Gianluca Grignani ha pubblicato la sua autobiografia “Residui di rock’n’roll”, un libro in cui ripercorre tutta la sua vita, dal suo rapporto con le droghe alla fuga in Sudamerica. Ne parla in un’intervista rilasciata a “La Repubblica” svelando anche il suo prossimo progetto. Il cantante sta infatti lavorando al nuovo disco. Gianluca Grignani ha trasformato la sua casa in uno studio di registrazione. “Avrei potuto mettere alle pareti tutti i miei dischi d’oro e di platino – esordisce -. Ci ho messo i cavi per far passare la musica”. Nel libro il cantante racconta tutto, anche l’arresto del 2014: “Era importante che le persone conoscessero la mia versione su quello che è successo durante quella cena in estate con amici e familiari. È tutto scritto lì”.
Nel libro c’è una parte dedicata alla madre. “Ha dato i natali al mio ‘Io’ – svela -. Parlava poco ma da piccolo mi ha fatto conoscere Eric Clapton e a casa aveva molti libri. Ricordo a sette anni, ero malato a letto e lessi tutto d’un fiato ‘Il Ritratto di Dorian Gray’ di Oscar Wilde”.
“Negli anni Novanta ho inventato qualcosa anche io. Solo che ero come un bambino che gridava in una culla”
Trent’anni di carriera tra alti e bassi. “John Lennon una volta disse che i Beatles avevano inventato quello che non c’era – spiega – Negli anni Novanta ho inventato qualcosa anche io. Solo che ero come un bambino che gridava in una culla. Adesso so come funzionano le cose”. Poi parla del suo nuovo progetto: “Residui di rock ‘n’roll sarà un triplo album e le assicuro che sconvolgerà dei meccanismi. Sarà come ‘Destinazione Paradiso’ e come ‘La fabbrica di plastica’. Con la differenza che oggi non sono più così incosciente”. Negli anni ’90 è scappato in Sudamerica. “E poi in Giamaica – aggiunge -. Tornai a Londra per vedere dei discografici. Avevo fatto i capelli rasta e passai da un parrucchiere per sistemarli, erano troppo intrisi di catrame. Decido di tagliare tutto e di farmi biondo platino. Solo che nell’ufficio dei discografici c’era anche Franco Battiato. Mi vide e fece una mossa alla Mick Jagger. Sulla mia vita potrei fare un parco a tema. Anzi, forse meglio un’app per rivivere uno dei miei incontri con Pino Daniele, per esempio”.
“La depressione porta a chiederti se ciò che hai fatto e ciò che farai è abbastanza”
“Entro nel camerino dopo un suo concerto per salutarlo – ricorda il cantante parlando del suo incontro con Pino daniele –. Gli chiedo: ‘Pino, ci facciamo una canna?’. Risposta: ‘Guagliò, io nella mia vita mi sono già fumato tutti i Campi Flegrei…’”. “Ero a un concerto dei Pearl Jam – racconta ancora -. Eddie Vedder sul palco completamente ubriaco, il suono della band si sentiva malissimo, ero circondato da persone che pogavano e lo facevano anche male. E a un certo punto da chi mi sento chiamare? Da Lucio Dalla. Era lì, si stava divertendo. Mi ha insegnato a non aver paura”. Gianluca Grignani parla dei suoi figli e ammette: “Non saranno come me e credo, per ora, di essere riuscito a difenderli. Molti dei miei colleghi non ci riescono ma il mio obiettivo più grande è tenerli lontano dalla ‘sgretolazione’ che può arrivare dalla fama. E poi mi aiutano”. “Vivo un periodo non facile – svela -. La depressione porta a chiederti se ciò che hai fatto e ciò che farai è abbastanza. Ma loro mi danno tutta la forza necessaria per reagire”.
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“Mi hanno anche contattato per fare il giudice nei talent, potrei farlo solo a una condizione”
Tornando alla sua autobiografia rivela: “C’è un capitolo, si chiama ‘Il mostro’ ed inizia con un bel po’ di droga in un sacchetto. Anche qui: le speculazioni sono state tantissime. Dovevo raccontare la mia versione. Solo che ho scelto di farlo in maniera quasi narrativa. Anche perché se dovessi essere più preciso farei finire la favola di qualcuno”. Nel libro l’artista racconta anche di essere stato molestato durante un campo scuola del Coni. “È successo tanti anni fa – ammette – ed è stato devastante per me. L’ho fatto per denunciare: queste cose accadono ancora”. “Il suo rapporto con i talent? “Mi hanno anche contattato per fare il giudice, ma con quel modo da furbetti di chi crede che la televisione sia tutto. Potrei farlo ma solo se la musica fosse messa al primo posto”, conclude.