Gino Paoli, che nel 2024 compirà 90 anni, ha concesso una lunga intervista ad Aldo Cazzullo per il “Corriere della Sera”. Il nome del cantautore friulano è associato a “Sapore di sale”, canzone uscita bel 1963, tra più belle di sempre. “La scrissi in mezz’ora, come se qualcuno me la stesse dettando – racconta – Erano anni meravigliosi, anche gli operai avevano le 1500 lire per andare alla Capannina, e si pensava sarebbe durata per sempre. Io però vedevo già nuvoloni all’orizzonte”. L’11 luglio dello stesso anno, Gino Paoli imbraccia una pistola e si spara al cuore. “Avevo tutto e non sentivo più niente – spiega – Le due donne più belle d’Italia, Ornella Vanoni e Stefania Sandrelli, erano innamorate di me. In garage avevo una Porsche, una Ferrari e una Flaminia Touring. Cos’altro potevo avere? Volevo vedere cosa c’era dall’altra parte”.
Gino Paoli sul suicidio di Tenco: “Un colpo di teatro non riuscito. Voleva imitarmi”
“La morte non mi fa paura – confessa il cantante – Il mio amico della vita, Arnaldo Bagnasco, era semmai convinto che fossi depresso per l’incidente stradale in cui era rimasto ucciso un giovane musicista. Io invece penso che la molla decisiva sia stata la guerra. La consuetudine con la morte. Uno dei miei primi ricordi è la fila dei cadaveri allineati sul ponte di Recco”. Prima di impugnare la pistola, Gino Paoli prova a togliersi la vita con i “barbiturici annaffiati con il calvados”. “Ma non mi fanno niente – ricorda – Penso di gettarmi di sotto; ma non voglio dare a mia madre il dolore di vedere un figlio straziato. Mi ricordo di avere due pistole. Faccio le prove sparando con la Derringer calibro 5 dentro un libro bello spesso, e vedo che il proiettile entra in profondità.
Così mi corico sul metto, e mi sparo. Non alla testa, sempre per non dare quel dolore a mia madre. Al cuore. Il proiettile si fermò nel pericardio. È ancora lì, e mi tiene compagnia; ha anche smesso di suonare al metal detector. Meglio così. Ogni volta spiegavo: ho una pallottola nel cuore. E nessuno mi credeva. Ho una foto con Rita Pavone e Teddy Reno al mio capezzale. Ornella passò di notte, per non dare nell’occhio. Nel corridoio Luigi Tenco ripeteva sconsolato: non si fanno queste cose…”. E invece Tenco fa la stessa cosa durante il “Festival di Sanremo”. Sul suicidio del collega Gino Paoli ha una sua teoria: “Un colpo di teatro non riuscito. Come se avesse voluto imitare me: spararsi, e restare vivo”.
“Ornella Vanoni mi insegnò il sess0. Oggi emergono le cantanti che mostrano il c*lo”
Nell’intervista rilasciata ad Aldo Cazzullo, Gino Paoli torna indietro con la memoria all’incontro con Ornella Vanoni: “Primavera 1960 (…) Mi ha insegnato il sess0. Ero pieno di sensi di colpa. Con lei ho imparato a parlare facendo l’amore. Prima andavo a letto con chiunque respirasse; con Ornella ho scoperto la libertà e la naturalezza”. Nel 1964 il cantautore friulano ha avuto due figli da due donne diverse: Giovanni da sua moglie e Amanda da Stefania Sandrelli. “I rotocalchi impazzirono – racconta – Mi seguivano dappertutto, per fotografarmi con i bambini. Così entrai nella redazione di ‘Stop’ con una mazza da baseball, gridando: ‘Se non la smettete, torno qui e con questa abbatto il primo che incontro’. Smisero. Stefania si era sposata con un uomo che non mi piaceva. Lo affrontai e lo convinsi a lasciarmi la bambina. Così Amanda e Giovanni sono cresciuti insieme. Grazie alla generosità di mia moglie Anna”.
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“Smisi con la droga quando arrestarono il mio pusher”
Nel 1968 Gino Paoli si ritira dalle scene. “Era una falsa rivoluzione – spiega oggi – Non mi apparteneva. E mio padre mi aveva insegnato che, quando non si ha niente da dire, si deve tacere. Così mi ritirai a Levanto, dove aprii un locale”. “E si diede alla droga”, ricorda Aldo Cazzullo. “Ne ero diventato prigioniero. Per due anni – confessa – Avevo iniziato con una canna, per recuperare la voce. Poi ho provato cose sempre più pesanti. Ma quando hanno arrestato il mio pusher, ho smesso. Non per virtù; per necessità”. Abbandonare l’alcol è stata più dura: “Per vent’anni mi sono scolato una bottiglia di whisky al giorno. Ora, come vede, non bevo neppure il pigato”. Gino Paoli racconta la sua storia d’amore con la sua attuale moglie Paola: “Aveva quindici anni. La respinsi: non volevo finire di nuovo in galera. Tornò quando ne aveva compiuti sedici. All’epoca avevo una donna in ogni città: Paola le affrontò tutte. La rivale più pericolosa, quella di Torino, quasi una fidanzata, la mise in fuga sguainando un coltello a serramanico”.
“Oggi emergono le cantanti che mostrano il c*lo”. La risposta di Elodie
Nell’intervista al “Corriere della Sera”, Gino Paoli afferma che “lo spettacolo è un mondo di me*da”: “È tutto apparenza. Oggi peggio di ieri. Ieri avevamo Mina e la Vanoni. Oggi emergono le cantanti che mostrano il c*lo”. Nonostante non venga espressamente citata, Elodie si è sentita tirata in causa e ha pubblicato un post su “X” che sembra proprio una risposta all’autore di “Sapore di sale”. “Ci sono artisti che hanno scritto capolavori, ma nella vita di tutti i giorni sono delle Mer*e, è così. Io preferisco essere una bella persona”, ha scritto.