30 Novembre 2021, 19:56
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Rosalba Pippa, in arte Arisa, si confessa a cuore aperto in un’intervista a “Vanity Fair”. L’occasione è l’uscita del suo ultimo album dal titolo “Ero romantica”. La cantante descrive il disco come “una denuncia del perbenismo imperante, delle presunte ‘vergogne’, quelle che la gente rinnega, copre”. “Io non mi vergogno di niente: dal sesso al romanticismo, passando per il masochismo, il menefreghismo – sentenzia – La vera svolta secondo me arriva quando prendiamo coscienza di questo: tutti siamo tutto”.
Arisa ne ha fatta di strada per arrivare a questa consapevolezza. Nata 39 anni fa in Basilicata, ha avuto un’infanzia molto felice nonostante le chiusure del paesino in cui è cresciuta. E’ lì che ha sviluppato la sua anima ribelle, quella che l’ha portata ad andar via di casa a 19 anni. “Facevo cose che erano fuori dalla grazia del posto, e venivo punita in continuazione”, confida.
“Sono stata figlia unica per sei anni, ero la più piccola della famiglia – ricorda – I problemi sono arrivati con l’adolescenza. Il mio corpo è cresciuto di colpo. Lo sviluppo a nove anni: le forme, il seno, l’altezza. I miei genitori non mi facevano uscire di casa. Erano terrorizzati, mi vedevano come qualcosa di incontrollabile. Anche perché io ero esuberante, molto aperta. Avevano paura che qualcuno potesse farmi del male, che si potesse approfittare di questa mia predisposizione al ‘vale tutto’, che tra l’altro ancora ho. Mi hanno protetta molto, ma il loro amore mi toglieva le cose che, a quell’età, era normale facessi. Ancora adesso per certi aspetti sono infantile, non sono una navigata”.
“Mi sono fatta fare il primo succhiotto a 11 anni – svela – Non sapevo neanche che cosa fosse. Mio padre mi ha visto il collo, uno shock: ‘Rosalba, cos’hai fatto?’. La prima sigaretta invece a nove anni. Ho subito voluto dirglielo per fargli capire che non ero quella che lui pensava. Nel mentre mia madre girava per la casa urlando: ‘Stai zitta, stai zitta!’. Da noi si litigava tutti i giorni a causa mia”. “Mai appartenuta a nessuno – confessa – Anche per i divieti dei miei, mai fatto gruppo. Sono abituata a essere un battitore libero”.
Una volta lasciato il paesino lucano, Arisa è approdata “a Bergamo per pochi giorni, poi a Milano”. “Mille lavori diversi, ma sempre felice”, dice. Ad accompagnarla in ogni fase della sua vita è la musica: “È stata sempre con me. In casa cantiamo, balliamo, facciamo feste. Quando ero piccola non avevamo tanto, ma sapevamo godere di questi momenti. Per noi è normale esprimerci in maniera creativa, per quanto amatoriale, contadina. Ancora adesso, dopo due bicchieri si accende lo stereo e si ballano grandi polke, grandi tarantelle”.
A renderla triste, talvolta, è l’amore. “Quando non mi sento corrisposta, quando mi piace qualcuno e non capisco che cosa pensa – spiega – Se do troppo, troppo poco. Delle strategie io non ho nessuna nozione, ho la teoria, ma poi la pratica mi frega. L’unica mia arma è la sincerità: chiedere e dare”.
Arisa non teme il giudizio degli altri né le etichette che gli altri le appiccano addosso. “Spesso è chi giudica a stare male – dichiara – Tu ti limiti a fare la tua vita, fai scelte che riguardano solo te, magari hai pure la forza di fare cose diverse dalla massa, e gli altri usano il loro tempo per marchiarti, giudicarti”.
“Ora ho 39 anni, sono adulta, ho voluto descrivere tutte le parti di una donna – aggiunge – Il romanticismo, che magari era già venuto fuori nei lavori passati, ma anche l’essere sensuale o aggressiva. Una donna è tante cose, l’essere umano è tante cose (…) Abbiamo questa idea della donna come essere inferiore e insieme temuto: il peccato è donna, l’uomo peccatore nella storia ha sempre fatto meno scalpore”.
“Non mi piace essere guardata da chi non voglio, non voglio sedurre chi non mi va di sedurre – conclude – Ho una natura fedele: ho in testa una persona per volta. Mantengo le distanze, anche se il ballo mi sta cambiando. A Ballando sto in mezzo ai ballerini e loro hanno una modalità di espressione tutta attraverso il corpo. Stanno nudi, si guardano, si toccano. E questo mi sta aiutando a normalizzare più parti di me. Ora abbraccio di più, sono più tranquilla anche nel mostrarmi. Alla fine è tutto un percorso. Nella vita non si è mai arrivati in nulla”.
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30 Novembre 2021, 19:56