Ospite di Silvia Toffanin a “Verissimo”, Guenda Goria racconta il delicato momento affrontato dal figlio Noah nato sette mesi fa e frutto del suo amore per il marito Mirko Gancitano. Il bambino è arrivato come un miracolo quando la figlia di Maria Teresa Ruta e Amedeo Goria pensava di non potere avere figli.
“Non mi spiego come sia accaduta la mia gravidanza – confessa – Sono stata operata ad un ovaio per endometriosi, una patologia che crea grandi difficoltà a restare incinta. Poi ho avuto una gravidanza extrauterina per la quale mi hanno dovuto asportare una tuba. Quando sono andata a fare un esame per vedere come funzionava l’altra tuba, mi era stato detto che non potevo restare incinta naturalmente. Quindi avevo smesso di provarci. Quando desideri essere mamma e non ci riesci non è facile, è qualcosa che ti crea un vuoto dentro. A un certo punto non so come ho avuto un ritardo e ho fatto il test. Ho visto le due linee e mi sono immobilizzata. Ne ho fatto un altro e ha detto la stessa cosa. È stata un’emozione sconvolgente. La mia è stata una bellissima gravidanza, tutto è andato benissimo. Mi sono sposata col pancione”.
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Guenda Goria: “A mio figlio hanno diagnosticato la craniostenosi”
Guenda Goria rivela che il piccolo Noah è stato operato al cranio a soli tre mesi: “Il bimbo è nato di quattro chili con parto cesareo, sanissimo. Al San Raffaele dicono di attenzionare la testolina perché è nato con la fronte un po’ schiacciata, come se due suture craniche fossero un pochino sovrapposte. Facciamo una visita in neurochirurgia. Dopo tre mesi ci hanno fatto tornare e ci hanno detto che il problema si era aggravato, che la sua testolina si era completamente chiusa e che quindi non c’era spazio per lo sviluppo del cervello di Noah. La patologia che ci hanno diagnosticato è la craniostenosi, tra l’altro abbastanza complessa perché aveva quattro suture craniche chiuse. Ci hanno detto che bisognava operarlo urgentemente. Non era una questione estetica ma di sviluppo neurocognitivo del bambino. È stato il periodo più tosto della mia vita, della nostra vita”.

“Fino ai 3 anni dovrà essere attenzionato. Quando lo mostro gli copro le cicatrici con il cappellino”
“Il giorno dell’operazione ho portato Noah in braccia in sala operatoria ed ero felice perché era sereno – racconta la neo mamma con la voce spezzata – Non mi dimenticherò mai il suo sguardo quando gli hanno messo la mascherina per addormentarlo. Sono andata in chiesa a pregare la Madonna che mi è sempre accanto. Dopo quattro ore la primaria di neurochirurgia ci ha detto che l’intervento era andato bene. È un intervento molto più complesso di quello che avevo capito e di quello che mi avevano raccontato per non spaventarmi. Hanno dovuto estrarre il cranio di Noah, lavorarlo su un tavolo e reinserirlo. Insomma, un intervento molto rischioso. Finchè si possono raccontare vuol dire che c’è un rimedio. Racconto qui questa storia perché sei una mamma. In questo periodo abbiamo voluto proteggere Noah finchè non fossimo sicuri che si potesse riprendere, che potesse avere una vita normale. Oggi sta bene, anche se dobbiamo continuare a fare dei controlli. Fino ai 3 anni dovrà essere attenzionato. Quando lo mostro gli copro le cicatrici con il cappellino per proteggerlo, però sono sicura che le porterà con orgoglio perché ha già un grande credito con la vita”.
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Guenda Goria: “Non ho mai pianto davanti a mio figlio”
“Questa è stata una prova dura – ammette Guenda Goria – Non c’è paragone rispetto alle prove che ho affrontato io come donna perché un bambino non dovrebbe mai soffrire. Ti senti impotente, disarmata, daresti qualsiasi cosa per trovarti tu al posto suo in sala operatoria. È qualcosa che ti lascia veramente senza fiato. Davanti a lui non piangevo e cercavo sempre di trasmettergli serenità. Se oggi riesco a raccontare questa esperienza io lo devo a lui, alla forza che ho trovato nell’essere mamma. Invito tutte le mamme a fare i controlli quando nascono i bimbi perché a volte ci possono essere delle cose che uno non può proprio immaginare”. Guenda Goria spende parole d’amore per il marito: “Mirko è stato straordinario, è stato sempre con me, ha voluto restare in ospedale accanto a me. Sono stata molto fortunata a trovarlo”.