30 Marzo 2021, 18:52
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“C’è stato un momento oscuro nella mia vita in cui il lavoro di mio padre ha iniziato ad andare male, molto male, e non avevamo i soldi neanche per pagare le rette di scuola. Ma se vivi il presente, e ti impegni in quello che fai, non hai tempo per la paura. Rimboccarsi le maniche, seguire l’istinto e andare a segno: questo è stato il mio segreto. Grazie a un amico speciale, un genietto che non parlava con nessuno eccetto me, un ragazzo albanese con cui mi piaceva fare tutto, iniziai a vincere una borsa di studio dopo l’altra, fino a diventare avvocato, poi attore”.
La star turca Can Yaman, 31 anni e oltre 8 milioni di follower su Instagram, si racconta a “Vanity Fair”, che gli dedica la copertina del numero in edicola dal 31 marzo, in un’intervista esclusiva in occasione della preparazione per Sandokan, la serie evento internazionale di Lux Vide.
In una cover che, iconograficamente, gioca sul suo essere l’«oggetto del desiderio» di un femminile plurale e vario (la nonna che lo vorrebbe come nipote, la liceale che lo sogna come marito, la madre che lo immagina al fianco della figlia), parla anche della fidanzata, la conduttrice tv Diletta Leotta. Lei, a dispetto delle voci, è una presenza vera, quasi militare, nella sua esistenza: sul set del servizio fotografico lo chiama più volte per confronti o consigli.
Yaman confessa: “È un amore leale, in cui mi assumo le mie responsabilità, come si è visto. Ho grande rispetto per lei, per il nostro rapporto e la riservatezza è la nostra prima promessa: quel che ci riguarda lo comunichiamo noi, insieme. Quando sarà il matrimonio di cui tutti parlano? Io sono uno che agisce senza metterci tanto, senza giri di parole. Seguo la spinta, veloce. Credo che l’istinto sia nel nome di Dio. Ma su qualcosa teniamoci la sorpresa”.
Can Yaman è, per sua stessa ammissione, un “animale della notte”: “La mattina sono uno maldisposto, silenzioso. Scontroso e irritabile prima di una certa ora, torno gioioso di pomeriggio, dal tramonto in poi. Non a caso soffro un po’ d’insonnia”. Da pirata e gentiluomo, conserva tutte le lettere delle sue fan: “Ce ne sono di un po’ ossessive, che quando prendi loro il cellulare per scattare il selfie ti accorgi che mi hanno stampato dappertutto. Sul borsone, sulla maglia, sul cappellino, sulla cover del telefono. Dall’Argentina all’India, da Israele all’Australia, ognuna mi desidera in maniera diversa”.
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30 Marzo 2021, 18:52