Ospite della semifinale di “Amici” andata in onda domenica 12 maggio, Geppi Cucciari ha intrattenuto il pubblico con un monologo in chiave comica su lavoro e disoccupazione. “Maria, tu ami cambiare i nomi ma anche i destini di chi incontri. Cantanti, attori, ballerini, influencer, social media manager, divorzisti, truccatori, imbalsamatori – ha esordito rivolgendosi alla padrona di casa – Hai alzato del 278% i fatturati delle aziende di banqueting, hai moltiplicato i pani, i pesci e i dischi. Hai aumentato il consumo del Viagra nel pomeriggio del 307% ma soprattutto tu dai lavoro. Quest’anno dei 30 Big in gara a Sanremo, 34 venivano da questa scuola. Tu non sei una donna, sei un’agenzia di lavoro interinale. Ma perché non ti fanno ministra? Ma ce l’hai un cognato? Vabbè, poi ne parliamo. Comunque, nulla prepara un giovane al mondo del lavoro come questo programma. Amici anticipa come andrà. Intanto, è un posto in cui puoi essere sbattuto fuori da un momento all’altro come in qualsiasi contratto a termine. Poi ci sono persone strapagate che non si sa che lavoro facciano (…) Ed è una bella lezione anche se vuoi fare un altro mestiere”.
“A tutti voi io auguro di trovare una Maria, severa ma giusta”
“Parlo con tutti voi, pubblico posatissimo: non vorrete tutti fare gli artisti… immagino – ha continuato la comica sarda – Tra di voi ci saranno sicuramente quelli che nel futuro ci cureranno, quelli che ci faranno la dichiarazione dei redditi, quelli che ci progetteranno le case, quelli che ce le svuoteranno. Devo dire la maggioranza, a guardarvi in faccia. Ecco a tutti voi io auguro di trovare una Maria, severa ma giusta. Qualcuno che vi guardi con quegli occhi, un misto tra Bambi e Freddy Krueger. Perché lei è così, una Maria è per sempre anche se non la fumi. E poi gli amici di Maria diventano figliocci, ti mandano le canzoni in anteprima anche quando escono da questa scuola. Si fidano del tuo parere, sei un’assistente sociale a tempo pieno. Maria cosa fa? Li protegge, li distoglie amorevolmente dai social per farli concentrare sul lavoro e così seguite un po’ meno quello che succede là fuori. Per esempio, le polemiche infinite tra Mentana e la Gruber che si sono dissati come fossero Fedez e Luis Sal dell’Inps: ‘Dillo alla mamma, dillo all’avvocato, dillo a Urbano Cairo’ (…) E c’è anche un generale molto popolare, Vannacci, che ha nuovamente flexato un concetto opinabile, una tesi ardita, una ca**ata col botto e cioè che i gay non sono normali perché non sono la maggioranza”. “A parte, Maria, che non è mai venuto qui altrimenti avrebbe capito…Dice così, non ho fatto nomi, ho solo buttato lo sguardo”, ha aggiunto mentre i tre giurati Giuseppe Giofrè, Michele Bravi e Cristiano Malgioglio scoppiavano a ridere.
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“Siamo l’unico Paese europeo in cui negli ultimi 30 anni gli stipendi sono scesi”
“E poi cosa vuol dire la maggioranza? Mica è bello stare nella maggioranza, perché bisogna essere tutti uguali l’uno con l’altro? Ricordate che fino al 1946, come ci ha ricordato di recente Paola Cortellesi, noi donne non potevamo neanche votare. Ed eravamo anormali? O era anormale che non potessimo votare? A proposito di accesso alle notizie anche bizzarre… Non so se date del tu a quella cosa antica che si compra nelle edicole, i giornali, ecco sui giornali spesso ci sono interviste a imprenditori disperati che non trovano lavoratori. Dicono che voi giovani non avete voglia di lavorare, che ai loro tempi le cose erano diverse, che ai loro tempi c’erano cose che non quasi esistono più, tipo le pensioni che pagate voi (…) Siamo l’unico Paese europeo in cui negli ultimi 30 anni gli stipendi sono scesi. Sapete qual è il segreto per trovare dei lavoratori? Tipo pagarli. Uno stage non può essere per sempre, hanno bisogno di Amici, tu Maria non puoi fare per tutti per quanto tu sia generosa. Non che sia facile ma si può. Tutti tra l’altro nella nostra vita abbiamo incontrato qualche stron*o che ha cercato di ostacolarci”, ha concluso Geppi Cucciari. Standing ovation per la comica. “Fantastica, lo dico davvero, bravissima – ha commentato Maria De Filippi.