I testamenti di Gina Lollobrigida sono ancora al centro delle controversie tra il figlio dell’attrice e l’ex segretario Andrea Piazzolla che le è stato vicino negli ultimi sette anni di vita. Dopo la morte della diva 95enne avvenuta il 16 gennaio scorso, si è aperta la questione dei due testamenti olografi. La Lollo ha redatto i documenti nel 2013 e nel 2017, quest’ultimo mentre era ricoverata in clinica. In base a quanto emerso dopo la sua scomparsa, l’artista nel testamento ha disposto che metà del patrimonio andasse al figlio Andrea Milko Skofic e l’altra metà ad Andrea Piazzolla. Adesso il giudice del tribunale monocratico di Roma ha acquisito agli atti i due testamenti nell’ambito del procedimento che vede imputato l’ex factotum con l’accusa di circonvenzione di incapace. Dopo una breve udienza è arrivato il rinvio delle parti al prossimo 7 giugno, giorno in cui avverrà la discussione da parte del pubblico ministero e della difesa. I pm contestano ad Andrea Piazzolla una sistematica spoliazione dei beni dell’attrice avvenuta tra il 2013 e il 2018. Dal 2021 la diva aveva un amministratore di sostegno nominato dal Tribunale per tutelare il suo patrimonio.
L’ultimo testamento è emerso pochi giorni dopo il decesso
La decisione è arrivata su richiesta dei difensori dell’imputato a cui, però, si è associata anche la parte civile. Obiettivo del tribunale è verificare il contenuto degli atti in cui si è “formata la volontà” di Gina Lollobrigida in merito alle disposizioni legate al suo vasto patrimonio. Metà della fortuna accumulata dalla diva dovrebbe andare all’ex factotum. Ma Andrea Piazzolla ha sempre affermato di “non voler prendere neanche un centesimo” sostenendo che la sua parte di patrimonio sarebbe stata “messa a disposizione per quelli che sono i desideri” della defunta. Secondo le volontà dell’attrice, il trust con le sue opere d’arte dovrà essere amministrato dall’ex assistente assieme all’imprenditore Horacio Pagani, mentre la sua collezione di un centinaio di vasi etruschi è stata devoluta allo Stato italiano. Sempre in merito al patrimonio dell’attrice, a seguito di un’inchiesta de “L’Espresso”, è emersa l’esistenza di alcune società tra America Centrale e Montecarlo (dove la Lollo era ufficialmente residente) che possedevano in pancia i beni della attrice. La società che racchiude il tesoretto della Bersagliera si trova a Panama.
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La società a Panama e il ruolo di Andrea Piazzolla
Andrea Piazzolla nega qualsiasi ruolo nella società panamense aperta da Gina Lollobrigida nel 2014. Da lì sarebbero transitati i 3,9 milioni di euro incassati dalla diva in seguito alla famosa asta di gioielli da Sotheby’s. “Non ero a conoscenza dell’esistenza di questa società. Tra l’altro, nel procedimento emerge che non possiedo alcun conto corrente all’estero, né sono titolare di società straniere”, ha precisato Piazzolla a “Fanpage.it”. L’ex factotum aggiunge che era la signora Gina Lollobrigida, con l’ausilio dei suoi consulenti finanziari, a prendere direttamente ed autonomamente ogni decisione. Del resto, lo stesso articolo de “L’Espresso” dà atto come la signora Lollobrigida fosse l’unico soggetto autorizzato a gestire i soldi. Quanto all’uso delle somme, Piazzolla ha aggiunto: “Per quanto è a mia conoscenza, sono state utilizzate da Gina Lollobrigida per le sue personali esigenze”.