“Esistono altre fotografie del ministro Gennaro Sangiuliano in compagnia di Maria Rosaria Boccia. E sono molto più delicate di quelle che abbiamo venduto a Gente“. A sganciare la bomba sul love affaire culminato in uno scandalo che ha visto il ministro della Cultura difendersi pubblicamente al Tg1 con tanto di lucciconi, scuse e prove della sua limpidezza è Alex Fiumara, il fotogiornalista che insieme al collega Max Scarfone ha venduto al settimanale diretto da Umberto Brindani il servizio uscito sul numero in edicola questa settimana. “So di queste altre fotografie perché me l’ha raccontato una mia fonte, interna a un settimanale, che le ha viste, me le ha descritte e mi ha detto che alla fine è stato deciso di non pubblicarle – dichiara Alex Fiumara al “Fatto Quotidiano” – Per quanto mi hanno raccontato, sarebbero state scattate in Campania e ce ne sarebbe una che ritrae i due mentre escono dal portone di uno studio medico”.
“Hanno rifiutato il nostro servizio e poi usato le nostre notizie per lavorarci loro”
Il servizio, come ricostruisce “Open”, è datato 17 luglio. “Dopo la sua realizzazione viene proposto a Chi dei Berlusconi e a Diva e Donna di Urbano Cairo. Ma nessuno lo vuole pubblicare – si legge sul giornale online fondato da Enrico Mentana – Scarfone racconta che una delle redazioni che ha rifiutato il suo servizio poi manda i propri fotografi a seguire Sangiuliano e Boccia. Che all’epoca non si sono ancora lasciati. I giornalisti tornano a casa con ‘foto più delicate delle nostre’, conferma. ‘A dirmelo è una mia fonte, all’interno di questa redazione, che mi racconta il contenuto delle fotografie, spiegandomi che però hanno deciso di non pubblicarle. E io mi arrabbio. Hanno rifiutato il nostro servizio e poi usato le nostre notizie per lavorarci loro. Un comportamento assolutamente scorretto. E così scrivo quel post’, conclude. Il suo servizio invece viene acquistato dopo 40 giorni dalla sua realizzazione dal settimanale Gente”.
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Il rumor sull’esistenza di audio compromettenti fa tremare il governo
Ad agitare i sonni del ministro della Cultura, più che le chat Whatsapp private con la non-consigliera di Pompei che conterrebbero soltanto cuoricini, sarebbero degli audio registrati da Maria Rosaria Boccia. “Ci sono conversazioni registrate con il ministro e i suoi collaboratori – si legge su “Open” – I messaggi audio che i due si sono scambiati. E filmati in cui Sangiuliano si lascia andare a valutazioni sui colleghi nell’esecutivo. E Il Foglio parla anche di audio e messaggi scambiati con la premier. In cui si parlerebbe, tra l’altro, di nomine”.
Il piano B di Gennaro Sangiuliano per piazzare Maria Rosaria Boccia dopo la mancata nomina
Il “Corriere della Sera” racconta poi di una trasferta milanese di Gennaro Sangiuliano per raccomandare Maria Rosaria Boccia una volta tramontata l’ipotesi di trasformarla in consigliere del ministero dei Beni culturali. “Il ministro – scrive Tommaso Labate – ha già capito che il contratto di lei col ministero non s’ha da fare e si adopera, attraverso i contatti sotto il Duomo, per rimediare con un piano B che avesse a che fare col mondo delle imprese, della moda, il primo amore di lei (…) Il ministro presenta Boccia a una coppia di amici ‘milanesi’ a cui nei mesi precedenti l’aveva tenuta nascosta. ‘Aiutatemi a dare una mano a Maria Rosaria, è bravissima’ (…) Quando lei capisce che il sogno di entrare ufficialmente in quello staff dei Beni culturali in cui si muoveva da mesi come se ne fosse parte integrante è ormai svanito, sempre attraverso gli ambasciatori fa sapere di avere in mano documenti e soprattutto registrazioni telefoniche da diffondere presso chiunque”.
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Perchè Giorgia Meloni non ha accettato le dimissioni del ministro della Cultura
Ma perché Giorgia Meloni ha rifiutato le dimissioni di Gennaro Sangiuliano? “Non mi faccio buttare fuori un ministro dai giornali di sinistra e da Dagospia”, avrebbe confidato in giro, come riferiscono diverse fonti e come riporta il quotidiano “La Repubblica”. Il sito di Roberto D’Agostino ha fatto scoppiare il caso parlandone per la prima volta il 26 agosto. Adesso però la premier e il governo tremerebbero al pensiero che possano uscire le registrazioni compromettenti di cui tanto si parla. “Ho fatto bene a tenerlo?”, avrebbe chiesto la presidente del Consiglio ai suoi fedelissimi attanagliata dal dubbio.