Gianluca Grignani è stato ospite della trasmissione radiofonica “I Lunatici” condotto da Roberto Arduini e Andrea Di Ciancio in onda su Rai Radio 2. Il popolare cantante è tornato al successo dopo alcuni anni di silenzio dopo la sua partecipazione all’ultima edizione del “Festival di Sanremo”. Grignani ha svelato alcune curiosità sulla nascita di alcuni suoi brani celebri e ha parlato un poco di sé. Proprio in merito alla sua partecipazione al Festival ha detto: “La canzone ‘Quando ti manca il fiato’ è una canzone che era lì da tanti anni, che si è trasformata. È nato tutto quando mio padre mi chiamò e mi chiese se il giorno della sua morte sarei andato al suo funerale. È un pezzo che cerca di essere un mantra, una preghiera. Quella telefonata è esistita davvero, non sarei mai riuscito a inventarmela. Il rapporto con mio papà? Risoluto, quella canzone dice tutto, è difficile dire di più, il rapporto che avevo con mio padre è il rapporto che hanno molti figli con i padri. L’Ariston? Sempre emozionante, andare a Sanremo non finisce mai di stupirmi, ho imparato nel mio lavoro ad essere abbastanza pronto, Sanremo evolve, non sei mai pronto a tutto”.
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“La ragazza che ha ispirato ‘Una donna così’ era omosessuale”
Gianluca Grignani è reduce da un lungo matrimonio con Francesca Dall’Olio con la quale ha avuto quattro figli. Adesso si dichiara single. Riguardo a due suoi brani celebri come “La mia storia tra le dita” e “Una donna così” ha svelato: “Le ragazze che hanno ispirato questi pezzi sono esistite davvero. Una è la donna che più ho amato nella mia vita, aveva sedici anni, li avevo anche io. La ragazza che ha ispirato ‘Una donna così’ invece era omosessuale. Lo hanno saputo che hanno ispirato questi pezzi. Come è andata a finire? Son cose che non si possono dire…”. I conduttori hanno chiesto delle amicizie nel mondo della musica e Grignani ha rivelato: “Io sono un po’ visionario, così mi definiva Lucio Dalla. E anche lui lo era. Amicizie nel mondo della musica? Lucio è stato uno dei pochi amici che ho avuto in questo ambiente. Uno dei pochi artisti italiani che ascolto con attenzione e venerazione. Non ascolto molto musica italiana”. Poi ha fatto una precisazione sui suoi attacchi di panico e ha detto: “E’ stato scritto che io ho sofferto di attacchi di panico ma non è vero. Quando dicono delle cose su di me, io evito di rispondere, ma non ho mai avuto attacchi di panico. Sono situazioni di altra natura, dentro a un argomento del genere non ci si può infilare un dito, bisogna metterci il braccio intero. I miei non sono attacchi di panico, se non lo dicessi sarei ipocrita nei confronti di chi li ha”.
“Non avrei mai barattato la mia bellezza con niente”
Gianluca Grignani è tornato indietro alla sua infanzia e alla sua adolescenza: “Avevo il sogno di fare musica. Volevo diventare come Elvis. I miei amici volevano fare i pompieri, io dicevo che non potevo fare il pompiere, volevo fare come Elvis. Aveva la chitarra, le donne, le macchine e cantava. A quell’età mi piaceva, volevo essere come lui. Verso i 12 anni ho iniziato a suonare la chitarra classica, ma mi sono annoiato. Qualche anno dopo l’ho ripresa e ho iniziato a suonare. Da autodidatta ho iniziato, ancora oggi studio”. L’artista che sa di essere sempre stato un ragazzo molto bello ha ammesso: “All’inizio mi ha penalizzato. Però è bello essere belli. Chiedete a chi non lo è. Non avrei mai barattato la mia bellezza con niente. Mi ha penalizzato, mi ha insegnato a essere un bello che non se la mena. Mi ha danneggiato all’inizio. La mia immagine era molto forte, creava gelosie, immaginare un bello in quel mondo, anche se non me ne rendevo conto, con la capacità di scrivere, c’era un bel po’ di gelosia. Che non è stata semplice da gestire per uno come me che è abbastanza ingenuo”.