18 Marzo 2013, 11:15
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E’ stata una seconda decade di Marzo molto fredda e nevosa in molte aree del vecchio continente, dove l’inverno continua a farla da padrone, con temperature molto rigide, nevicate diffuse e venti piuttosto sostenuti, che accentuano le condizioni di gelo. In settimana, vista la persistente crisi di un vortice polare ancora diviso in più “lobi”, alla deriva fra Artico canadese e comparto siberiano, una nuova e più intensa avvezione di aria artica, d’estrazione artico marittima, ha invaso l’intero settore orientale e settentrionale dell’Europa, alimentando una profonda depressione, sviluppatasi lo scorso mercoledì 13 Marzo fra Baleari e mar di Sardegna, che nella giornata di venerdì 15 si è allontanata sull’Europa centro-orientale, raggiungendo la Romania, dove ha assunto un grande sviluppo, con un minimo barico sceso sotto i 982 hpa. Tale vortice ciclonico, colmo di aria artica marittima, in costante discesa dalla penisola scandinava e dal mar Baltico, venendo ulteriormente approfondito dal notevole “forcing” dinamico (per curvatura ciclonica) in azione in quota, nei bassi strati evidenziava la presenza di un settore caldo ad est del minimo depressionario, per la risalita, tra Turchia e mar Nero, di un flusso di aria molto più mite d’estrazione sub-tropicale continentale, che ha prodotto un aumento termico considerevole sulla Russia europea meridionale e sull’Ucraina.
L’interazione con l’avvezione molto fredda e parecchio estesa, sul lato occidentale della circolazione depressionaria, ha contribuito a intensificare la ciclogenesi, producendo nei bassi strati un esteso sistema frontale che ha dato luogo ad estese nevicate su tutto il comparto orientale europeo (dai Balcani fino all’Ucraina e la Bielorussia), ed una “Warm Conveyor Belt” che è risalita fin sulla Russia europea, ad ovest degli Urali, determinando anche qui fitte nevicate, tramutate in pioggia solo nel sud della Russia, a causa dell’afflusso di aria mite e molto umida, da Sud e S-SE, direttamente proveniente dalla Turchia e dal Mediterraneo centro-orientale. La colata di aria molto fredda che seguiva il vortice depressionario, poi migrato fra ovest dell’Ucraina e Bielorussia, ha comportato forti nevicate, un drastico calo dei valori termici ed enormi disagi per le popolazioni locali, visto l’interruzione dei trasporti stradali, aeroportuali ed in qualche caso pure quelli ferroviari. Soprattutto fra la Russia europea, Bielorussia, Polonia orientale, nord della Romania, Ungheria, le abbondanti nevicate di questi ultimi giorni hanno creato notevoli difficoltà per gli spostamenti. In molti non sono riusciti a raggiungere il proprio posto di lavoro, mentre in alcune regioni le autorità locali hanno imposto la chiusura di scuole, università ed uffici pubblici. Le nevicate più forti, tra giovedì 14 e venerdì 15 Marzo, si sono concentrate soprattutto fra la Bielorussia, il sud della Polonia, la Slovacchia, l’Ungheria e il versante settentrionale dei Carpazi, dove lo “stau” (sbarramento orografico) imposto da quest’ultimi alle intense e gelide correnti settentrionali richiamate dalla profonda depressione a carattere freddo, scesa sotto i982 hpa, ha addossato una fitta nuvolosità che ha saputo dispensare nevicate di moderata e forte intensità, rese ancora più forti, divenendo autentici “blizzards”, dai sostenuti venti da Nord e N-NE, attivati dal consistente “gradiente barico orizzontale” che si è disposto verso Bielorussia, Polonia orientale e area carpatica. Proprio in queste aree il manto nevoso ha raggiunto le massime altezze, con accumuli al suolo che hanno oltrepassato i 20-30 cm di spessore, mentre gli accumuli eolici, specie fra Bielorussia e Ucraina occidentale, in alcune località hanno superato i 40 cm, avvicinandosi o superando il mezzo metro.
Su tutti spiccano i dati di Mogilev e Gorki, in Bielorussia, ad appena 200 metri sopra il livello del mare, dove nei synops di oggi il manto nevoso è salito a ben 60 cm. Per non parlare dei 55 cm registrati oggi dalla stazione della capitale Minsk, dove la minima della notte è scesa sotto i -9.6°C. Si tratta di valori nivometrici davvero considerevole per il mese di Marzo. Significativi pure i 46 cm di Orsa (192 metri), i 47 cm di Senno (172 metri) ed i 41 cm di Lepel (174 metri). In gran parte del paese il manto nevoso, dopo le intense bufere di giovedì 14 e venerdì 15 Marzo, ha superato i 30-40 cm di altezza persino in pianura, ammantando di bianco ogni singola città e località. Dopo questa importante fase di maltempo invernale buona parte del comparto orientale europeo presenta un ottimo ed esteso innevamento fresco, che dai Balcani e dalla regione carpatico-danubiana si estende fino alle Repubbliche Baltiche, l’Ucraina occidentale e le immense pianure della Russia europea, con accumuli piuttosto consistente. L’intenso innevamento contribuirà a mantenere nei bassi strati, in prossimità del suolo, lo stazionamento di un esteso e consistente “cuscino di aria molto fredda” (“lake cold”), e piuttosto pesante e dura da scalfire, che continuerà a garantire un clima piuttosto rigido e con temperature largamente sotto media, con vere e proprie giornate di ghiaccio (temperature negative per l’intero arco del giorno).
DA METEOWEB
Pubblicato il
18 Marzo 2013, 11:15