Una ragazza coperta da un burqa fatto di jeans è la protagonista della nuova campagna pubblicitaria della Diesel. Ad indossare, per la multinazionale italiana, quello che è un simbolo prettamente religioso, è una donna tatuata e truccata che – con fare provocatorio – dice: “Non sono quello che sembro“.
La pubblicità-choc, diffusa a macchia d’olio sui social network, ha fatto discutere facendo infuriare i musulmani che l’hanno reputata offensiva nei confronti dell’Islam. In campo sono scese anche le femministe, nella convinzione generale che su argomenti delicati i pubblicitari debbano talvolta porsi dei limiti.
Pronta la difesa della Diesel affidata alle parole del suo direttore artistico, Nicola Formichetti: “Volevo trovare persone che riflettono la diversità della comunità artistica di oggi e non solo il modello standard”.