Aldo Grasso, critico televisivo del “Corriere della Sera”, stronca “Music”, il varietà musicale condotto da Paolo Bonolis, la cui prima puntata è andata in onda mercoledì scorso su Canale 5.
“Verrebbe da dire: un bel programma, peccato ci fosse Bonolis. Bonolis o chiunque altro... – esordisce Grasso – Si invitano cantanti famosi, magari una star internazionale come Simon Le Bon e John Travolta (costo?), e con la scusa di far loro scegliere la «canzone della vita», si prepara una bella scaletta di cover. Buoni cantanti e buona musica, il gioco è fatto”.
“Persino Manuel Agnelli, smessi gli abiti dell’ indipendente duro e puro, si concede alla tv generalista…- prosegue il critico – Persino Fedez e J-Ax sembrano ormai Albano e Romina. Già, il gioco è fatto, se non ci fosse Bonolis o chi per lui. Nonostante la serata fosse registrata (e dunque con ampie possibilità di montaggio), le chiacchiere con i cantanti erano così prive di ritmo, così autoreferenziali e compiaciute (ma servono così tanti autori per scrivere simili banalità?), da appesantire in maniera insopportabile il programma”.
“È così importante – conclude – sapere il ruolo della mamma nella vocazione di Renga (forse per il suo psicoanalista, non certo per lo spettatore), o il marchettone sul resort di Travolta, o le avventure pubiche di Agnelli?”.