Guenda Goria e Mirko Gancitano hanno raccontato dell’intervento al cranio subito dal figlio. Il piccolo Noah è nato il 25 luglio del 2024, ma poco dopo la nascita gli è stato diagnosticato un problema di salute. Il piccolo era affetto da craniostenosi. Ospiti di Silvia Toffanin, i genitori del piccolo hanno ripercorso quel momento difficile, dalla diagnosi all’operazione che per fortuna è andata bene. La coppia, che si è sposata quando il bimbo era già in arrivo, adesso è più solida che mai. “Quando l’ho conosciuto ho pensato subito che avrei voluto un bambino con lui – racconta la figlia di Maria Teresa Ruta ed Amedeo Goria -. Mirko mi sembrava troppo perfetto e, infatti, mi chiedevo dove fosse la ‘magagna’ e, invece, non c’era. Con mio marito ho sentito immediatamente di volere una famiglia, di creare qualcosa, non importava in quale modo, io sapevo che lui era quello giusto”. I due hanno poi raccontato le ore di tensione vissute durante l’intervento del loro primogenito. “Da quando è arrivato Noah, la nostra vita è cambiata inevitabilmente – spiega il neo papà -. La responsabilità di un figlio ti cambia e ci sono dei momenti in cui scopri che la salute non è per nulla scontata, soprattutto, per due genitori che sono alle prime armi e questo è ciò che ci è successo”.
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Guenda Goria e Mirko Gancitano ricordano il giorno dell’operazione del figlio: “Siamo crollati”
La figlia di Maria Teresa Ruta ricorda il giorno in cui il piccolo ha subito l’intervento che è durato sette ore: “È stata un’attesa lunghissima. Mirko è stato straordinario, lui è un uomo tenero, emotivo, che io a tratti definisco anche ‘femminile’ ma perché esprime sempre le sue emozioni, non si nasconde. Mi è sempre stato accanto, sia a me che a Noah, e credo che la paternità gli abbia dato una grande forza. Mi rendo conto di quanto il nostro bambino ci stia insegnando ad amare”. Mirko Gancitano rivela come sia stato difficile anche per lui: “Il giorno dell’operazione a Noah, ho cercato di distrarre un po’ Guenda ma poi, dopo tre ore, siamo tornati al piano e i dottori ci hanno spiegato che non avevano ancora iniziato l’intervento perché, il processo di anestetizzazione è diverso in un neonato. Quindi, siamo tornati nella sua cameretta e siamo un po’ crollati, ci siamo stesi nel lettino e abbiamo riposato. Poi ci hanno detto che l’operazione era riuscita ed è stato il risveglio più bello della nostra vita”.
Silvia Toffanin chiede ai suoi ospiti se la paura e la tensione abbiano influito nella coppia in quel momento difficile. “È chiaro che c’è stato del nervosismo – spiega lei – , sei forte perché devi esserlo ma dentro hai un vulcano, magari, ti chiedi perché sia successo proprio a lui. Quindi, c’è stata un po’ di tensione e si arrivava a sera sfiniti, il nostro bambino aveva bisogno di noi ma per noi non c’era nessuno. Ci siamo stati l’uno per l’altra e questo ci ha rafforzato come coppia”.


“Ora è Noah allegro, reattivo, curioso. Sta benissimo e siamo felicissimi”
Guenda Goria, lo scorso 9 marzo, aveva già raccontato del dramma della diagnosi fatta al figlio con queste parole: “Noah era sanissimo. Il parto cesareo era andato bene, senza problemi. Dopo poco si sono accorti che la fronte era un pochino schiacciata, motivo per cui abbiamo fatto una visita in neurochirurgia. Dopo tre mesi ci hanno fatto tornare e ci hanno detto che aveva una cranio stenosi. Noah non aveva lo spazio necessario per lo sviluppo del cervello. La testolina si era completamente chiusa. Ci hanno detto che bisognava operarlo urgentemente. È stato un momento durissimo. Il giorno dell’operazione ho portato Noah in sala operatoria. Non mi dimenticherò mai il suo sguardo quando gli hanno messo la mascherina”. Mirko Gancitano ha parole d’amore e stima per la moglie: “Di Guenda ho scoperto tante qualità e, soprattutto, che è una donna con la ‘d’ maiuscola”. “Sono fortunata perché Mirko è un uomo che ha dei grandi valori – gli fa eco Guenda Goria – dei grandi principi e ha delle caratteristiche che non avevo mai incontrato. Lui mi ha sempre valorizzata e, devo dire, che nella coppia, sono io la più rompiscatole”.
Non è stato facile per Mirko Gancitano reggere la tensione di quei momenti. “Ho retto fino al giorno in cui l’ho visto nel lettino dell’ospedale – ammette -. Poi sono crollato anche io. Uscivo fuori dalla camera, poi tornavo e cercavo di sorridere per farli stare sereni”. Oggi il piccolo Noah sta benissimo, assicurano i genitori sorridendo: “È allegro, reattivo, curioso. Sta benissimo e siamo felicissimi. È stato fatto un lavoro straordinario su di lui ed è un bambino felice”.