Un vero leone sul campo e nella vita. E’ Mauro Bellugi, l’ex interista che dopo il Covid ha perso entrambe […]
Un vero leone sul campo e nella vita. E’ Mauro Bellugi, l’ex interista che dopo il Covid ha perso entrambe le gambe. Un crudele scherzo del destino per un calciatore che, nonostante il dramma, non ha perso l’ironia e ha deciso di attingere alla sua forza per percorrere la strada, al momento ancora tutta in salita, che gli si pone davanti.
Ieri sera Bellugi si è collegato con “Live – Non è la D’Urso” dall’ospedale Niguarda di Milano dove si trova ancora ricoverato. In studio, c’erano la moglie, l’ex ballerina e coreografa Loredana Zucchi, e la loro figlia Giada.
“Il tampone veloce aveva dato esito negativo”
“Ha incominciato ad avere male alle gambe – ha raccontato Loredana – Ad un certo punto lui che è uno che sopporta il dolore in una maniera allucinante e non si lamenta mai, in alcuni momenti urlava. Qualche giorno prima, aveva fatto un tampone di quelli veloci ed era risultato negativo. Però questi dolori mi preoccupavano e lui non voleva andare al pronto soccorso perché, credendo di essere negativo, aveva paura di prendere il Covid”.
“Quando mi hanno detto che dovevano tagliargli le gambe volevo morire”
“Il 4 novembre andiamo in ospedale, pensavamo solo per una visita – ha proseguito – Gli hanno fatto subito il tampone che è risultato positivo e lo hanno ricoverato. La sera stessa mi chiama un medico che mi dice ‘Guardi, abbiamo fatto degli esami di controllo, c’è una situazione molto preoccupante perché è stata compromessa la circolazione periferica delle gambe. Ci sono state delle piccole ischemie ai vasi capillari e non c’è molto da fare. L’unica cosa è l’amputazione delle gambe. Non c’è alternativa’. Io ero a casa da sola e volevo morire”.
A quel punto Bellugi è stato trasferito al Niguarda dove i medici hanno tentato un piccolo intervento – purtroppo senza successo – per salvargli le gambe. La moglie ha svelato di aver temuto che il marito non firmasse e si lasciasse morire.
“Se non ci fossero state Lory e Giada, non avrei firmato”
In collegamento dal Niguarda, Bellugi ha raccontato cosa lo ha spinto a firmare dopo aver abbandonato la disperazione iniziale. “Mi emoziono, non sono più quello di una volta – ha esordito con la voce rotta dal pianto – Se non ci fossero state Lory e Giada, io non avrei firmato. Poi l’ho fatto ma non me la sentivo. Quando ho scelto di cercare di andare avanti, ho avuto un affetto pazzesco da tutta l’Italia. In quel momento, ti giuro, ci ho pensato. Ho detto ‘Non è che sono più un ragazzino’. Poi ho detto ‘Ma perché non andare avanti?’. Ho detto ‘Ci provo’. Solo che, ti giuro, dopo 60 giorni sono qui – le gambe non te le faccio vedere che è meglio – ed è durissima. Non posso fare niente, poi ho anche altri problemi. Insomma, ci metterò un po’, però ne verrò fuori”.
“Mi hanno riempito di morfina, vedevo bisonti ed elefanti”
“Per altro, ti è stata fatta questa operazione cruenta senza anestesia totale”, ha sottolineato Barbara D’Urso. “Esatto, non potevano perché lui era sotto Covid”, è intervenuta la moglie dell’ex calciatore. “Ti racconto solo questo….finita l’amputazione mi hanno portato in camera, mi hanno riempito di morfina che io ho detto ‘Prenotatemi già San Patrignano quando ho finito qui perché devo andare a fare un giro anche là’ – ha ricordato Bellugi – Di notte vedevo i bisonti e gli elefanti che correvano in camera mia e mi paravo così perché mi venivano addosso. Per dieci giorni. Poi sei solo, non hai nessuno e quindi è brutto. Stare da soli per due mesi è davvero dura”.
Quindi con grande commozione si è rivolto agli italiani invitandoli a non sottovalutare il Covid. “Io qui ho visto morire gente e la gente scherza e dice che il Covid non c’è. Bisogna stare molto attenti, non è uno scherzo”, ha detto.
“Ho chiesto al professore perché avesse buttato via la gamba che ha segnato quel gol storico”
La conduttrice ha ricordato il gol entrato nella storia e firmato con i nerazzurri da Mauro Bellugi nel 1971 in Coppa dei Campioni. Una bordata imprendibile che fece tremare San Siro. “Al professore ha detto ‘Non mi tagli almeno la gamba che ha segnato quel famoso gol che si ricorda tutta l’Italia’”, ha rivelato la D’Urso.
“Lui che è proprio un tifoso interista mi ha detto ‘tu sai quando l’ho tagliata quanto mi è dispiaciuto?’. Ho chiesto ‘Ma dove l’hai messa? L’hai buttata via? Ma come… la portavo al museo. Che cretino che sono, il tuo amico, Barbara, è un cretino di prima categoria”, ha ironizzato l’ex calciatore.
Nel finale, Bellugi ha cantato “Piange il telefono” insieme a Barbara D’Urso.