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Giovanni Allevi, come sta oggi: “Ho perso i capelli in poche ore e ho provato il Fentanyl”

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10 Settembre 2024, 12:58

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Come sta oggi Giovanni Allevi? Il pianista e compositore marchigiano è tornato a suonare dopo aver trascorso due anni tra ospedali e terapie debilitanti dopo essere stato colpito da un mieloma multiplo, un tumore del sangue particolarmente aggressivo. In un’intervista rilasciata a Renato Franco per il “Corriere della Sera”, il 55enne ricorda il giorno in cui ha ricevuto la terribile notizia: “Ero per strada, a Roma, mi ha chiamato una dottoressa e mi ha comunicato la diagnosi. Mieloma. Una parola dal suono dolce, ma al tempo stesso insidiosa”. “La prima sensazione che ho avuto è stato lo straniamento – svela il musicista – come se stessi vivendo dentro un sogno, come se fossi uscito da me stesso, come se lo dicessero a un altro. Ricordo il pavimento del marciapiede come se diventasse obliquo, come se fossi dentro una fotografia. Avevo perso il senso della realtà. Stavo già entrando in un’altra realtà. Quella dottoressa però è stata bravissima, le sue parole mi hanno colpito: la diagnosi è il primo passo verso la guarigione. Ho fatto l’esperienza della possibilità della mia fine, ho pensato che avrei passato tutto il mio tempo futuro in compagnia di un dolore fisico. Quindi ho provato angoscia, ansia, incubi, panico”.

Giovanni Allevi (Foto da video)

“Calvo, imbottito di psicofarmaci per non cadere nel baratro del panico”

Giovanni Allevi si è aggrappato sin da subito alla musica che lo ha accompagnato in questo viaggio spaventoso che è diventato un libro dal titolo “I nove doni – Sulla “via della felicità”. “In ospedale fin dal primo giorno di una lunga degenza (…) piuttosto che scrivere un diario a parole dove raccontare le mie emozioni, ho voluto farlo in note, che è quello che mi viene più spontaneo. È la mia natura – racconta – Avrei attraversato mesi di ansia, momenti di euforia e di dolore, attimi di ebbrezza, speranza e attesa. E li avrei messi in musica”. Tra i ricordi più traumatici, la perdita dei capelli avvenuta nel giro di qualche ora. “Un giorno ho sentito un forte bruciore alla testa – confida – e poiché i capelli erano lunghi, ricci e intrecciati tra di loro, li ho persi tutti insieme nel giro di poche ore. Li ho tolti come se fossero una parrucca. Eccomi: calvo, imbottito di psicofarmaci per non cadere nel baratro del panico, ricolmo di oppioidi, dimagrito fino a pesare 63 chili. Immunodepresso, indebolito, con una flebo perennemente attaccata per l’idratazione. Avevo perso tutto, non solo i capelli”. 

Giovanni Allevi (Foto Instagram)

“L’eventualità di finire su una sedia a rotelle non è ancora scongiurata”

Giovanni Allevi ha convissuto con un dolore indescrivibile (“Il mio midollo osseo era malato. Erodeva le ossa dall’interno”). Ancora adesso porta un busto. “Tutto è iniziato con un mal di schiena durato mesi – ricorda – l’apice alla Konzerthaus di Vienna, avevo finito di suonare e non riuscivo ad alzarmi, non riuscivo a staccarmi dallo sgabello: lì ho capito che c’era qualcosa di serio e grave. Provavo un dolore lancinante che ho contrastato con una terapia a base di un oppiaceo tristemente famoso, il Fentanyl, che è 100 volte più potente della morfina e che crea effetti collaterali che non avrei mai immaginato: per esempio la sensazione di avere la febbre a 39 fissa, mattina e sera, per mesi. Sfiancante”. A destare non poca preoccupazione è stato anche l’esito di una risonanza da cui è emerso che una vertebra, molto schiacciata, rischiava di rompersi e tranciare di netto il midollo spinale. “Significava l’ipotesi concreta di finire su una sedia a rotelle – spiega Giovanni Allevi – Una eventualità non ancora scongiurata, rimandata a un futuro indefinito, ma che per fortuna potrebbe anche non accadere. Sono tutte sensazioni con le quali ho dovuto fare i conti per scoprire dentro di me una forza che non avrei mai immaginato”.

Giovanni Allevi (Foto Instagram)

Come sta oggi Giovanni Allevi: il tremore alle mani e i concerti

Il pianista e compositore convive anche con il tremore alle mani. “Avevo la netta sensazione che non avrei più suonato, o che sarebbe ri-successo dopo tanti anni – rivela – All’inizio si instaura un circolo vizioso: mi stanno tremando le mani. Aiuto. Panico. Le mani tremano ancora di più. A Locarno stavo per alzarmi e annunciare il mio definitivo ritiro dalle scene. Ma il pubblico mi ha dato forza: non gli interessava più la perfezione. Oggi riesco a controllare il tremore con un auto-inganno al cervello. Se mi tremano le dita penso che è bello, che sta andando in scena la mia fragilità, che sono autentico, sono io”. Durante la malattia, Giovanni Allevi ha tratto un effetto curativo dalla contemplazione della natura e della meditazione. “In modo spontaneo ho compreso che per accogliere il dolore — non per accettarlo, perché l’accettazione già contiene il senso della sconfitta — mi faceva bene tenere il mio gattino in grembo e respirare – racconta – Una pratica che portava a un rilassamento dei muscoli, a un’ossigenazione del corpo, a una diminuzione della percezione del dolore. Un oppioide naturale, il gatto. Così mi liberavo dei pensieri negativi, per arrivare a una sorgente vitale che è dentro ognuno di noi e che ci supera. Un’energia che tutto abbraccia e ci trascende: nella Natura mi immergo e ritrovo il contatto con un’energia ancestrale”.
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Giovanni Allevi (Foto da video)

“Nonostante la sofferenza fisica e la malattia, è possibile trovare un briciolo di felicità”

Ad aiutarlo è stata anche la cultura che “universalizza la fragilità umana”. “Così mi sono sentito compreso – spiega – Ho riletto l’Iliade di Omero, era come se stesse parlando di me: in un momento di grandissima solitudine non mi sono sentito solo”. “Il domani? Non sapevo che dal mieloma non si guarisce mai, anche se in realtà si guarisce giorno per giorno – conclude Giovanni Allevi – Tra i brani che ho composto c’è ‘Tomorrow’, che esprime il nuovo significato che ha assunto per me il concetto di domani. Non più un evento lontano nel futuro, ma un presente allargato. Ho imparato a vivere l’attimo, ho imparato a non lasciare una minima goccia di vita inascoltata. Ogni alba è una promessa, ogni tramonto è un arrivederci. Ogni giorno puoi rinascere e scoprire dentro di te una forza che non immaginavi: nonostante la difficoltà, la sofferenza fisica e la malattia è possibile addirittura trovare un briciolo di felicità”.

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10 Settembre 2024, 12:58

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