Svelato il motivo per cui non si opera
- L’ex parlamentare non ha completato la transizione da uomo a donna
- A frenarla, si scopre, è la paura: “L’anestesia mi terrorizza”
- Il “no” di Luxuria alla pratica dell’utero in affitto: “Meglio l’adozione”
In un’intervista rilasciata a Francesco Specchia per “Libero”, Vladimir Luxuria spiega perché – dopo rinoplastiche e mastoplastiche – non abbia ancora preso il coraggio a quattro mani decidendo di operarsi per completare il percorso di transizione da uomo a donna. A frenare l’ex parlamentare, attualmente nel cast di “Back to school”, è proprio la paura dell’intervento.
“Non è detto che non cambi del tutto sess0”
“L’anestesia mi terrorizza – confessa – Anche se poi è vero: mi sono rifatta naso, labbra e seno in una botta sola. E, a dire il vero, attiravo l’attenzione degli uomini più come trans. La transizione richiede varie fasi: avendo piena proprietà del corpo si può fermare in qualsiasi momento. Ma anche andare avanti; non è detto che non cambi sess0 del tutto. La pensava così anche Eva Robin’s”.
“Non sono mai stata ad un Gay Pride funereo se non in Russia”
Nella medesima intervista, Luxuria spiega perché – a suo dire – piume e paillettes non nuocerebbero alla causa LGBT in barba a quanti puntano il dito contro lo “show” che caratterizza abitualmente il Gay Pride.
“Al Pride non si deve mica andare vestiti come a una riunione della Cgil – dice – L’idea era quella del ‘voi fate finta di non accorgevi di noi? E allora noi ci facciamo notare il più possibile’. Non sono mai stata ad un Gay Pride funereo se non in Russia; lì niente paillettes, sembravamo tutti becchini. Ma ci menarono lo stesso. E una volta, se solo qualcuno parlava di figlio matrimonio gli sputavano in un occhio; fino agli anni 70 gli happening finivano con una scopata collettiva. Oggi sembrano riunioni di condominio, con bambini, famiglie Arcobaleno. Senza contare che il Pride conviene a tutti. A Roma nel 2000 i soldi arrivarono da lì, più che dal Giubileo: i pellegrini se la cavavano con un panino. Gli omo sono pink money, flussi di denaro che girano”.
Il “no” di Luxuria alla pratica dell’utero in affitto
Vladimir Luxuria si dichiara contraria alla pratica dell’utero in affitto. “Sono per una legge che, in Italia, agevoli le adozioni – confida – Eliminerebbe anche la pratica dell’utero in affitto. È una battaglia che ho cuore da quando, vinta l’Isola e versati 100mila euro all’Unicef, mi chiamo l’allora Presidente Spadafora e mi chiede di andare in Mozambico a vedere a chi fossero destinati i miei soldi. E lì, in mezzo a bambini disperati che si aggrappano con gli occhi a te nella speranza che li porti via, be’, sono entrata in crisi. Mi è venuta una voglia di maternità/paternità, a riempire un vuoto che evidentemente ho. Poi ci sono vari metodi per aver figli: anche Gesù Bambino è nato in un modo non del tutto tradizionale”.
“Non mi prostituirei un’altra volta”
Tra le cose che non rifarebbe, si scopre, figura il prostituirsi per “potersi mantenere in una città come Roma”. “Non posso dire di essermi pentita, era un periodo della mia vita – ricorda – L’ho trascorso con lunghe sedute dall’analista; avevo passato talmente tante delusioni con gli uomini che, per ripicca, nella mia testa, decisi: non mi date niente e vi vergognate di me? Almeno datemi i soldi”.