Giorgio Armani sul compagno: "Con lui morì una parte di me"

Giorgio Armani sul compagno scomparso a 40 anni: “Con lui morì una parte di me”

Daniela Vitello

Giorgio Armani sul compagno scomparso a 40 anni: “Con lui morì una parte di me”

| 14/10/2024
Giorgio Armani sul compagno scomparso a 40 anni: “Con lui morì una parte di me”

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Giorgio Armani, 90 anni compiuti lo scorso luglio, 50 trascorsi dalla sua prima sfilata, si racconta in una lunga intervista rilasciata ad Aldo Cazzullo e Paola Pollo per il “Corriere della Sera”. “Sono diventato bello – confessa – Da piccolo ero bruttino. Poi avevo un’età in cui le ragazze ancora non erano nel mio mondo”. A 7-8 anni lo stilista piacentino si innamora di Wanda, “una bambina dall’aria esotica, dal colorito un po’ etnico: capelli dritti, riga in mezzo, un po’ come le ragazze di adesso”. “Era diventata la mia fidanzatina – ricorda – Morì schiacciata da un tir. Passò un camion, lei attraversò la strada, non si accorse che dietro c’era un altro camion, che la colpì qui, al cervelletto”. Anche Re Giorgio rimase vittima di un incidente da bambino. “Finita la guerra noi ragazzini andavamo in giro a raccogliere la polvere da sparo – racconta – Uno dei miei amici prese un pacchetto, accese una miccia… io mi ero affacciato in strada per vedere cosa succedeva e presi in pieno la fiammata. Rimasi in ospedale venti giorni, rischiai di perdere la vista”.

Giorgio Armani e Sophia Loren (Foto Instagram)

La prima volta dello stilista con “una ragazza bruttina”

Giorgio Armani torna indietro con la memoria alla sua prima volta, con “una ragazza bruttina”. “In effetti non era il massimo… – ammette – però mi aiutava quando ero alla cattedra interrogato”. La conversazione si sposta sul suo primo amore maschile. “Non ho mai parlato di questo – premette – Fu sotto un capannone sulla spiaggia di Misano Mare, alle 5 del pomeriggio, quando tutti i ragazzi della colonia venivano ricoverati sulla spiaggia per rilassarsi. Io ero in un gruppo di ragazzi, di bambini, e c’era un responsabile, un giovane uomo, che mi ispirò subito un sentimento d’amore. Non ho ben realizzato questa cosa, non le ho dato seguito. Ma da lì in avanti la mia vita cominciò, in un altro modo”. “Non ne ero conscio – spiega – non capivo cos’era, non facevo differenze tra uomo e donna. Era un’attrazione che sentivo, una cosa bellissima: non vedevi l’ora di stargli vicino, di farmi accarezzare… una grande emozione. Queste cose non le ho mai dette a nessuno. È un ricordo molto emozionante”.
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Giorgio Armani e l’incontro con il compagno e socio Sergio Galeotti

Giorgio Armani ripercorre il suo incontro con il compagno e socio Sergio Galeotti morto a 40 anni nel 1985. Con lui nel 1975 fondò la sua azienda. “Ci siamo conosciuti vicino alla Capannina, in Versilia, dov’ero in vacanza per due giorni – racconta – Incrociai Sergio in macchina, mi piacque subito il suo sorriso toscano, e diventammo subito amici”. Sergio Galeotti cercò di convincerlo a mettersi in proprio. “Mi diede coraggio, fiducia – confida – Mi disse: tu hai un potenziale importante. Sergio aveva visto i miei vestiti, si era reso conto che potevo arrivare più lontano. Allora il mondo della moda a Milano era gestito da persone un po’ adulte. Io ero giovane, avevo stimoli diversi”. “Quando morì Sergio, morì una parte di me – confessa lo stilista – Devo dire che mi complimento un po’ con me stesso, perché ho retto a un dolore fortissimo. Un anno tra un ospedale e l’altro, io per non ferirlo ho continuato a lavorare, gli portavo le foto delle sfilate, negli ultimi tempi vedevo le lacrime ai suoi occhi. Fu un momento estremamente difficile, che ho dovuto superare anche contro l’opinione pubblica. Sentivo dire: Armani non è più lui, sarà sopraffatto dal dolore, non ce la farà da solo… Anche per questo, a chi mi chiedeva una partecipazione nella Giorgio Armani, rispondevo: no, grazie, ce la faccio da solo”.

Giorgio Armani e Martin Scorsese (Foto Instagram)

Giorgio Armani e la morte prematura del compagno: “Dolore crudele”

“Ho avuto una forza di volontà incredibile, per vincere questo dolore crudele – racconta il designer – Un anno di attesa perché Sergio morisse. E tutto accadde in un tempo meraviglioso, quando stavamo cominciando a essere qualcuno, a dare una struttura all’azienda, a essere conosciuti nel mondo. Era il momento in cui prendevo fiducia in me stesso; e mi è arrivata questa tegola sulla testa”. Giorgio Armani dice definisce “distaccato” il suo rapporto con Gianni Versace: “C’era una specie di intesa sottintesa. Lo vedevo alla sfilata, lo salutavo da lontano, lui mi salutava. Non parlavamo di moda, vivevamo in mondi separati, ognuno però conscio dell’esistenza dell’altro. Aveva allargato la sua azienda al mondo, anche attraverso i personaggi, da lady Diana in giù. Io allora mi tenevo molto riservato (…) Gianni credo avesse deciso di divertirsi. Oltre ovviamente a fare cose degne nella moda della donna: non tutto, ma ha fatto qualcosa di estremamente buono”. “Cosa penso di Dolce&Gabbana? Due furbacchioni – sentenzia – Però li ammiro. Nel bene e nel male, se ne parla. Hanno una clientela diversa, però guardo le loro cose e mi chiedo: ma quale donna le metterebbe? Vedo che ora stanno cambiando”.

Giorgio Armani e Sofia Goggia (Foto Instagram)

“Tra due o tre anni mi ritiro. Leo vive con me da anni”

Durante l’incendio di Pantelleria, Giorgio Armani tornò nella sua villa per recuperare l’anello con diamante che porta all’anulare sinistro, regalo del suo braccio destro Leo Dell’Orco per cui prova un “affetto profondo”. “Vive da anni insieme a me, e rappresenta la persona a me più vicina”, spiega. Alla domanda se l’azienda è destinata ad essere guidata da Leo Dell’Orco e da sua nipote Silvana, Re Giorgio replica: “Ho costruito una specie di struttura, di progetto, di protocollo che dovrebbe essere seguito da chi verrà dopo di me in questa avventura. Due o tre anni come responsabile dell’azienda me li posso ancora concedere; di più no, sarebbe negativo. Perché non ci dormo la notte. Non conosco più il sonno profondo e sereno di un tempo. Ora di notte sogno, e nel sogno costruisco il mio futuro. Mi vedo in una delle mie case, accudito da persone fidate. Sul lavoro, mi auguro di non dover più essere io a dire sì o no. Per questo credo che ci siano richieste un po’ più insistite dall’esterno…Vogliamo far parte del suo gruppo, vogliamo una partecipazione… Ma per il momento non vedo aperture”. “Io il sabato e la domenica sono un uomo disperato – tiene a precisare – È meglio non starmi vicino, perché il fare nulla mi disturba moltissimo, e quindi cerco disperatamente qualcosa da fare”.

Giorgio Armani (Foto Instagram)

Il rimpianto di non aver avuto dei figli: “Sarei stato un ottimo papà”

“Se mi manca avere figli? Moltissimo – svela – Un mio dipendente, Michele, ha una bambina di cinque anni che adoro, la considero quasi come mia, e questo mi ha fatto capire che sarei stato un ottimo papà. Si chiama Bianca”. “Mi è difficile credere che Dio sia là in alto fra le nuvole, fra le aurore boreali, fra le tempeste. Alla fine sono molto razionale – conclude Giorgio Armani – L’aldilà non c’è. Finisce tutto qua. Se la morte mi fa paura? È come la morte arriva, che mi fa paura. Non vorrei creare il dramma della morte turbata dal dolore, che metta in estremo disagio chi mi sta a fianco”.

Pubblicato il 14/10/2024 19:27

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