“Amore… ma la mamma nella pancia ha un bimbo o una bimba?”, chiede Chiara Ferragni al suo primogenito Leone in […]
“Amore… ma la mamma nella pancia ha un bimbo o una bimba?”, chiede Chiara Ferragni al suo primogenito Leone in un video condiviso su Instagram (GUARDA QUI) che ha fatto incetta di like. Il piccolo – che aveva già dato la notizia della gravidanza della madre – non si sottrae alla domanda e, nonostante il padre gli suggerisca che si tratta di un dinosauro, dà la risposta corretta. “Bimba”, sentenzia confermando l’indiscrezione che circolava da giorni.
Mentre i fan dei Ferragnez sono in delirio, il Codacons torna a prenderli di mira. Stavolta l’associazione dei consumatori punta il dito contro il documentario di Chiara Ferragni in programma stasera su Rai2. Secondo “La Stampa”, il Codacons avrebbe diffidato i vertici Rai dal mandarlo in onda.
Il Codacons diffida la Rai: “Non mandate in onda il documentario di Chiara Ferragni”
“Con una diffida urgente inviata ai vertici Rai, all’Agcom e alla Commissione di Vigilanza, il Codacons chiede di bloccare la messa in onda su Rai2 del documentario «Chiara Ferragni – Unposted» […] Pena azioni legali contro la rete – si legge sul sito del quotidiano – Il documentario, come sottolineato dalla totalità dei critici, non è una opera cinematografica né artistica, ma solo un mega spot pubblicitario di carattere commerciale in favore di Chiara Ferragni e della sua attività imprenditoriale – afferma il Codacons -. Una pubblicità continua della durata di 80 minuti che la Rai, essendo servizio pubblico, non può in alcun modo trasmettere, perché rischia di veicolare un messaggio di carattere commerciale a danno degli spettatori, peraltro diseducativo”.
“Forma di pubblicità occulta all’impresa commerciale della Ferragni”
“Si tratterebbe inoltre «di una forma di pubblicità occulta all’impresa commerciale della Ferragni e ad altre – si legge ancora – se la Rai dovesse mostrare stasera in video i prodotti o i marchi che l’influencer notoriamente pubblicizza (a volte utilizzando anche l’immagine del proprio figlio)», prosegue l’associazione. Il Codacons ricorda «che la Rai è finanziata dai cittadini attraverso il pagamento del canone e che il servizio pubblico deve sottostare a regole di correttezza in tema di informazione e di propaganda. Trasmettere quello che i critici hanno definito “un film di propaganda nordcoreano” violerebbe le più basilari norme del servizio pubblico, e darebbe il via a inevitabili azioni legali contro la rete per i danni prodotti agli utenti finanziatori dell’azienda»”.