Elisabetta Franchi, la stilista si è imposta nel panorama della moda grazie a una precisa idea di stile e femminilità, […]
Elisabetta Franchi, la stilista si è imposta nel panorama della moda grazie a una precisa idea di stile e femminilità, si lascia andare a un racconto sincero sulla sua vita e sulla sua carriera. Ospite di Silvia Toffanin a “Verissimo”, la celebre designer ripercorre gli anni difficili dell’infanzia.
“La povertà non è una cosa di cui vergognarsi”
“Vengo da una famiglia di estrazione sociale molto umile – racconta – dove sono mancati dei valori fondamentali. Io sono la quarta di cinque figli (quattro femmine e un maschio) con tre padri diversi. Mia madre ci ha privato della parola papà a tutti e cinque. Si sceglieva uomini sbagliati. Non le perdono che dai 5 a 12 anni, è stata con un uomo alcolista che la picchiava tutti i giorni. Carabinieri un giorno sì e un giorno no. L’ufficiale giudiziario bussava alla nostra porta. Ci mancava il cibo nel frigo, ci staccavano la luce. La povertà non è una cosa di cui vergognarsi. Io e i miei fratelli scappavamo di casa in pigiama perché lui ci voleva picchiare e dormivamo sugli argini del fiume. Lui voleva sfondare la porta della casa e bruciarci tutti. Quando è morto il mio primo marito Sabatino, il giorno dopo ho buttato addosso a mia madre tutto quello che non le avevo detto da ragazzina. Un genitore deve proteggere sempre, ma lei nega”.
La morte del primo marito: “Una malattia inaspettata me l’ha portato via”
Elisabetta Franchi non riesce a trattenere le lacrime mentre parla del suo primo marito, l’imprenditore Sabatino Cennamo scomparso prematuramente nel 2008 a seguito di una grave malattia. Insieme a lui, la stilista aprirà il suo primo laboratorio e nel 1998 costruiranno insieme la Betty Blu lanciando lo stesso anno la linea Celyn B. Alla sua morte, la Franchi si è ritrovata a crescere da sola una bambina molto piccola, Ginevra, e a portare avanti un’azienda che è oggi un grande impero della moda quotato in Borsa.
“Era l’amministratore delegato dell’azienda dove lavoravo – svela – È nato questo grande amore, io avevo 23 anni. È stato il primo uomo che mi ha preso per mano. Mi diede 50milioni delle vecchie lire e nel ’95 io aprii il mio primo atelier. Nel ’98 lui mi raggiunse. Lì nacque il noi, 17 anni spettacolari insieme che si sono interrotti come d’altronde le cose belle. Infatti, io ho sempre un po’ paura. Una malattia inaspettata me l’ha portato via in sei mesi. Ginevra aveva sei mesi, ci eravamo sposati un anno prima. Ho fatto degli show per non fargli capire che stava morendo. Gli nascondevo anche la morfina. Io non l’ho ancora pianto questo uomo, perché anche piangere è un lusso. Il giorno dopo che l’ho seppellito sono tornata in azienda, mi sono violentata”.
Le nozze con il primo amore: “Lo lasciai perché era immaturo”
Oggi la designer è sposata in seconde nozze con Alan Scarpellini da cui ha avuto Leone. L’uomo è un vecchio amore di gioventù. Elisabetta lo aveva lasciato perché lo considerava immaturo. I due si sono ritrovati da adulti e si sono messi insieme.
“Quando l’ho conosciuto, ero una ragazzina, avevo 16 anni anche se ero più grande di testa – spiega – Lui era un ragazzino di 17 anni, viziato, e in quel momento non era l’uomo per me. Frequentavo lui ma allo stesso tempo mi stavo innamorando di Sabatino. Sabatino mi chiamò per dirmi ‘Sto venendo a Bologna per stare con te per sempre’. Io ero con Alan a fare un weekend al mare, non sapevo cosa dirgli e gli ho detto ‘vado giù a comprare le sigarette’. Non sono più tornata. Ogni tanto lo rincontravo e vedevo che lui mi odiava. Poi l’ho ritrovato, io vedova e lui separato. Al mio primo marito lo accomuna la bontà e il cuore immenso. Lui era diffidente, non ci credeva più a me, diceva ‘tu mi hai fatto del male, io ho sofferto tanto’. Leone è stata la nostra prova d’amore e lui si è rasserenato. Io lo amo alla follia. Io sono una donna molto forte, troppo forse, ma senza un uomo non sarei nessuno. Mi rendo conto che io ho bisogno di questo amore, ho bisogno di questo rifugio, se no non sarei la donna che oggi sono”.