Giorgia Todrani, meglio nota come Giorgia, concede una lunga intervista a “Vanity Fair” in cui parla del compagno Emanuel Lo, dei suoi progetti, delle sue paure ma anche di una proposta importante caduta nel vuoto. “Perché non mi sono sposata? C’è stata la proposta – rivela – c’è stato un anello, e c’è stata la commozione. Però nessuno ha più organizzato”. Poi scherza e aggiunge: “Mi tocca occuparmene e ho da fà. E poi me lo deve chiedere lui, perché io sono femminista, ma almeno quello… Famo già tutto noi…”. Giorgia ammette qualche debolezza tra cui la paura di volare. “Ho ripreso l’aereo quest’anno – racconta – non volavo da vent’anni. Mi ha convinto mio figlio Samuel, non volevo che la mia paura gli impedisse di fare delle cose che fanno tutti. Mi sono fatta forza, abbiamo volato ed è stato bellissimo”. “Un volo di 40 minuti Roma-Brindisi – aggiunge -. Lui guardava fuori dal finestrino, incantato, io tremavo: oddio, oddio, oddio. Non prendo neanche nulla per calmarmi, perché se penso che devo morire devo essere lucida. Però bevo prosecco. Quindi salgo brillante, amo tutti, sono simpaticissima, stringo mani, completamente sopra le righe”.
L’artista quest’anno è impegnata come conduttrice a “X Factor”: “Il programma mi diverte molto. Da piccola, in bagno, giocavo all’annunciatrice. Prima del canto la mia cosa era presentare, cercando un po’ di leggere e un po’ no, un po’ da psicopatica… Adesso è reale, mi hanno preso sul serio e sono ancora scioccata”.
“Il mio stile di conduzione? Uso la mia naturale comicità. Punto sulla simpatia”
Giorgia racconta cosa ha imparato lavorando con Pippo Baudo e Rosario Fiorello. “Con Baudo facevamo Sanremo Top, presentai anche Terence Trent D’Arby. All’epoca non avrei mai pensato che un giorno quell’esperienza mi sarebbe stata utile: ho guardato e basta. Pippo è uno che risolve, se tu non hai la risposta la dà lui al posto tuo, e ti salva. Fiore è talmente geniale, che vuoi imparà? Ha sempre un margine di improvvisazione, intravedi il burrone, sei in bilico e tutto è terrorizzante e stimolante allo stesso tempo”. “Il mio stile di conduzione? A me piace lo stile di Antonella Clerici, quello della De Filippi, quello della Carrà: ma non è che mi ispiro, non so neanch’io che sto a fà. Uso la mia “naturale” comicità, diciamo, me butto su quello. Punto sulla simpatia. Quando in concerto faccio una battuta e ridono, provo una soddisfazione… Pazzesca”. Poi aggiunge: “Il mio incubo è sbagliare il codice del televoto. Mi chiamano ‘secchiona’: gli autori mi volevano bloccare in chat”.
“Mio figlio lo chiamo ‘il Grinch’, è dissacrante, ha un senso dell’umorismo tagliente”
La cantante parla anche del rapporto con il figlio 14enne Samuel: “Mi dice che sono un po’ rompiballe perché chiedo di riordinare o fare i compiti. Studiamo insieme… Abbiamo cambiato liceo, ora facciamo uno scientifico vicino a casa. Mi ha detto: preferisco andare a scuola fino alle 8 di sera piuttosto che studiare con te. Sono severa: del resto volevo fare l’insegnante, dopo il liceo linguistico ero avviatissima alla facoltà di Lingue. Poi niente, andavo a fare i soundcheck con i libri sotto braccio, e dopo Sanremo non ce l’ho fatta più a studiare. Mi sono fermata a sei esami”. “Io lo chiamo ‘il Grinch’ – aggiunge – è dissacrante, ha un senso dell’umorismo tagliente. L’anno scorso ho fatto un tour nei teatri lirici, posti stupendi, e mi ha detto: quindi canti nei teatrini. Ma ti danno i soldi?”.
Giorgia ammette di avere la mania dell’ordine e del controllo: “Ho l’ansia del controllo, nel poco tempo libero che ho faccio il cambio degli armadi, dei libri di scuola, sistemo la raccolta differenziata. Poi il tempo finisce, vado a letto, e i dischi d’oro non li attacco. Ma li ho anche di platino, attenzione. Che poi io vivo con l’aspirapolvere in mano perché con quattro gatti che te lo dico a fà? Ogni giorno viene una signora a pulire, ma è impossibile”.
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“Con Samuel abbiamo gli stessi gusti musicali, io ascolto la sua musica”
L’artista spiega di avere un dialogo molto aperto con il figlio: “Parliamo tanto, pure troppo. Abbiamo gli stessi gusti musicali, siamo in grande sintonia, perché io ascolto la musica sua, non perché lui ascolta la mia. Ogni tanto mettiamo anche cose “che c’erano prima”, io ascoltavo Busta Rhymes, il rap degli anni ’90. Ma niente, ci sentiamo Tha Supreme e Anna. È giusto che ascolti la musica della sua generazione e mi piace che oggi ci sia una valanga di musica italiana, questo rap, trap, pop. D’estate va in giro da solo tranquillamente perché andiamo in vacanza in un paesino del Salento, però a Roma ancora no. Per adesso, quando piove, sto in macchina come tutte le altre mamme ad aspettarlo alla fine degli allenamenti di calcio, con in mano il cellulare e possibilmente senza farmi vedere. Anche se gliel’ho detto: guarda che lo sanno che ci conosciamo… Anche se non mi saluti o fingi di non vedermi, sanno che siamo parenti”.
Giorgia ed Emanuel Lo: “Ci deve essere quella cosa dentro che ti emoziona quando l’altro torna a casa”
L’amore con Emanuel Lo dura da vent’anni e Giorgia si dichiara ancora molto innamorata: “Penso che un rapporto vada nutrito ogni giorno, non do niente per scontato. Il che da una parte è positivo, dall’altra sembra sempre che ci conosciamo da cinque minuti. Di recente mi ha detto: ‘Bello eh? Ma che fatica!’. Comunque, seriamente: ci deve essere la lucina interiore. Quella cosa dentro che ti emoziona quando l’altro torna a casa la sera anche se lo hai visto al mattino. Se è spenta, è un problema”. “Per me è normale dire che la famiglia la fa l’amore – spiega ancora – perché mi devo sentire minacciata se il mio vicino ama un uomo o una donna? Si dovrebbe insistere sul rispetto reciproco, almeno su scelte così intime e personali. Non si allarga lo sguardo abbastanza, anche per le questioni di pelle… Invece si alimenta la paura e la paura porta a pensieri non utili, mentre abbiamo cose molto urgenti da fare. Stanno morendo il mare, le piante, e noi”.
“Ho partorito Samuel a casa con un’ostetrica. Pensavo di non essere all’altezza”
“Sono una femminista – rivela Giorgia – in modo viscerale. Sono cresciuta in una famiglia di donne che mi hanno dato l’esempio e mi hanno fatto leggere Virginia Woolf. Nessuno può dire a una donna come gestire il proprio corpo, si può scegliere di non fare un figlio, farlo da sole, farlo con un uomo, una donna… E lo dico io, che ho sofferto tanto perché non rimanevo incinta”. Giorgia ammette di essere un po’ pessimista rispetto al futuro: “Faccio brutti pensieri. Sono in una fase in cui un pezzo di vita è andato, e mi chiedo: ma uno si accorge quando fa una cosa per l’ultima volta, quando vede un film per l’ultima volta, sente una canzone per l’ultima volta? Più che paura, la morte è un tema che mi ha sempre impegnato sin da piccola, la prima poesia che ho scritto era sulla morte, poi cantavo ‘e poi sarà come morire’, insomma: potevo solo migliorare”.
“Sono i figli che ti fanno fare questi ragionamenti – conclude -. Ti dispiace per quelli che ti vogliono bene se muori, però non quanto per un figlio di cui sei responsabile. Prima di avere Samuel pensavo di non essere all’altezza neanche del parto, invece l’ho fatto con un’ostetrica, in casa. È questa la cosa bella che voglio pensare della vita, che ti trasformi. Arrivi in un modo e te ne devi andare in un altro”.
