09 Giugno 2021, 15:24
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Ospite di Serena Bortone a “Oggi è un altro giorno”, Manuela Villa parla del suo romanzo dal titolo “L’alimentatore” che parla di un amore tossico ma anche di un’alimentazione tossica.
La cantante confessa di aver avuto un rapporto complesso con il cibo e che la scrittura l’ha aiutata curandole l’anima.
“Scrivendo questo romanzo ho scoperto che l’alimentatore di me stessa ero io – esordisce – Il cibo è un palliativo per coprire un dolore, offuscarlo e non affrontarlo. Ingrassare è sicuramente una difesa. Mettendo su peso, non piacevo e così nessuno si avvicinava e non rischiavo di rimanere delusa. Però poi devi fare i conti con te stessa. E’ un meccanismo un po’ contorto. Io non ho risolto il mio dolore, cerco sempre di trasformarlo”.
Manuela Villa ha lottato per essere riconosciuta come figlia di Claudio Villa. A Serena Bortone racconta di aver scoperto di essere figlia del “reuccio” della canzone italiana a 12 anni. A 15 anni ha chiesto alla madre di conoscerlo.
“Gli incontri con lui erano bellissimi – ricorda – lui si preoccupava che arrivassi in radio senza casco. Abbiamo spizzicato il tempo insieme, sognavo di mangiare la pizza con lui. Non c’è mai stata possibilità. La rabbia che ho provato era da ragazza per non riuscire a prenderlo. Mi rasserenavo a casa avendo una famiglia completa che non mi ha mai fatto sentire diversa. Non mi sono mai sentita la figliastra, la sorellastra. Sono arrivata a essere obesa, dovevo compensare”.
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“Era il mio compleanno quando ho saputo che mio padre era morto, pensavo fosse uno scherzo – confida – Esplosi in un pianto, ma nessuno sapeva perché. Venne un uomo che mi diede un calice di spumante. Lo spumante più amaro della mia vita. Non volevo più emettere un respiro. Per riprendermi mio padre, ho ripreso i suoi respiri iniziando a interpretare i suoi duetti”.
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09 Giugno 2021, 15:24