Clemente Mimun porta ancora addosso i segni dell’ictus che lo colpì il 24 giugno 2011. La parte sinistra del corpo […]
Clemente Mimun porta ancora addosso i segni dell’ictus che lo colpì il 24 giugno 2011. La parte sinistra del corpo non funziona più come prima.
“Quando sono stato fulminato sono stato preda di pensieri molto, molto cupi. Da bomba di energia quale ero, mi sono ritrovato ad essere semi paralizzato – ha raccontato il direttore del Tg5 in un’intervista al Giornale – Attorno a me avevo i volti sgomenti della mia famiglia, che però è stata decisiva per indurmi a non mollare. Insieme ai medici e fisioterapisti del Santa Lucia, ai tanti amici, a tutta la dirigenza Mediaset, a Silvio Berlusconi, un fuoriclasse anche sul piano umano, che mi è subito venuto a confortare”.
“Sono arrabbiato e non riesco a rassegnarmi – ha spiegato – Non penso a quello che mi è rimasto, penso a quello che ho perso. E quando sento quelli che ringraziano Dio mi chiedo di che cosa lo dovrei ringraziare. È ovvio che se penso al mio amico Lamberto Sposini dovrei sentirmi fortunato, ma io resto furibondo per lui. E per me”.
L’esistenza del giornalista non ha subito grandi stravolgimenti. “Tranne il fatto che non posso più sfrecciare sulla Harley Davidson e fare lo scemo in giro come prima, non ho cambiato il mio stile di vita – ha aggiunto – Addirittura ho ripreso a fumare. Non credo che si debba rincorrere il record mondiale della longevità. L’importante è vivere seguendo i propri istinti (…) La testa mi funziona ancora come prima, mi consente di lavorare e questa è la cosa più importante”.
Mimun ha svelato di non aver mai pensato di smettere di lavorare: “Al mio risveglio dall’ictus ho chiamato l’azienda per chiedere di essere sostituito alla direzione del Tg. Come risposta mi è stato spedito un computer per fare le riunioni via Skype… Io ho il culto del lavoro, è la mia passione, non ne posso fare a meno. Alla mattina mi alzo contento perché so che andrò a lavorare. Faccio così da quando avevo 17 anni, mi piaceva da redattore, inviato, direttore”.