“Ci sono cose che non mettiamo mai in discussione e una di queste sono i figli, cioé il fatto che i nostri figli sono nostri qualunque cosa succeda. Ma a volte la vita ribalta anche le sicurezze più profonde“. La Iena Pelazza introduce così l’incredibile storia di Franco, protagonista di un servizio andato in onda ieri sera.
Fino a un anno fa, l’uomo era sposato, aveva tre figlie e conduceva una vita regolare. Nel marzo del 2014 ha scoperto di essere il padre biologico soltanto di una delle sue tre figlie, ovvero della terzogenita che ha 7 anni. Le altre due ragazze, di 14 e 12 anni, sono nate da due relazioni intrecciate dalla moglie Marta con due uomini diversi.
Franco racconta di aver iniziato a nutrire dei sospetti sulla seconda figlia quando gli sono giunte all’orecchio alcune voci nell’ambiente di lavoro che rilevavano una somiglianza impressionante tra la sua seconda figlia e l’uomo che anni prima era stato il suo capo officina.
A quel punto, contatta un laboratorio scovato su internet e si fa spedire un kit per il test del Dna con due tamponi che mettono a confronto due campioni di saliva. Costo: cica 200 euro. “Non esisteva nessuna corrispondenza genetica tra i due campioni...Io non ero il padre“, racconta Franco per poi aggiungere: “Nessuno padre cresce i propri figli pensando che siano di qualcun altro…Spero che nessun padre possa passare quello che ho passato io”.Schiacciato da quella scoperta, va via di casa. In un incontro chiarificatore con la moglie arriva la rivelazione che conferma i suoi sospetti: anche la primogenita è figlia di un altro uomo.
Franco chiede il disconoscimento delle due ragazze. “Ho dovuto scindere la parte affettiva da qualle legale – spiega – perchè la legge mi condanna a pagare gli alimenti ( 700 euro al mese, ndr.) anche se non sono mie figlie biologiche…Lo so che le bambine non c’entrano niente, ma quello che mi è successo mi ha bloccato”.
A questo punto, Pelazza lancia un interrogativo che appare più che legittimo: “Cos’è che rende un uomo padre? Crescere i figli o procrearli?”. Al microfono dell’inviato de “Le Iene” c’è il capo officina, padre della seconda ragazza, che racconta una storia diversa: tutti sapevano della relazione tra lui e Marta compreso Franco che non ha mai detto nulla perchè gli conveniva che il vero padre della seconda ragazza sostenesse economicamente le due bambine dal momento che entrambi i coniugi avevano il vizio del gioco.
Se l’uomo, che è solo e non è sposato, non avrebbe alcun problema a farsi carico delle due ragazze cui è legato da un affetto sincero, lo stesso non si può dire del presunto padre biologico della prima ragazza (un vecchio amico d’infanzia di Franco, ndr.) che oggi ha una famiglia, figli piccoli e al quale, 15 anni prima, la moglie di Franco negò che la bambina che aspettava fosse sua. “I figli sono di chi li cresce”, dice tirandosi fuori da questa storia.
Pelazza raccoglie anche la versione di Marta, moglie di Franco e unica depositaria della verità: “Io non ho mai tradito di nascosto mio marito…non dovevo sposarlo perchè non lo amavo”. La donna racconta che Franco era consapevole che la prima figlia potesse non essere sua ma che la cosa non gli interessava. Sulla secondogenita, frutto di un secondo tradimento, il marito le avrebbe invece chiesto inizialmente di abortire salvo poi decidere di tenere anche lei. Il polverone sollevato da Franco, in seguito alla decisione di divorziare, nascerebbe dal suo rifiuto di pagare gli alimenti.
Il servizio si conclude con la registrazione di una telefonata in cui Marta ammette a Franco di averlo tenuto all’oscuro della verità. Infine, la donna fa un appello alla coscienza del marito. “La nostra sensazione – dichiara la Iena – è che nessuno ci abbia detto tutta la verità e alla fine il rammarico è per queste figlie che non sanno più chi sia il loro padre“.
Infine, si scopre che la storia di Franco non è poi così incredibile: “Secondo le statistiche, un bambino su dieci non è figlio biologico del padre che se ne occupa”.