Mercoledì scorso, un vasto incendio ha minacciato la villa che Giorgio Armani ha acquistato oltre 40 anni fa a Cala Gadir, nel versante nord-est di Pantelleria. Il celebre stilista ha dovuto abbandonarla in fretta e furia e, insieme ai suoi ospiti, si è rifugiato a bordo del suo yacht. Per fortuna, la sua dimora non ha riportato alcun danno.
Con Pantelleria una storia d’amore lunga 40 anni
In un’intervista rilasciata a “Vogue” lo scorso maggio, il designer ha speso parole d’amore per Pantelleria. “E’ un’isola unica, a metà strada tra mondi diversi, che seduce con la sua energia particolare, che arriva dalla terra – ha spiegato – Vorrei che non mutasse mai, ma qui la natura è troppo viva, troppo forte per farsi sopraffare. La sua personalità è strettamente legata alla luce, diretta e quasi accecante, al terreno di roccia vulcanica, nero e accidentato, al carattere delle persone che la abitano, fiero e indipendente”.
CLICCA E SEGUICI SU FACEBOOK
“Quando la visitai la prima volta, mi sembrò brulla e scontrosa”
Come raccontato anche in passato, con Pantelleria non fu amore a prima vista. “Quando la visitai la prima volta, alla fine degli anni ’70, mi era sembrata solo brulla e scontrosa – ha svelato a “Vogue” – Non aveva spiagge comodamente accessibili, non c’erano alberghi né ristoranti. Ho pensato: ‘Che errore venire qui’. Eppure, dopo alcuni giorni, guardando il cielo limpido e il paesaggio intorno, mi accorsi che ovunque regnavano quiete e calma. Silenzio assoluto. È stato in quel momento che mi resi conto che qualcosa mi aveva stregato. Ammirando con calma il suo paesaggio incontaminato, mi innamorai del suo fascino selvaggio”.
“Nel tempo, questa casa è diventata una tenuta”
“Il colpo al cuore fu Cala Gadir con i suoi ‘dammusi’, le tipiche case locali in pietra lavica con il tetto bianco a cupola, veri e propri gioielli di architettura rurale – ha confessato – Li acquistai nel 1981 e così mi sono regalato questa casa, che nel tempo è diventata una tenuta con una vera e propria oasi di cui oggi vado molto fiero e che comprende cactus locali, piante profumate di tiarè, siepi di gelsomini, cespugli di rose, cipressi rari e persino alcune palme centenarie, salvate dall’abbattimento, provenienti da Villa Tasca, vicino a Palermo”.
“Milano e Pantelleria sono complementari, mi ispirano entrambe”
“Negli anni l’hanno scoperta in molti – ha dichiarato “Re Giorgio” – C’è più gente, più turismo, e per certi versi è diventata più accogliente. Per il resto, rimane un’isola meravigliosa, un luogo che va esplorato pian piano, e che richiede una vita per essere apprezzato in tutte le sue sfumature. Rimane immutato il suo carattere un po’ scontroso: all’inizio è ostica e aspra, poi sembra accoglierti, ma a volte subito si ritira. Non è un luogo per tutti, e questo ai miei occhi ne moltiplica il fascino”. Se “Milano è la vita industriosa, il lavoro che costruisce”, ha spiegato, “Pantelleria è l’evasione, e il contatto con l’energia della natura. Le due sono complementari e speculari: mi ispirano entrambe, in modi diversi”.
“Mi piace aggiungere nuovi oggetti che acquisto quando sono in viaggio o nei mercatini”
“Arredare la villa è stata una lunga impresa, che in un certo senso non è mai finita perché mi piace aggiungere nuovi oggetti che acquisto quando sono in viaggio o che trovo nei mercatini – ha confidato lo stilista – All’inizio era una semplicità elementare a predominare, ma poi ho iniziato ad aggiungere qua e là mobili Armani/Casa che con la loro forma moderna creavano un bel contrasto. Un gusto che nell’insieme combina natura ed evasione. Perché la casa di vacanza deve far sognare, rappresentare una rottura con la quotidianità del lavoro, per regalarsi anche il piacere della compagnia dei familiari, e dei veri amici”.
“Quando sono sull’isola, cerco di non pensare a Milano e al lavoro”
“Per me, che arrivo da Milano, Pantelleria rappresenta un ‘altrove’ materializzato – ha concluso Armani – È il luogo, in mezzo al Mediterraneo, in cui mi concedo di staccare, e che ogni volta mi sembra di riscoprire, con il blu profondo del mare tutto intorno e gli abitanti, ruvidi in superficie e così generosi. Quando sono sull’isola, cerco di non pensare a Milano e al lavoro, o almeno ci provo”.