergogna. Mi sentivo stupida: non sapevo come gestire la situazione che proseguiva da un paio di mesi. Fino a quando un amico avvocato mi ha consigliato di denunciare”.

“Mi sono presentata nella prima questura con il malloppo di mail stampate – confessa – C’era una donna carabiniere, fredda, che mi riempiva di domande: immagino che sia la prassi, però ero terribilmente a disagio, sono scoppiata a piangere. Mi ha indirizzata a un’altra questura. Lì l’unica cosa che percepivo era il giudizio del carabiniere di turno, il suo minimizzare: ‘Signorina, deve stare attenta! Perché non è stata attenta? Se ne sentono di storie così’. Del resto il nostro è un mondo di maschi, che protegge i maschi. Alla fine hanno vietato a quella persona di avvicinarsi a me, per quanto possa valere”.

Levante (Foto Instagram)

“Ogni tanto mi scrive ancora e mi chiede scusa. L’ho perdonato”

L’incubo sembra ormai alle spalle, ma l’uomo non è del tutto sparito dalla sua vita. “Ogni tanto mi scrive ancora e mi chiede scusa – racconta ancora – Ci ha tenuto a dirmi che gli hanno diagnosticato un disturbo bipolare e che ha iniziato un percorso di psicoterapia. Io non gli rispondo e allora cancello i messaggi. Mi auguro solo che questa intervista non lo spinga a contattarmi”. Poi ammette: “L’ho perdonato. Ho capito di non averlo incontrato nell’amore, ma nel dolore. Il suo e il mio. Questa persona ha rivelato anche un mio grande problema e cioè l’attaccamento a un certo tipo di uomo: mio padre Rosario, che ho perso quando avevo nove anni. Per quanto l’abbia conosciuto e lo ricordi, non era violento, però era duro, severo, intransigente. Per diverso tempo sono stata affascinata da persone che gli somigliavano”.

La cantante rivela quanto sia difficile arrivare alla decisione di parlarne e affrontare il problema: “Ha presente quando, con estrema stupidità, qualcuno si domanda: ‘Ah, perché quella ci ha pensato vent’anni prima di denunciare che è stata stuprata?’. Perché 19 le sono serviti per perdonare sé stessa e l’ultimo per trovare il coraggio”. E poi, chi è che ama parlare dei propri fallimenti? Per tanto tempo ho percepito quell’esperienza come tale, un errore che ha portato dolore anche ad altre persone”.
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Levante (Foto Instagram)

“Sembriamo tutti depressi, forse perché lo siamo. Ecco, lo dico: sono triste e prendo i farmaci”

La psicoterapia l’ha aiutata a superare questo momento difficile e a guardare oltre. “Era un percorso che avevo già iniziato molto prima, però l’avevo interrotto e ho sbagliato – ammette -. Dovevo curare le mie stanze buie: avere gli strumenti per capire sé stessi aiuta a capire chi hai di fronte e non lasci che i suoi traumi triggerino i tuoi. Mai come adesso si parla tanto di educazione all’affettività. Da mamma dico che parte dai genitori. Se un padre manca di rispetto alla madre davanti al figlio, quel figlio mancherà di rispetto alla sua compagna in futuro. Dobbiamo ripulire il linguaggio e allenare il pensiero. Sembra retorica, non lo è. Un bambino che vede violenza reagisce con violenza”. Poi aggiunge: “Oggi stiamo assistendo alla prossima guerra, quella del 2050: che adulti diventeranno i ragazzini di Gaza dopo tutto questo orrore? Se uno di loro porta nello zaino il fratellino morto, come si comporterà quando crescerà? Abbiamo normalizzato la violenza e i conflitti. E non siamo riusciti a fare altrettanto con le fragilità”.

“Tanti oggi parlano di depressione – prosegue – . L’ultimo è stato Sangiovanni. Gli ho scritto un messaggio: ‘Io sono qua. Se sei in una stanza buia, e io ci sono stata, sappi che puoi bussare a questa porta quando vuoi’. Sembriamo tutti depressi, forse perché lo siamo. E allora diciamocelo. Ecco, lo dico: sono triste e prendo i farmaci”.

Levante e Sangiovanni (Foto Instagram)

“Ero felice per l’arrivo di Alma e volevo buttarmi dalla finestra”

Levante ha attraversato una lunga depressione post partum che l’ha portata a pensare anche di volare giù da una finestra, ma la sua bimba Alma Futura l’ha salvata. “Prendo ancora farmaci – ammette – perché i tempi di cura sono lunghi. E, come spiego in Levante Ventitré, io ho anche dei tratti depressivi pregressi che mi accompagnano dall’infanzia. Tra l’altro, ancora oggi le persone meno sensibili non capiscono bene la depressione: non sanno che chi ne soffre possa non rendersene conto. Per me è stato così. Non ne avevo contezza: ero felice per l’arrivo di Alma e volevo buttarmi dalla finestra. Oscillavo tra la gioia di aver dato la vita e la tristezza di non avere più me. All’inizio pensavo fossero gli ormoni. Nessuno mi aveva preparata. Nemmeno mia madre, che solo a un certo punto mi ha detto: ‘Sì, sono stata un po’ giù’. Ma non mi ha messo in allerta, sarà che lei è pudica, parla poco”.

“Quando mi sono ripresentata dalla psicoterapueta, mi ha chiesto: ‘Claudia, perché non sei venuta prima?’ – ricorda – Chi riusciva a spingermi fuori di casa e ad allontanarmi da Alma, continuamente attaccata al seno? Segui il corso pre-parto e non ti danno gli strumenti per affrontare il post, senza considerare che il corpo ce la fa comunque, è il cervello a non farcela. Mi verrebbe voglia di aprire un consultorio che sostenga le donne proprio dopo la gravidanza. Perché io le giuro che pensavo a quella finestra. Mi ha salvata Alma: sono cresciuta senza un genitore, non le avrei mai lasciato attraversare la medesima sofferenza”.

Levante con la figlia Alma Futura (Foto instagram)

“Io e Pietro non ci sposiamo, l’amore è eterno finché dura”

A Sanremo 2023, finita l’esibizione, a una perfetta sconosciuta dietro il palco, Levante ha detto: “Io volevo morire”. Ed è scoppiata a piangere. “È andata così – ammette -. Non ero pronta. Non ero pronta a cantare quella confidenza istintiva, a sbatterla davanti alle telecamere, a presentarmi come l’eroina di me stessa. Infatti avrei preferito portare un altro brano, Mi manchi, invece di Vivo. Però Amadeus ha scelto il secondo. Ed è quello che Alma sa a memoria e canta”. L’artista parla dell’avventura di essere la mamma di Alma: “Nel futuro mi vedevo anziana, sola, felice e piena di anelli, come ora. Non volevo figli e non li cercavo, non perché fossi una brutta persona. Ero semplicemente Levante, piena di tour, di progetti, di creatività, di voglia di comunicare. Ma in qualche modo il destino sa sempre raggiungerti. Pietro (Palumbo, il compagno e padre di Alma, ndr) è stato così empatico…”.

Nessun matrimonio in vista: “Non ci sposiamo. Sono d’accordo con Carlo Verdone: l’amore è eterno finché dura.  L’ho capito dal mio primo matrimonio. Quando ho sposato Simone ero molto innamorata, ma forse ero troppo giovane e troppo poco consapevole. La fede al dito e quel ‘per sempre’ davanti a Dio, poi, mi creavano una nuvola d’ansia fotonica. Sì, ci siamo sposati in chiesa, non per volontà mia. Una chiesa gremita dei miei parenti e degli amici di Simone che arrivavano da tutto il mondo: lui è un deejay internazionale. Poiché molti degli invitati non parlavano italiano, io pregavo a voce altissima”. Poi aggiunge: “Magari io e Pietro moriremo insieme mano nella mano, però niente matrimonio”.

Levante con il compagno Pietro Palumbo (Foto instagram)

“Alma ha preso da me. In Sicilia si dice: è proprio una cummanera, una capitana”

La maternità non cercata si è trasformata nella splendida avventura di vedere crescere la figlia, ma sulla possibilità di fare il bis dice: “No. Anche se, da quando ha visto Frozen, Alma ogni tanto mi dice: ‘Vado dalla mia sorellina’. Alma è molto portata per il canto e per il ballo, segue lezioni di musica per bambini piccoli dove familiarizza con il ritmo e le note. L’altro giorno ci ha tenuto a spiegarmi che una croma dura il tempo di un bacio. Ha preso da me. In Sicilia si dice: è proprio una cummanera, una capitana. Io però le auguro di diventare un’altra cosa, così che non debba mai subire i paragoni e le ingiustizie da figlia di”. Del mondo della musica dice: “Con me non è empatico. Però forse è colpa mia. Spesso mi viene riferito che ho un’immagine austera, da intellettuale che mette le distanze. In verità non voglio mai disturbare, ma una volta che entro in contatto con te mi apro come un bignè. Per i dieci anni di ‘Manuale distruzione’ ho preparato una riedizione con delle featuring. Uscirà presto. Pensavo fosse più facile entrare in connessione con gli artisti”.

“Dopo la prima volta a Sanremo nel 2020 ho pensato: mai più. Idem dopo l’ultima. È il palco più difficile. In tv mi sento debole, perché il rapporto con il pubblico è filtrato. Quest’anno molti colleghi si sono esposti, li stimo e li ho supportati. E il giorno dopo che Mara Venier ha letto il comunicato pro Israele dell’ad Roberto Sergio, ho preso posizione: non ero d’accordo. Non sono d’accordo”, conclude.

Pubblicato il 06/03/2024 09:47

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