La popolare comica ripercorre gli inizi della relazione con Angelo Pisani
- Una storia d’amore caratterizzata per anni da alti e bassi
- Adesso la coppia ha finalmente trovato un equilibrio
- Dalla loro unione è nata una figlia
In un’intervista rilasciata al settimanale “Intimità”, Katia Follesa, tra i protagonisti della prima edizione di “Lol – Chi ride è fuori”, racconta la sua storia d’amore a tratti turbolenta con il marito Angelo Pisani da cui, dieci anni fa, ha avuto la figlia Agata. I due si sono conosciuti a “Zelig” e il loro rapporto negli anni è stato caratterizzato da alti e bassi. Adesso la coppia ha finalmente trovato un equilibrio e le incomprensioni del passato sono solo un lontano ricordo. Galeotta è stata la richiesta di un autografo.
“L’ho inseguito molto”
“L’ho inseguito molto, ma lui non voleva saperne – racconta la comica – O, meglio, tra noi ci sono state pause, allontanamenti, ripartenze in quarta. Continuava a prendermi e lasciarmi, tanto che a un certo punto mi è venuto in mente di cambiare casa, numero di telefono, tutto, per evitare che tornasse a cercarmi per poi lasciarmi. Allora Angelo era nel fiore della carriera e non era interessato a un legame stabile, era sollecitato anche giustamente da altre cose. Però poi è tornato per restare. Ha compreso che ero io la donna della sua vita. Meglio tardi che mai. A un certo punto ha capito che ero io la donna della sua vita”.
Il malore in auto e l’intervento al cuore
Due anni fa, Katia Follesa ha subito un intervento al cuore reso necessario da una patologia congenita. La comica soffre di una cardiomiopatia ipertrofica non ostruttiva scoperta nel 2006 a seguito di un malore.
In un’intervista a “Oggi”, la Follesa aveva così rievocato il giorno in cui si era sentita male mentre era alla guida di un’auto: “A un certo punto mi si è annebbiata la vista. Ma soprattutto, non sentivo più il cuore battere, una sensazione tremenda. Oddio, cosa mi sta succedendo? Mi sono spaventata, temevo di morire dentro quella macchina. Per fortuna ho avuto la lucidità di accostare l’auto e aspettare”. “E’ un disturbo ereditario: ce l’aveva pure mio padre, che purtroppo era morto l’anno prima”, aveva aggiunto in riferimento alla patologia di cui soffre.