Celebrità

Giovanna Botteri va in pensione: “Giusto dare il cambio ai giovani”

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16 Giugno 2024, 10:18

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Giovanna Botteri, 67 anni compiuti venerdì 14 giugno, va in pensione ma non intende appendere la professione al chiodo. “Credo che ci siano quelle due o tre cose che so fare, e credo continuerò a farlo”, dice ai microfoni dell’Adnkronos. Icona del servizio pubblico, inviata in tutto il mondo (da New York a Pechino fino a Parigi, la sua ultima residenza), la giornalista si appresta a tornare nel suo Paese.
“È tutto un po’ strano – confessa – da oggi sarà diverso: tornerò in Italia, sicuramente è un grande cambiamento ma anche il cambiamento può essere positivo… Dopotutto non è che sia morta, sono solo andata in pensione. Certo è un grande salto, sono ormai tantissimi anni che vivo all’estero. Ma è la vita, è giusto anche dare il cambio ai giovani, darsi il testimone, ci sono bravissimi giornalisti giovani in giro. È un avvicendamento naturale”. Adesso la storica inviata Rai avrà “più tempo per le passioni”. A cominciare da quella per la Lazio: “Avrò più tempo per andare allo stadio”.

Alberto Matano e Giovanna Botteri (Foto da video)

“Il bello di questa avventura è che è un’avventura umana, per le persone che incontri”

“Non sono sui social, in questo momento la cosa che voglio fortissimamente è ringraziare tutti quelli che in questi anni in Rai mi hanno aiutato, mi sono stati vicini, mi hanno insegnato tante cose: colleghi, tecnici, operatori, montatori, impiegati, quelli che ti prendono i pezzi – aggiunge Giovanna Botteri ai microfoni dell’Ansa – Il bello di questa avventura è che è un’avventura umana, per le persone che incontri, le storie che senti, per quelli che lavorano per te e con te e che magari non si vedono. Se il mio lavoro è stato ben fatto, è stato grazie a loro. Questa è la lezione forte di umiltà e di rispetto che mi hanno insegnato questi anni ed è quello che mi porto dietro”.
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Giovanna Botteri (Foto da video)

“A Baghdad le mamme davano i tranquillanti ai figli per non farli uscire”

Nata a Trieste nel 1957, Giovanna Botteri chiude in Francia una carriera che l’ha portata dalla Cina agli Stati Uniti, dalla Bosnia all’Iraq. Ha vinto il Premio Ilaria Alpi e il Premio Saint Vincent per i suoi servizi da Baghdad. Tra le esperienze più dure della sua vita, annovera la strage di sei bambini a Sarajevo. “Erano andati a giocare con le slitte e sono morti sotto due colpi di mortaio – raccontò nel 2020 al “Corriere della Sera” – Con Miran Hrovatin andammo alla morgue, lui uscì in lacrime perché gli sembrava di aver visto suo figlio. A Baghdad mi colpivano le mamme: avevano paura quando i bambini uscivano a giocare, gli davano valium e tranquillanti per farli dormire di più perché stare all’aperto vuol dire schegge, bombe, morte. Ecco la guerra è anche questo: vedi in controluce le persone a cui vuoi bene e pensi: se capitasse a me?”.

Giovanna Botteri (Foto da Video)

“Forse era l’unica reporter di guerra con figli e mi vergognavo di mostrare che avevo paura”

“Ero una delle pochissime reporter di guerra, forse l’unica con figli, e mi vergognavo di mostrare che avevo paura – confessa Giovanna Botteri all’Ansa – ecco, ho imparato che non bisogna vergognarsi di avere paura, perché la paura ti detta prudenza e ti salva la vita. E poi nelle situazioni difficili ho imparato a distinguere la gente buona da quella cattiva, perché in certi momenti non ci sono compromessi né finzioni, anche nei rapporti con le persone c’è molta verità”.

Ho capito in che modo faccia la differenza essere una donna – continua – una cosa che rivendico sempre: i miei occhi sono quelli di una donna, di una madre, ho raccontato storie che forse non erano così scontate, in un momento in cui si raccontavano poco i profughi, i civili, le famiglie, aspetti che oggi sarebbe impossibile portare fuori dal racconto. E questo è un risultato raggiunto un poco anche grazie a noi, che abbiamo portato la nostra sensibilità, la nostra attenzione, uno sguardo femminile non nel senso che appartiene a una donna, ma che è capace di raccontare qualcosa di diverso”.

Giovanna Botteri (Foto da video)

L’Usigrai celebra Giovanna Botteri: “Icona del servizio pubblico”

L’Usigrai, il sindacato dei giornalisti Rai, saluta Giovanna Botteri definendola “un’icona del servizio pubblico”: “Ci sono giornaliste così preparate che diventano esse stesse icone di un mestiere. Signorilità, pacatezza, lucidità, equilibrio, ma soprattutto una completa aderenza ai valori e alla missione del servizio pubblico sono stati e saranno di esempio per generazioni di giornaliste e giornalisti. Mai sopra le righe, Giovanna Botteri ha raggiunto una grande popolarità semplicemente svolgendo con dedizione il suo mestiere di inviata che racconta senza riserve ciò che

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16 Giugno 2024, 10:18

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