Giulia Salemi ha rilasciato un’intervista al “Corriere della Sera” in cui ha parlato del suo percorso, delle critiche e delle difficoltà riscontrate nell’entrare nel mondo dello spettacolo e della tv. Modella, influencer e volto televisivo, è una piacentina trapiantata a Milano, ha 31 anni e ha partecipato a “Pechino Express” e al “Grande Fratello Vip”. “Mi sono sentita in difetto – esordisce – Ho passato dieci anni a cercare di farmi accettare, illusione dato che tanto non andavo mai bene: bella e frivola, nemmeno bella, inadeguata, leggerina. Questo lavoro, tra internet e tv, me lo sono scelto. So che le critiche sono naturali. Però è brutto avere perennemente chi colpisce, offende, bacchetta, dice ‘sei una scappata di casa’. Io sono tanto altro e lo voglio dimostrare”. “Sono diventata intervistatrice – rivela – con il mio podcast ‘Non lo faccio per moda’, tenere l’attenzione degli ascoltatori per un’ora richiede abilità, empatia, studio. Ed è un po’ psicoterapia: l’Estetista Cinica, Alfonso Signorini hanno raccontato difficoltà superate per giungere dove sono”. Poi aggiunge: “Il titolo del podcast nasce da un’accusa che mi hanno mosso spesso”.
“A Milano fai un po’ il patto con il diavolo: per essere accettata devi stare dentro al sistema”
L’influencer racconta qualche episodio spiacevole: “In qualche trasmissione il commento leggero era richiesto per contratto. Esce una puntata e a ruota certi articoli: quanto è sciocca. Ci sono stata male per anni. C’entra Milano perché qui fai un po’ il patto con il diavolo: per essere accettata devi stare dentro al sistema, moda, spettacolo -, cioè essere sempre carina, curata, con la battuta giusta come quelli che devi frequentare, stronzetta. Una maschera. Io sono cresciuta dicendo ciò che penso, sono vera, dunque mi dovevo frenare, camminavo sulle uova. Ho commesso errori, sì, ma a 31 anni ne ho fin sopra ai capelli”. Giulia Salemi ricorda il suo arrivo a Milano in cerca di fortuna. “L’ho trovata – ammette -. Però mi sono data da fare per superare ciò che non mi piace. Ora ho stabilità: il mio fidanzato, due-tre amici perché gli altri mi hanno deluso, la famiglia. Non sono granché mondana, sto volentieri a casa a guardare la tv. Mi basta e dico: sono così, io mi accetto. Se agli altri non va bene è lo stesso”.
“Ho mollato gli studi perché non ricordo nulla delle materie d’esame. Forse è un disturbo”
Giulia Salemi ricorda i primi tempi: “Andavo agli eventi e non avevo mai l’argomento pronto. E dire che ho studiato. Scienze sociali alle superiori, poi Economia a Piacenza. In marketing ho preso 29, in Diritto pubblico 27, da matematica non uscivo: ho mollato perché non ricordo nulla delle materie d’esame? Forse è un disturbo e dovrei approfondire. Simona Ventura, tra le prime con cui ho lavorato, mi ha consigliato almeno due quotidiani ogni mattina. Anche Alfonso Signorini: informati. Lo faccio. Sul telefono, che un po’ ci rimbambisce, ho le app dei giornali, tutte le notifiche attive. Il mio obiettivo è leggere un libro al mese. L’ultimo che ho letto mi ha commosso ‘Troppo fiera, troppo fragile’ su Maria Callas di Signorini. E ‘Le bambine non esistono’, di Ukmina Manoori, regalo di un fan”.
“All’inizio facevo la promoter nei centri commerciali, la hostess agli eventi: per 50 euro mi spedivano in tutta Italia”
Sul mondo dei social ammette: “Serve moderazione: in passato postavo la qualunque, ora penso ci voglia più sostanza. Inoltro contenuti per lavoro, qualcosa di me, racconto un luogo che mi è piaciuto, cose belle che sento di condividere. Meno, con più qualità. Sto sui social da 10 anni e le critiche ci sono sempre state”. Del caso Ferragnez dice: “I ricchi esistono da sempre e se hai una – o dieci – borse in più non significa che ti si possa augurare la morte. L’accanimento conduce dalla parte del torto”. Tornando al suo rapporto conflittuale con Milano svela: “Comunque la amo. Era il 2014, dopo la parentesi all’università ho chiesto a mamma Fariba un anno sabbatico: se non prendevo bei voti da piccola non mi dava la paghetta, figuriamoci poi. Dunque ho promesso che sarei venuta a cercare lavoro. I soldi erano pochi, facevo provini uno via l’altro, la promoter nei centri commerciali, la hostess agli eventi: per 50 euro mi spedivano in tutta Italia. Una volta sono diventata ‘ombrellina’, che imbarazzo: le altre erano bellissime”.
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“Ho avuto il monociglio fino a 18 anni: quando l’ho tolto mamma mi voleva buttare fuori casa”
Giulia Salemi ricorda i suoi inizi come modella: “Quando ho iniziato come modella non lavoravo molto. Ero troppo piatta essere una modella classica, troppo poco piatta le sfilate, non abbastanza alta né magra. Ho avuto il monociglio fino a 18 anni: quando l’ho tolto mamma, che l’ha vissuta come un’offesa alla tradizione iraniana, mi voleva buttare fuori casa. A Milano ho trovato un posto vicino a corso 22 Marzo: un letto a castello per 300 euro, in casa eravamo dieci. Ho girato un sacco di case. Uscita dal primo ‘Grande Fratello’ abitavo in un monolocale in viale Jenner, zona difficile nel 2018, non ero tranquillissima. Pochi metri al piano rialzato: affaccio caotico su strada. Coinquilina era mia cugina giunta dall’Iran, quando mi sono fidanzata ho cambiato di nuovo. Oggi vivo in una zona residenziale”.
“Il problema sicurezza a Milano c’è – ammette -. Anni fa in zona Dateo un uomo si è messo a seguirmi, aveva una catena. Sentivo i passi alle spalle. Ho pensato: se corro lui mi insegue. Allora ho simulato una telefonata, parlato ad alta voce, finto che qualcuno mi aspettasse sul portone che per fortuna non era lontano. Ero terrorizzata. È andata bene. Ora esco sempre accompagnata”.
“Due-tre personaggi mi perseguitano: li blocco, ricompaiono con un altro nick”
Giulia Salemi racconta del momento in cui la sua carriera ha preso la piega giusta. “Quando ero una modella i pr ci portavano a fare immagine nei ristoranti. Da Giannino ho conosciuto Domenico Zambelli: emiliano come me, mi ha indirizzato verso Miss Italia. Mi sono classificata terza. Con me c’era mamma, ci hanno proposto ‘Pechino express’. Poi è stata la volta del ‘Grande Fratello’. Alcuni commenti cattivi li ho subiti lì. Nella ‘Casa’ non tornerei mai, da concorrente no, da opinionista sì”. A proposito dei social dice: “Sono una cosa bella e complicata. Il problema: manca una regolamentazione. Chi apre un profilo dovrebbe fornire la carta d’identità. Invece ti infangano con nomi falsi. Due-tre personaggi mi perseguitano: li blocco, ricompaiono con un altro nick. Li riconosco dai modi, dal metodo. Insultano me e i miei cari. Sono stata alla Polizia postale: se non c’è un vero nome si arena tutto. Ma non abbandono ciò che faccio: lo amo troppo”.