L’ex magistrato ospite di uno speciale in onda su La7
- La replica alle polemiche nate a seguito della pubblicazione della sua autobiografia
- L’ex pm parla dell’innamoramento per il collega: “Penso di avergli donato attimi di serenità”
- Riguardo a Maria Falcone dice: “Lei sa che il fratello è stato una persona importante per me”
Ospite di uno “Speciale” condotto da Enrico Mentana su La7, Ilda Boccassini risponde alle polemiche nate a seguito della pubblicazione della sua autobiografia dal titolo “La stanza numero 30 – Cronache di una vita” edito da Feltrinelli” in cui parla tra le altre cose del suo innamoramento per Giovanni Falcone. Enrico Mentana prende di petto l’argomento: “In molti hanno visto in quelle pagine solo le parti che riguardano la sua confessione sull’innamoramento per il collega Giovanni Falcone. Perché ha voluto scrivere quelle parole?”.
L’ex pm: “Ecco qual è la cosa che mi ha più ferito”
“Domanda difficile ma inevitabile – replica l’ex procuratore aggiunto della Repubblica presso il Tribunale di Milano – Anche se non me l’avesse fatta, gliel’avrei chiesto io. E sa perché? Perché ancora una volta io mi devo mettere a nudo visto che è stato detto tutto e di più. La cosa che più mi ha ferito è che non immaginavo che ci fosse questa voglia di sporcare, di creare scandali dappertutto. Ora a parte la storia del mio innamoramento per Falcone, è una deriva che mi dispiace. Mi dispiace per la malvagità”.
Mentana: “E’ una cosa che in tanti sapevano”
“Quello che mi ha sorpreso è che è una cosa che in tanti sapevano e alcuni di quelli che lo sapevano hanno finto scandalo e indignazione. Questo dà un’idea di ipocrisia diffusa”, rileva il conduttore.
“Se io ho deciso di raccontarmi, di mettermi a nudo, era necessario che io in questo puzzle della mia vita mettessi anche i pezzi più privati – fa notare l’ex magistrato – Nella vita non puoi separare, è impossibile. Oppure devi essere un ottimo chirurgo. Diciamo che io c’ho anche provato. Ho detto: ‘E’ possibile raccontare di me omettendo questo?’ Non sarebbe stato giusto, per me, per i miei figli, per le persone che hanno creduto in me e che hanno voglia di leggere questo libro e per Giovanni”.
“La bellezza di una persona a cui penso di aver donato attimi di serenità”
“Ilda la Rossa” spiega così il suo sentimento per Falcone: “L’innamoramento per la bellezza di una persona…Io se vedo la statua di Michelangelo sono invaghita, se vedo un quadro di Caravaggio che amo alla follia sono invaghita. Non mi risulta difficile per una persona che ama il bello, l’arte, essere affascinata. Ho letto libri centinaia di volte perché sono affascinata dalla scrittura degli autori che mi stanno più dentro, che mi vanno nell’anima. La bellezza di una persona a cui penso anche di aver dato attimini di serenità e di felicità. Questo non è importante secondo lei?”.
Per Mentana è “un atto di coraggio”
“Leggendolo, mi sembra in qualche modo un atto di coraggio perché lei sta in un mondo, e dal suo racconto si capisce bene, fatto anche di tanti pescecani e sapeva benissimo a cosa sarebbe andata incontro – commenta Mentana – Farlo vuol dire in qualche modo pagare un debito che aveva con se stessa. Forse non solo con se stessa”.
“Assolutamente. Molti sono intervenuti in maniera critica senza leggere il libro, senza contestualizzare – precisa la Boccassini – Questo non si fa mai, poi puoi esprimere qualsiasi critica, essere violento, ci sta. Ma tutti avevano il dovere di leggere prima e poi dirmene anche di tutti i colori. Ma non così”.
“Maria Falcone sa che il fratello è stato importante per me”
“Le è dispiaciuto leggere che anche Maria Falcone ne ha parlato?”, chiede il giornalista. “Maria Falcone ha risposto ad una satira…dire becera è troppo poco. Una cosa vergognosa! – chiosa l’ex pm – Probabilmente se non ci fosse stato questo attacco, questa satira così dozzinale, così brutta, Maria Falcone che io conosco non sarebbe uscita così pubblicamente. Non l’ho sentita, però voglio dire una cosa. Io voglio molto bene a Maria Falcone e lei lo sa. Come Maria Falcone sa tante cose di me e quindi sa che il fratello è stato per me una persona importante e che, quando sono andata all’obitorio, ho giurato che non avrei mai consentito che qualcuno potesse distruggere la sua immagine. Se questo libro in qualcuno o in molti ha creato questo meccanismo, allora vuol dire che ho fallito nell’impresa e questo mi dispiacerebbe molto”.
Maria Falcone: “Smarrito qualunque senso del pudore”
Ilda Boccassini si riferisce ad un pezzo satirico firmato dallo scrittore catanese Ottavio Cappellani pubblicato da “La Sicilia”. Maria Falcone aveva reagito duramente inviando una lettera al quotidiano. “Finora ho preferito evitare commenti su una vicenda che mi ha molto amareggiata, ritenendo che il silenzio, di fronte a parole tanto inopportune, fosse la scelta più sensata – aveva scritto – Quando, però, si supera il limite e si arriva, forse paradossalmente con fini opposti, a commenti inappropriati che scadono nella ridicolizzazione è, secondo me, impossibile non replicare. Quel che allarma innanzitutto è che sembra si sia smarrito ormai qualunque senso del pudore e del rispetto prima di tutto dei propri sentimenti (che si sostiene essere stati autentici), poi della vita e della sfera intima di persone che, purtroppo, non ci sono più, non possono più esprimersi su episodi veri o presunti che siano e che – ne sono certa – avrebbero vissuto questa violazione del privato come un’offesa profonda”.
“Non si può calpestare la memoria di chi non c’è più”
“Quanto al commento ospitato dal vostro giornale – aveva aggiunto – del quale non riesco bene neppure a comprendere il senso – forse voleva essere una critica al libro della dottoressa Boccassini, ma anche leggendolo più volte non è chiaro – mi pare si sia superato il limite. Questo immaginare scenette da sit-com di basso livello, questo descrivere due persone, che hanno fatto della compostezza e della riservatezza regole di vita e che sono state uccise per difendere la democrazia nel nostro Paese, come ridicoli protagonisti di un romanzetto di quart’ordine è vergognoso. In nome della libertà di espressione del pensiero non si può calpestare la memoria di chi non c’è più e la sensibilità di chi è rimasto e ogni giorno deve confrontarsi con un dolore che non può passare”.