L’ex presidente della Camera parla di “prova durissima”
- Laura Boldrini si fa viva sui social dopo l’intervento
- Adesso inizia un percorso di cure e riabilitazione
- Lo scorso 8 aprile l’annuncio della malattia
“L’intervento è andato bene grazie alla professionalità e alla competenza del personale sanitario dell’ospedale a cui va la mia più profonda gratitudine. Dopo un passaggio in terapia intensiva mi hanno spostata in reparto. E qui è subito iniziata la riabilitazione, che nella fase post operatoria è una prova durissima perché a volte il dolore è veramente forte”. Laura Boldrini si fa viva sui social per aggiornare i follower sulle sue condizioni di salute.
Lo scorso 8 aprile, l’ex presidente della Camera aveva annunciato lo stop alle attività politiche e parlamentari perché colpita da una malattia e si era detta pronta ad affrontare la battaglia anche se un po’ impaurita. L’intervento, come da lei stessa annunciato, è andato a buon fine. Adesso la Boldrini intraprenderà un percorso di cure e riabilitazione.
“Davanti ho una salita, so che sarà lunga”
“Ieri, con l’aiuto della fisioterapista, mi sono seduta sul bordo del letto e dopo, appoggiata ad un supporto, ho fatto un passo in avanti e uno indietro e poi mi sono seduta di nuovo – racconta in un lungo post – Una fatica mostruosa. Sembra un passaggio da niente, una cosa semplice e invece mi è sembrato tanto. E mi ha dato speranza. Ero così contenta, anzi eravamo contente, anche l’operatrice e la mia compagna di stanza mi hanno rivolto parole di incoraggiamento. È come quando per raggiungere un posto hai davanti una salita che non sai quando finisce: la devi percorrere e basta, a passo lento e determinato. Prima ti avvii, prima arrivi. Ieri sono partita e so che sarà lunga, perché recuperare ogni piccolo movimento che potrà restituirmi l’autonomia, costa fatica e dolore”.
“C’è un prima e un dopo la malattia, inutile negarlo”
“Mi sostiene in questa sfida – e mi sosterrà in futuro – l’affetto che ho ricevuto – conclude la deputata del Pd – La più importante delle risorse per combattere una malattia non è solo quella della determinazione personale, ma anche e soprattutto il non sentirsi soli, il continuare a percepirsi parte di una comunità, il mantenere i legami che hanno caratterizzato la nostra vita fino a quello spartiacque che, comunque, la malattia rappresenta. Perché c’è un prima e un dopo, inutile negarlo. Ed è quel prima che non si deve perdere, proprio nel momento in cui si è costretti a ripensarsi e ricostruirsi. Per questo, mi rivolgo a tutte e tutti coloro che hanno avuto per me un pensiero di sostegno e di affetto. A voi voglio dire una cosa sola: grazie”.
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