25 Settembre 2024, 11:14
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“Che me ne pare dei tre tenori de Il Volo? Per favore non me ne faccia parlare, una parodia”: è il giudizio impietoso espresso da Katia Ricciarelli su Ignazio Boschetto, Gianluca Ginoble e Piero Barone in un’intervista rilasciata dal “Corriere della Sera”. Il trio canoro nato grazie a “Ti lascio una canzone” macina successi sia in Italia che all’estero ma non piace alla celebre soprano. Quest’ultima non ascolta neppure cantanti contemporanei come Annalisa e Elodie. “Non ho il tempo – sentenzia – E poi queste di oggi faccio fatica a distinguerle. Adoro Zucchero, Renato Zero, le voci scure che mi arrivano al cuore. Come Cocciante e Loredana Bertè, Iva Zanicchi, Gianna Nannini”.
Nell’intervista in cui stronca Il Volo, Katia Ricciarelli ripercorre volentieri la propria vita amorosa. “Prima ho dato spazio alla carriera, mi ci sono dedicata anima e corpo – tiene a precisare – infatti mi sono sposata a 40 anni, quando ormai era consolidata. Una scommessa con me stessa, avevo giurato di diventare qualcuno, volevo rendere felice la mia mamma Molara, farla vivere come una regina”. “Ho avuto tanti difetti – ammette la celebre soprano – però come Carmen la sigaraia che, seppure libera, si innamora di un uomo alla volta, non ho mai avuto due amori nello stesso momento, nei sentimenti ci ho sempre creduto. Se non è reciproco cade tutto l’ambaradam”. Mai tradito in vita sua. “Troppo faticoso – spiega – Rischi di dire bugie e farti scoprire, meglio evitare”.
Katia Ricciarelli torna indietro con la memoria ai 13 anni insieme al tenore José Carreras: “Avevamo l’entusiasmo dei 23 anni, due artisti, due attori, imbevuti di storie d’amore, sopra le righe. Io un’eroina, José un latin lover. Non avevamo casa, sempre in giro, una coppia stupenda, sono stati 13 anni molto importanti. Aveva una moglie? Eh lo so, si è molto arrabbiata”. Al suo posto, ammette, “sarei stata possessiva anch’io, specie con uno come Josè, corteggiatissimo, come quasi tutti i tenori. Gli frugavo nelle tasche per scoprire se c’erano dei bigliettini. Lo spiavo. Non gli ho mai fatto una visita a sorpresa, temevo di restare delusa”.
Tra i suoi corteggiatori Katia Ricciarelli annovera Alberto Sordi. “Buttava tutto in commedia, con quella sua risata – ricorda – Mi chiamava ‘pacioccona mia’. Ero attratta dal mito, per me era il padreterno. Se era vera la leggenda delle cento rose che mi mandò? Come no, le mise in conto alla produzione. Ma non era tirchio, faceva tanta beneficenza. Ora che sono single lo capisco, nemmeno io mi metterei in casa un estraneo. Che poi a questa età finirei a fare la badante. La solitudine, se la vivi con intelligenza, è bella. Oggi ho il tempo di pensare, ricordare, guardare un tramonto sul lago, prima, sempre di corsa, non vedevo nulla”.
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La conversazione si sposta su Pippo Baudo con cui Katia Ricciarelli è stata sposata per 18 anni. “Mi piaceva il suo modo di essere ironico, divertente. Siamo stati davvero innamorati – confessa – Io fui un po’ cialtrona. Pochi giorni prima che sui giornali scoppiasse la bomba – la nostra storia era ancora segreta – gli dissi: ‘Sai Pippo, mamma non è abituata, se dovesse leggere qualcosa, che penserà?’ . E lui: ‘Allora ci sposiamo’. Le annunciai misteriosa: ‘Mi sposo’. ‘E con chi?’. ‘Con una persona importante’. ‘Giulio Andreotti?’. A Pippo voleva un gran bene. Una volta la portai in trasmissione, credo a Domenica In. Lo vide passare in camerino mentre si stava cambiando, con giacca e cravatta ma senza pantaloni. ‘Oh, finalmente grazie a mia figlia vedo un uomo in mutande!’”.
“Era sempre circondato da donne bellissime – dice Katia Ricciarelli a proposito del suo ex marito – C’era quella svedese…bionda, coi capelli corti, altissima…che poi sposò Sylvester Stallone. Brigitte Nielsen. La classica bonazza affascinante, pericolosa”. Nessuna gelosia, invece, nei confronti di Lorella Cuccarini: “Era solo una brava ragazza scoperta da Pippo”. Dal canto suo, il conduttore catanese sconosceva la gelosia. “O almeno non lo dava a vedere – racconta la sua ex moglie – Mi mandavo da sola delle rose gialle, senza biglietto, per farlo insospettire. ‘Di chi saranno mai?’, gli domandavo ingenua. Ma lui niente, non reagiva. Perché è finita? Tra due persone che hanno una carriera importante e così diversa ci sono delle problematiche… manca il dialogo, ci si vede poco e ci si allontana inevitabilmente”. E riguardo al figlio mai arrivato aggiunge: “Col senno di poi, meglio che non sia venuto. Doveva andare così”. “Non ci sentiamo mai – confida – ma gli auguro tanto bene. Se sapessi che ha bisogno di me, ci sono. Diciotto anni passati insieme sono molti, non è un amore che può finire nel dimenticatoio”.
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A 78 anni Katia Ricciarelli non ha nessun rimpianto: “Mi sono tolta ogni soddisfazione, sarei un’ingrata, ho avuto tutto. Qualcuno a cui dovrei chiedere scusa? Non c’è. Ho tanti difetti però non porto rancore. Finché si è al mondo bisogna cercare di essere felici, anche se nessuno sa cosa sia questa benedetta felicità. Che poi dura un niente. Quello che conta, mia cara, è la serenità”.
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25 Settembre 2024, 11:14