Gatto Panceri, cosa fa oggi: “Campo con i diritti di ‘Vivo per lei’ ma nessuno sa che l’ho scritta io”

22 Gennaio 2025, 12:40

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Cosa fa oggi Gatto Panceri? Il cantante si racconta in un’intervista rilasciata al “Corriere della Sera” e rivela: “Non ho moglie né figli, ma ho tanti animali e il cane Bocellina”. Un nome che rivela una circostanza che in pochi sanno. La popolarissima canzone “Vivo per lei” l’ha scritta propri lui, Luigi Giovanni Maria Panceri, in arte “Gatto”. Il brano è stato poi portato al successo da Andrea Bocelli e Giorgia e ha venduto 45 milioni di copie. L’artista racconta: “Durante i concerti dedico sempre uno spazio alle mie canzoni portate al successo da altri artisti: Mina, Giorgia, Morandi. Quando arriva il momento di ‘Vivo per lei’ mi capita di cogliere sguardi stupiti. L’ho scritta io, ma gli autori ormai li citano solo al Festival di Sanremo”. Suo è il testo e parte delle note, insieme a un musicista del gruppo Oro. Si tratta del brano italiano più venduto al mondo dopo “Nel blu dipinto di blu”.

Gatto Panceri racconta svela è nata la canzone che gli ha cambiato la vita: “L’ho composta mentre ero in auto. Era il 1996, collaboravo già con Giorgia, il manager Torpedine mi chiama e mi dice: c’è questo giovane davvero bravo, ha un repertorio lirico, trova qualcosa che si adatti alla sua vocalità. Ho pensato al mio amore per la musica ed è nata ‘Vivo per lei’”.
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“I diritti di quel brano mi consentono di scrivere la mia musica con più serenità”

La sua vita adesso è totalmente cambiata. “Ho comprato una casa a Merate, nella Brianza lecchese, immersa nel verde e ho costruito una stalla perché amo molto gli animali – confessa -. Sì, forse assomiglia a una fattoria, nel garage c’è sempre il fieno per la mia cavalla Libera e l’asino Resta, ma ho anche costruito uno studio di registrazione e aperto una casa di produzione per aiutare giovani artisti che si chiama ‘Vivo per lei edizioni’”. “I diritti di quel brano mi consentono di scrivere la mia musica con più serenità – ammette – senza l’angoscia di dover sfornare per forza tormentoni o piegarmi alle mode del momento. ‘Resta in piedi’, uscito nel 2021, scritto durante il lockdown, ha superato 700 mila visualizzazioni in streaming. A giugno ho pubblicato il singolo ‘Te voglio’ che farà parte del mio prossimo album. E poi ci sono in concerti in Italia e all’estero: Giappone, Canada, Messico”.

Gatto Panceri oggi si prende cura dei suoi animali: “Ho una cavalla, un asino e tre cani”

Tornando alla sua vita di campagna, Gatto Pancerti racconta: “Mio nonno era un contadino, lavorava sotto padrone. Mio padre invece faceva il decoratore, la vena artistica l’ho presa da lui. Nessuno sponsor, pochi aiuti, una volta non c’erano i talent, era più difficile, ma in qualche modo più vero. Quanto al resto, mi piace suonare e poi immergermi nel verde, prendermi cura della mia cavalla, dell’asino e di tre cani: Bocellina, Gasper e Kasa, pastore dell’Asia centrale che arriva dall’Ucraina, salvata dai bombardamenti. Avevo anche due pecore, ma il maschio era troppo aggressivo e non ho più potuto tenerle”.
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“Il soprannome ‘Gatto’? Mi chiamavano così da ragazzo, è stato Pippo Baudo a sceglierlo per me”

La musica resta sempre il suo grande amore. “Accendo il computer, con l’intelligenza artificiale accarezzo il futuro, e poi infilo gli stivali e mi occupo degli animali – racconta ancora –  capaci di donarti un amore crescente. Non sono sposato, non ho figli, sono i miei affetti. Adesso vorrei avere anche un alpaca”. Gatto Panceri si è diplomato al conservatorio di Milano, dodici album, tre volte come interprete al Festival di Sanremo, altre sette in qualità di autore. Poi svela: “Il soprannome ‘Gatto’? Mi chiamavano così da ragazzo, è stato Pippo Baudo a sceglierlo per me: diceva che il mio nome era troppo lungo”. La tv non gli manca affatto e aggiunge: “Mi piace lavorare nel mio studio, aiutare promettenti autori ad emergere, anche se la musica è cambiata. E poi una volta la gavetta era diversa. Ce lo vede Ligabue a un talent con la maglietta con scritto Luciano?”

“Oggi vanno di moda i trapper, che per altro trovo bravissimi – ammette – ma forse anche ‘Vivo per lei’ se uscisse adesso farebbe fatica a sfondare”. “Il contatto con la terra, in quella che può sembrare all’apparenza una fattoria, ma in realtà è molto altro, mi aiuta proprio in questo: mantenere le radici, sempre immerso però tra le note”, conclude.