Dopo Marcello Veneziani, Morgan e Alba Parietti, anche Giampiero Mughini rivolge un pensiero a Vittorio Sgarbi. Colpito da una forte depressione che lo avrebbe portato a rifiutare il cibo, il critico d’arte è ricoverato presso il Policlinico Gemelli di Roma. In un’intervista rilasciata a Candida Morvillo per il “Corriere della Sera”, Giampiero Mughini bolla come “sciocchezze” le memorabili liti con Vittorio Sgarbi in tv. L’ultima risale al 2022. Entrambi ospiti al “Maurizio Costanzo Show”, furono protagonisti di un alterco poi degenerato in rissa. “Io gli scatti d’ira non li ho mai avuti, lui sì – dichiara – Per forza ci ho discusso, non ne potevo fare a meno, ma parlare di liti è troppo. Abbiamo avuto diverbi. Per me, finiti in quell’istante preciso, perché di Vittorio ho stima assoluta (…) Che rapporto abbiamo fuori dagli studi televisivi? Il più normale del mondo”.
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La rivelazione di Giampiero Mughini: “Tutta la famiglia Sgarbi è a me cara”
A distanza di tre anni, parafrasando Marcello Veneziani, l’universo di Vittorio Sgarbi si sta restringendo, divorato com’è interiormente dal mostro della depressione. Giampiero Mughini depone l’ascia di guerra e rivolge al critico d’arte “gli auguri più fraterni”. “Tutto sommato, lo considero un amico e tutta la famiglia Sgarbi è a me cara – spiega – Ho conosciuto benissimo sua madre, squisita, e sua sorella Elisabetta ha pubblicato un mio libro su Trieste che non voleva nessuno, poiché tutti sono analfabeti e non sanno cos’è stata Trieste”.
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“Come posso consigliare a uno come lui di abituarsi al fatto che le cose hanno una misura?”
A proposito della depressione che ha inghiottito Vittorio Sgarbi, lo scrittore e giornalista catanese dice: “La trovo possibile perché Vittorio gioca pesante con la sua vita, così come con la cultura, con l’intelligenza, con la sua energia. Ricordo una volta che andai a cena da lui a Ro Ferrarese: la cena era finita alle undici di sera, lui mi propose di uscire. Io ero stanco morto, ma per lui iniziava, di notte, un’altra giornata”. “Che gli servirebbe per guarire? Non è facile dirlo, perché Vittorio si nutre dell’eccesso – rileva Giampiero Mughini – Io ho avuto una crisi depressiva, non è piacevole. Ne sono uscito un po’ con le pillole e un po’ mettendoci del mio, ma come posso consigliare a uno come lui di abituarsi al fatto che le cose hanno una misura? E poi c’è quella storia dei presunti falsi quadri che, a mio avviso, deve aver influito non poco. Non aggiungo altro. Solo che certe cose bruciano sulla pelle”.