18 Ottobre 2013, 11:50
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“E’ il momento di dire la verità: dai 13 anni, in un collegio di gesuiti, ho subito cose brutte. Parlo di abusi fisici. Sessuali“. E’ un Lapo Elkann inedito quello che si confessa a cuore aperto a “Il Fatto Quotidiano“, rievocando una vicenda torbida del suo passato. “Non ne ho mai parlato – dice il rampollo della Fiat – perché voglio che questa storia serva a qualcuno. Sto pensando a una fondazione». Il nipote dell’Avvocato non fu l’unica vittima di tali abusi: “Il mio migliore amico, che era in collegio con me per quasi 10 anni e ha vissuto quello che ho vissuto io, si è ammazzato un anno e mezzo fa“. Un dolore enorme che si è portato dentro e con cui ha convissuto per anni: “Ho dovuto fare un enorme lavoro su me stesso, anche vedere cose che non avevo voglia di vedere. Non nasconderle più. Non nascondermi“.
Nell’intervista, l’imprenditore parla anche della dipendenza dalla droga a causa della quale, nel 2005, finì in rianimazione rischiando la vita: “Mi sono salvato per un soffio dopo aver visto la morte in faccia. Ho avuto l’immensa fortuna di potermi giocare una seconda occasione”. Non ha avuto la stessa fortuna Edoardo Agnelli al quale il nipote Lapo era affettivamente molto legato: “Era una persona speciale. Atipica. Che ha vissuto una vita estremamente travagliata. Certe cose dure che ha vissuto, oggi le capisco ancora meglio di ieri”. In occasione della morte della zio, come in quella del suo migliore amico, Lapo si è posto lo stesso interrogativo: “Avrei potuto fare qualcosa? Stargli più vicino?”.
Tra una battuta e l’altra sull’attuale situazione politica italiana, il 36enne cita Gianni Agnelli: “Da giovane volevo assomigliare a mio nonno. Era il mio esempio, il mio modello. Pensavo esistesse solo lui. Poi ho capito che il nonno era il nonno e io sono solo io”.
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18 Ottobre 2013, 11:50